LILLE – Se la Juventus cerca ancora il suo posto in Europa, questo viaggio al nord, nella regione degli ch’ti (così chiamati per il loro difetto di pronuncia, una esse smangiucchiata su cui loro stessi fanno ampia autoironia) dice che al momento lo può trovare in una terra di mezzo: la squadra bianconera non è quella di Lipsia, non è quella dello Stoccarda ma è questa che viene a Lille, cerca di vincere ma non ha mezzi abbastanza appropriati per farlo, non ancora, e sta nella pancia della classifica. Il pareggio non è per niente da buttare, dopo un primo tempo così brutto: questa è una formazione che deve crescere a piccoli passi. «Volevamo un risultato diverso, potevamo far meglio negli ultimi venti metri ma in generale sono soddisfatto — ha detto alla fine Thiago Motta —. Ora pensiamo al derby, voglio giocarlo al massimo».
«La cronaca della gara»
Juve intimorita
All’inizio la Juventus è sembrata intimorita come se, dopo essere entrata nella nuova Champions con incosciente entusiasmo (e sei gol in due partite), le fosse calato di colpo addosso il peso della coppa, il senso di responsabilità che l’Europa impone e che questa squadra così giovane, con tanti debuttanti nella competizione, s’è messa ad affrontare con troppa riverenza. Il Lille ha più pratica di queste cose, anche se da sempre le vive da una posizione di inferiorità: però sa già come si fa e come tenere il passo a questi livelli, ovvero sfruttando al massimo il raro surplus di talento che ha.
Zhegrova e David fanno male alla Juve
Di fatto, i francesi hanno puntato su un’intelligente difesa collettiva (efficaci in particolare i raddoppi di marcatura) e sui due giocatori migliori, il kossovaro Zhegrova e il canadese David, ben noti a livello internazionale. Il primo ha fatto ammattire Cabal, il secondo ha sfruttato la migliore delle idee del compagno (veronica a centrocampo sul terzino colombiano e gran lancio nello spazio verticale) ribadendo la sua eccezionale freddezza. Lo svantaggio ha finalmente scosso la Juve, pericolosa con Vlahovic (parata di Chevalier) prima di accorgersi che la cosa più saggia era fare come il Lille e quindi dare la palla al più capace, cioè Yildiz, che si trovava contro il più debole degli avversari, dato che Mandi è la riserva della riserva (Meunier e Tiago Santos sono infortunati).
Una Juve diversa nella ripresa
La Juve ha cominciato a essere davvero diversa dopo l’intervallo perché si è finalmente tolta di dosso la soggezione, ha cominciato a guardarsi alle spalle con meno ansia e si è organizzata per recuperare il più fretta possibile il pallone. E se tieni la palla (66% alla fine) e lo spazio (offensivo) dai e dai qualcosa succede: il primo dribbling riuscito di Conceiçao è stato stroncato da uno sgambetto di André, con conseguente rigore di Vlahovic, poi uscito dal campo con poca convinzione. Nel tentativo di sorpasso la Juve è stata però più generosa che lucida, cosicché il Lille non si è mai trovato veramente in imbarazzo: in definitiva è parso che a tutti sia andata bene com’è andata.
Lille-Juventus 1-1 (1-0)Lille (4-2-3-1) Chevalier – Mandi, Diakité, Alexsandro, Gudmundsson (36’ st Bakker) – André, Bouaddi – Zhegrova, Gomes (10’ st Mukau), Sahraoui (42’ st Fernandez-Pardo) – David. All. Genesio.Juventus (4-2-3-1) Di Gregorio – Cambiaso, Gatti, Kalulu, Cabal (23’ st Savona) – Locatelli, Thuram (23’ st McKennie) – Conceiçao, Koopmeiners, Yildiz (36’ st Mbangula) – Vlahovic (23’ st Weah). All. Thiago Motta.Arbitro: Peljto (Bos).Reti: 27’ pt David, 15’ st rig. Vlahovic.Note: ammoniti Cabal, André. Spettatori 50 mila circa.