MILANO – Più precisione nell’uso del Var, trasparenza nelle decisioni arbitrali e una riforma dei tempi di gioco, anche con gare più brevi e l’introduzione tempo effettivo. È questo il calcio che sognano i giovani tifosi italiani, secondo il report Deloitte Football Fan Experience 2024, che sarà presentato nei prossimi giorni. L’indagine, condotta da Deloitte nella scorsa primavera su un campione di 2.120 donne e uomini appassionati di pallone, mette in luce come il 71 per cento di chi ama il calcio e ha meno di 35 anni vorrebbe una riforma del gioco. La percentuale degli insoddisfatti per le attuali regole scende al 65 fra chi ha più di 35 anni. In particolare, il 78 per cento degli intervistati (di ogni età) chiede maggiore certezza nella comunicazione delle decisione arbitrali. Il 68 per cento vedrebbe di buon occhio una revisione dei tempi di gioco – dalla riduzione della durata delle partite al tempo effettivo – mentre l’ipotesi di una riforma della struttura del campionato, con l’introduzione ad esempio di playoff e playout, trova d’accordo il 54 per cento del campione.
La necessità di una riforma
“La revisione del regolamento del gioco è un tema controverso, ma con un crescente consenso tra i tifosi, soprattutto i giovani. Secondo la nostra indagine, quasi due terzi dei fan over 35 sono favorevoli a queste modifiche, e l’interesse cresce ulteriormente tra i più giovani”, dice Luigi Capitanio, Partner di Monitor Deloitte. E Francesca Tagliapietra, TMT Industry Leader Deloitte Italia, aggiunge: “Questo indica una chiara opportunità per i club e le istituzioni calcistiche: rispondere a queste aspettative potrebbe non solo attrarre una nuova generazione di tifosi, ma anche mantenere rilevante e dinamico il gioco nel lungo termine, adattandosi ai cambiamenti culturali e di intrattenimento”.
Allo stadio la priorità è il cibo
Solo il 39 per cento dei tifosi più appassionati si dichiara soddisfatto dell’esperienza allo stadio, percentuale che scende al 10% tra i tifosi occasionali. La richiesta è chiara: i tifosi vogliono strutture moderne, che comprendano soprattutto aree di ristoro adeguate, indicate come priorità dal 54 del campione. Significativo il fatto che avere spazi verdi attorno allo stadio viene considerata prioritario dal 45 per cento dei tifosi, una percentuale maggiore rispetto aalla presenza di musei e negozi (40 per cento). La maggioranza del campione si dice disposta a spendere di più per i biglietti, a patto di avere impianti più corrispondenti alle loro aspettative.
Aprire i centri di allenamento
La maggior parte dei tifosi, circa l’80 per cento, vorrebbe potere visitare i centri di allenamento delle squadre, come in Italia avveniva fino a tutti gli anni Ottanta e come avviene ancora, per esempio, in molti club della Bundesliga a partire dal Bayern Monaco. In particolare, viene trovata considerata attraente dai tifosi la possibilità di incontrare i calciatori (58 per cento del campione) e avere corsi per ragazzi all’interno delle “cittadelle sportive” dei club (39 per cento). In larga maggioranza, i tifosi si dicono disposti a pagare per questi servizi.
Calcio femminile e videogiochi
Il calcio femminile è particolarmente seguito dai tifosi più giovani: il 79 per cento degli intervistati tra i 15 e i 24 anni si dichiara interessato, mentre l’interesse scende al 56 per cento tra gli over 65, di entrambi i sessi. Difficile però che il calcio femminile possa piacere al punto da spingere ad andare allo stadio: guardando al futuro, solo il 16 per cento dei tifosi di calcio pensa di potere assistere dal vivo a match feminili. Dati simili a quelli relativi al calcio femminile sono quelli degli i e-sports: il 73 per cento degli under 24 sarebbe disposto a seguire una squadra di e-games, contro il 21 per cento appena degli over 65.
Azionariato popolare e membership
Il 63 per cento dei tifosi che si definiscono “sfegatati” e il 42 per cento di quanti si dichiarano appassionati investirebbero in azioni della propria squadra, con una spesa media annua di 119 euro. Questo trend mostra un desiderio crescente di coinvolgimento diretto, che potrebbe replicare i modelli di successo di altri campionati europei, come la Bundesliga. Inoltre, i giovani soprattutto si dicono disposti a sottoscrivere contratti di “membership” a pagamento con il club che tifano, in cambio di vantaggi: il 62 per cento dei tifosi tra i 15 e i 24 anni si dice disposto a pagare circa 6 euro al mese per ottenere sconti e partecipare a eventi esclusivi.
I contenuti che appassionano
Per quanto riguarda la fruizione del calcio, la tv resta il canale preferito per vedere o comunque seguire le partite (il 44 per cento indica canali a pagamento, il 26 canali gratuiti), ma i giovani optano sempre più per app e social media: il 70 per cento degli under 24 dice di preferire – in generale, non solo per seguire il calcio – i nuovi media (Youtube, social e simili) ai media tradizionali. Per quanto riguarda i contenuti “laterali” al calcio, gli over 35 si interessano molto alla storia dei club, mentre fra chi ha meno di 35 anni cerca gli highlights. Tuttavia, solo un tifoso su quattro invece si interessa alle vicende societarie delle squadre.
Secondi schermi e gamification
Durante le partite, solo il 42 per cento degli under 35 mantiene la concentrazione sullo schermo, mentre il 38 per cento chatta con amici e il 32 per cento cerca statistiche online. La cisiddetta gamification – la trasformazione di ogni esperienza in gioco – rappresenta una grande opportunità per il mondo del calcio: quiz, sondaggi e sfide potrebbero arricchire l’esperienza dei tifosi nel vivere la partita, come dimostra il fatto che il 66 per cento degli intervistati accoglierebbe queste innovazioni.
La sostenibilità come valore fondamentale
La sostenibilità è un valore cruciale per i tifosi, che in grande maggioranza vedono il calcio come strumento per promuovere ideali ambientali e sociali. L’indagine rileva che il 74 per cento dei tifosi ritiene le istituzioni calcistiche e gli organi governativi i principali promotori del cambiamento. I giovani chiedono inoltre ai club trasparenza e coerenza nelle comunicazioni sostenibili, dall’ambito ambientale a quello dei diritti.