MADRID – L’indignazione della Spagna per la catena di errori che hanno moltiplicato gli effetti dell’alluvione monta di ora in ora. E trova eco nello sport più popolare, il calcio, su due binari paralleli: la solidarietà concreta e la rabbia. E se l’italiano Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, ha espresso perfettamente lo stato d’animo di chi è costretto a mandare avanti lo spettacolo, il mondo del fútbol spagnolo, attraverso allenatori, calciatori e dirigenti nati e cresciuti qui, manda segnali continui di vicinanza al popolo.
Gli stadi come punti di raccolta
Chi ha di più aiuta chi ha perso tutto. Il Real Madrid ha donato un milione di euro alle popolazioni colpite e i club della regione valenciana, a cominciare dal Valencia e dal Villarreal, hanno trasformato i loro stadi in punti di raccolta di cibo e generi di prima necessità. L’allenatore dell’Osasuna, Vicente Moreno, è tornato nel paese d’origine, a Massanassa, dove fa il volontario per liberare dal fango le strade. Marcos Asensio, centrocampista del Psg, con la sua fondazione sta fornendo appoggio economico e psicologico e assistenza umanitaria, insieme alla Croce Rossa.
La testimonianza di Jaume Costa
Nel contempo i calciatori spagnoli non mancano di sottolineare lo scarso o nullo sostegno delle autorità e dei politici. Il giocatore dell’Albacete Jaume Costa, che non è riuscito a raggiungere i suoi figli a Valencia, rileva che “quando è possibile salvare vite e fornire aiuto concreto aiuto alle persone, non lo fanno. Quando dovrebbero veramente esserci, spariscono. È stata un’apocalisse: ero prigioniero in auto per quasi quattro ore, nessuno aveva segnalato l’allerta. Sull’altra carreggiata c’era gente fuori dalla macchina, suo tetto: era uscita attraverso il finestrino”. Durissimo l’ex calciatore Raúl Garcia su Instagram: “Novecento consiglieri per un presidente e 500 militari per Valencia. Spagna 2024. Questo si fa chiamare il governo della gente. Svegliati Spagna”.
Koke e i timori per il futuro
Altri attacchi sono arrivati dall’ex milanista Samu Castillejo. Il barcellonista Ferran Torres, originario di Valencia, si è detto “frustrato e indignato verso i nostri governanti, di qualunque parte siano. Lo Stato ha fallito. Il popolo salva il popolo”. L’ex madridista Dani Ceballos si è associato a questa lettura della situazione. Koke, ex capitano dell’Atletico Madrid, pensa al futuro: “Il peggio arriverà tra qualche mese. Dobbiamo aiutare ora e non smettere di farlo”.
L’arringa di Llorente
Ma il messaggio più coinvolgente è arrivato da Marcos Llorente, centrocampista dell’Atletico Madrid: “Perché i valenciani sono stati abbandonati? Perché non sono stati inviati aiuti o addirittura perché sono stati rifiutati quelli degli altri Paesi? Che fine hanno fatto le nostre tasse, come quella di Solidarietà che paghiamo da due anni? Che cosa c’è di più solidale e urgente che salvare la vita degli spagnoli? Perché non si sta dicendo la verità e si stanno occultando i dati? E quante incognite ancora ci aspettano. È una vergogna. La gestione di tutto questo è stata talmente pessima che spaventa e diventa strana. Alla fine si scopre l’inganno di chi ostentava virtù. È il momento che si faccia da parte”.