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La Roma ha esonerato Juric. Caccia al successore, è Mancini la prima scelta

Fatale al tecnico croato, subentrato due mesi fa a De Rossi, la sconfitta casalinga con il Bologna

Saltato alla conclusione. La storia è durata poco, due mesi sono niente, ma lo spettacolo è deprimente ed è il arrivato il momento di dirsi addio. Per Ivan Juric non ci sono tempi di recupero. Esonerato. Al fischio finale. Comunicato pronto da giovedì. Decisione già presa e nota voltante dopo la sconfitta: “Vogliamo ringraziare Ivan Juric per il suo duro lavoro nelle ultime settimane – si legge nel comunicato della società giallorossa -. Ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità, e di questo gli siamo grati. Gli auguriamo tutto il meglio per il suo futuro. La ricerca di un nuovo responsabile dell’aerea tecnica è già iniziata e verrà annunciata nei prossimi giorni”

Un capolinea annunciato

La società sa di avere una responsabilità che non poteva essere dribblata. Aveva relegato l’allenatore, scelto all’improvviso quando ha cacciato De Rossi a settembre, in sala d’aspetto. Fino alla sosta, dai proviamo. Ma era solo una speranza, una eventualità, una proroga. Allungare l’agonia per rimandare il problema. La Roma ha atteso, ma è finita.

Mancini il nome per la sostituzione

E in questo grigiore, con una squadra costruita con poca lucidità, impaurita, senza orgoglio e senza sentimento, ha trovato un nome: quello di Roberto Mancini. L’ex ct della Nazionale aveva chiesto ad amici romani come la piazza lo avrebbe accolto: a braccia aperte, se l’alternativa è questo deprimente spettacolo. Ha voglia di rientrare, pur avendo problemi fiscali dopo aver lasciato l’Arabia, e ha già studiato la Roma in tv. Non vuole rinunciare a una occasione di rilancio in Italia, lui che ha vinto scudetto e Premier League. E poi serve un allenatore che possa affrontare uno spogliatoio incandescente: a Firenze i giocatori hanno rinfacciato a Juric lo scarso curriculum e hanno discusso (pesantemente) con il tecnico anche prima della partita con il Bologna.

Gli altri nomi

I Friedkin sono però abituati a stupire. Restano in ballo alternative: Rudi Garcia, che a Roma ha già allenato ed è la città dove ha trovato l’amore. L’immarcescibile Ranieri, l’uomo della Provvidenza sempre disponibile. Anche se il sogno resta Allegri, che non ha però alcuna voglia di bruciarsi in questo caos.

Una snervante attesa fino alla sosta

La famiglia Friedkin ha atteso fino alla sosta per licenziare Juric anche se avevano scelto già da giorni di non continuare insieme, perché le alternative non c’erano. E se c’erano non si vedevano, soprattutto dopo aver deciso il no al ritorno di De Rossi che ha un contratto di tre anni. Rinnovato pochi mesi fa. Un errore, mai fare cose controvoglia. Juric uno sbaglio. La squadra non è riuscita a calarsi nella mentalità del tecnico, non si è mai avvicinata alle sue idee di calcio. E la mortificante sconfitta con il Bologna 3-2 è stata solo l’ultimo passaggio che il pubblico ha sottolineato. Ha lasciato il vuoto intorno. Un solo striscione che indicava cosa si era rotto tra la Roma e i tifosi, e non è il loro rapporto. La Curva Sud, il cuore dell’Olimpico, ha meditato dopo il primo gol del Bologna, di Castro, se lasciare lo stadio. Poi ha deciso di togliere gli striscioni, le bandiere e non cantare più. Solo fischi. Alla fine del primo tempo ha lasciato lo stadio. Non ha visto il pareggio di El Shaarawy, gli altri due gol del Orsolini e Karlsson e il 3-2 finale. La Sud ha lasciato la squadra al suo destino, non prima di aver invitato i giocatori a cercare un altro lavoro, a ricordare che il tifo è solo per la maglia, e che qualcosa tra loro si è davvero rotto.

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