Bruxelles – Prima l’omaggio alle vittime dell’Heysel, mesto e sentito. “Il dramma avvenuto in questo stadio deve rimanere nella memoria di tutti, per rispetto di quelle persone che sono tragicamente mancate. Il calcio è fatto di momenti bellissimi e altri purtroppo tristi, che non devono più succedere. Bisogna far capire a tutti che lo stadio è un luogo per divertirsi e amare il nostro sport. Ho un ricordo indelebile di ciò che accadde il 29 maggio del 1985. Da quella che doveva essere la felicità per ognuno di noi di seguire una partita così importante, quella sera, subimmo all’improvviso un effetto devastante”. Luciano Spalletti è un uomo di particolare sensibilità e ha preso dunque spontaneamente la parola alla vigilia della sfida con il Belgio, mettendo inizialmente da parte i discorsi legati ai 90 minuti che possono regalare all’Italia il passaggio del turno in Nations League.
Spalletti: “Agli Europei ho sbagliato”
Dopo la doverosa premessa è arrivato il momento di parlare in maniera approfondita di calcio. “Ci aspettano due gare importanti, considerando pure quella di domenica con la Francia: per il risultato e per la qualità che sapremo mettere in campo. Il nostro obiettivo è vincere giocando bene a pallone, è la mia filosofia da trent’anni”, ha infatti messo in chiaro il tecnico degli azzurri, che dopo il fallimento degli Europei sta riuscendo a invertire la rotta. Spalletti sa che contro il Belgio alla sua Italia può bastare il pareggio, ma di calcoli non vuole saperne. “Non cambieremo la nostra mentalità e il modo che abbiamo di stare in campo, pensando alla qualificazione. Potrebbe essere pericoloso e per questo ce la metteremo tutta per avere lo stesso atteggiamento dimostrato finora nella Nations League. Dopo gli Europei abbiamo avuto la possibilità di lavorare in modo diverso, cercando di fare le scelte in base alle conoscenze e alle esperienze che ho fatto. Il mio comportamento non era stato di quelli giusti per la qualità che avevo a disposizione, nelle scelte e nella gestione dei giocatori, evidentemente. Il resto ce lo sta mettendo la squadra, adeguandosi alle necessità del calcio moderno. Libertà di interpretazione delle varie situazioni di gioco senza perdere ordine ed equilibrio: la ricetta è una sola. Per questo siamo andati alla ricerca di giocatori che sappiano stare in tante posizioni del campo…”.
Spalletti: “Uno tra Rovella e Locatelli sarà titolare”
Il ct per rafforzare il concetto ha voluto accanto a sé in conferenza il jolly Cambiaso. “Lui sa fare tante cose, ma non è l’unico. Anche Rovella e Locatelli stanno proponendo un calcio interessante e noi stiamo attenti a chi gioca bene. Un po’ è vero che ci manca il talento, però se in tanti riescono a dare il loro contributo è più facile crescere. I mediani con qualità fanno la differenza. Uno dei due partirà tra i titolari”. Non è una partita da esperimenti e Spalletti ha spiegato che non ne farà. “Abbiamo bisogno di un giocatore in grado di legare i reparti e avere attitudini offensive: Barella lo aspettavamo, perché sa fare tutto questo. Probabilmente sarà in campo. In porta nonostante la diffida ci sarà Donnarumma, perché bisogna fidarsi dei nostri giocatori. Devono saper gestire le tensioni in maniera corretta”.
“Lukaku sa trattare anche i palloni più sporchi”
Massimo il rispetto del ct per il Belgio. “È una Nazionale con tantissimi campioni, che giocano in club importanti. Sono sempre fortissimi, al di là delle assenze. Romelu Lukaku per noi sarà un’insidia da cui difenderci in maniera corretta, dobbiamo abituarci ad affrontare con lo stesso atteggiamento i giocatori top. I compagni cercheranno di metterlo nelle condizioni ideali per essere pericoloso e saranno fondamentali per limitarlo le marcature preventive, perché Lukaku ha la capacità di rendere giocabili anche i palloni più sporchi”. Ma l’Italia non è venuta a Bruxelles per difendersi e il messaggio conclusivo del tecnico azzurro è stato in questo senso forte e chiaro. “Vogliamo mostrare il nostro calcio, in questa sfida e pure con la Francia. Giocare bene è l’unica strada per arrivare alla qualificazione”.
Cambiaso: “Voglio essere sempre nel vivo dell’azione”
Tra i titolari ci sarà sicuramente Cambiaso, determinato e sicuro di sé. “Cerco sempre di fare le cose giuste, nella Nazionale come nella Juve. Spalletti non mi ha posto dei limiti particolari. Sono un giocatore che si sta evolvendo, mi piace stare sempre nel vivo della partita. Saper fare più cose è importante, nel calcio moderno. Cerco di fare quello che è utile per la squadra e in funzione delle difficoltà che ci propongono gli avversari. Non ho un ruolo preferito”. È lui l’uomo simbolo della nuova Italia.