Paolo Montero non è più l’allenatore della Juventus Next Gen. Sei mesi dopo essersi seduto sulla panchina della prima squadra, sostituendo l’esonerato Max Allegri e in attesa dell’arrivo di Thiago Motta, l’ex difensore bianconero ha concluso il suo percorso sulla panchina della seconda squadra: nel comunicato ufficiale, il club ha annunciato l’esonero del tecnico uruguaiano ma ha anche affermato che “Montero, i suoi valori e la sua esperienza, maturata come campione in campo prima e come tecnico poi, saranno sempre di casa alla Juventus e che, di conseguenza, la Juventus sarà sempre casa sua”.
Montero esonerato dalla Next Gen
Già in mattinata il dirigente responsabile della Next Gen bianconera, Claudio Chiellini, ha incontrato Montero per comunicare la decisione maturata nella giornata di ieri. Un confronto sereno tra il dirigente e il tecnico, che paga la carenza di risultati che sta mettendo a serio rischio la salvezza della seconda squadra bianconera. Da quest’anno, infatti, le squadre B potranno anche retrocedere: una modifica al regolamento che, insieme ai soli 7 punti conquistati fino a oggi in 14 partite, con 9 sconfitte e una sola vittoria, mette a repentaglio la prosecuzione del progetto giovani. Fatale la sconfitta nell’ultimo turno di campionato a Foggia, un 1-0 per i padroni di casa che ha confermato le difficoltà fino a oggi espresse dalla Juventus. Arrivato dalla Primavera e sedutosi sulla panchina al posto di Brambilla, dovrebbe essere sostituito proprio dal suo predecessore.
I tanti giovani arrivati in prima squadra
Tra le tante difficoltà affrontate in questa stagione, oltre all’oggettiva competitività del girone C nel quale è stata sorteggiata la Juventus, c’è indubbiamente l’oscillare fisiologico delle prestazioni dei giovani calciatori. Quando si creano gruppi eterogenei per età e avanzamento, è normale avere oscillazioni di rendimento, specialmente in un campionato in cui l’esperienza è un fattore fondamentale. A questo si aggiunge anche la promozione di diversi calciatori in prima squadra che, se da un lato è il vero obiettivo tecnico delle seconde squadre, dall’altra impoverisce la rosa a disposizione dei tecnici. Se oggi Thiago Motta può contare su calciatori veri e affidabili come Savona, Rouhi e Mbangula in campionato, su Anghelé, Comenencia e Gil Puche in allenamento, fino a oggi, lo stesso non ha potuto fare Montero. Una fase di transizione che è costata cara all’ex difensore uruguaiano.
Il cammino di Juventus, Atalanta e Milan in Lega Pro
Delle tre seconde squadre attualmente presenti nel calcio italiano, solo l’Atalanta sta vivendo un momento positivo. Come detto, i progetti giovani da un lato sono continuativi nel tempo ma dall’altro vivono necessariamente del livello tecnico espresso in quel momento. Oggi i nerazzurri sono al sesto posto nel girone A, con 7 vittorie che hanno permesso di essere in piena zona playoff, a differenza di Milan e Juventus. Se i bianconeri hanno appena cambiato guida tecnica, anche i rossoneri non stanno vivendo un momento positivo: al primo anno di progetto sono infatti al penultimo posto nel girone B con 11 punti, gli stessi di altre tre squadre oltre che a +3 sul fanalino di coda, il Legnago. Eppure il vero significato delle seconde squadre non è ritrovarsi in zona promozione, ma lanciare giovani pronti per la prima squadra: per tutte e tre, seppur in modalità diverse, il risultato è stato raggiunto.