Roma – “Sarò allenatore, dirigente e uomo dei Friedkin. Il fato mi ha rivoluto sulla panchina della Roma e io non potevo dire no. Ma abbiamo bisogno dei tifosi”. È un appello accorato quello di Claudio Ranieri nella conferenza stampa di presentazione per la sua terza avventura come allenatore giallorosso. Un fiume in piena, voglioso di spiegare come stanno le cose a Trigoria e nella testa dei Friedkin. “Vorrei mettere i punti sulle i”, sono state le sue prime parole. Ranieri ha toccato tutti gli argomenti, dal campo alla scrivania, dallo spogliatoio ai tifosi. Con il suo modo garbato ma fermo, anche nell’interrompere varie volte il ds Florent Ghisolfi presente al suo fianco per rispondere alle domande dei cronisti.
Ranieri e Dan Friedkin
Ranieri ha raccontato nel dettaglio l’incontro londinese con Dan Friedkin, partendo dagli errori commessi negli ultimi mesi: “Sapete che io sono diretto, per cui gliel’ho detto chiaramente. E devo essere sincero: lui mi ha lasciato a bocca aperta per le parole che ha usato, per il bene che vuole a questa squadra, a questa città, a questo club, non perché gli appartiene, ma perché sente un legame profondo”.
La Roma al centro di tutto
Ranieri ha svelato anche il pensiero del proprietario texano: “Mi ha detto, ‘Non posso viaggiare per il mondo, vedere Roma, Caput Mundi, al centro del mondo, e sapere che la squadra non sta andando bene. So di aver speso tanti soldi senza riuscire a fare ciò che voglio per questa squadra’. Ed è per questo che mi ha chiamato. Ora tocca a me, con la mia esperienza e il mio modo di lavorare. Mi auguro di riuscire nel compito che mi ha affidato. Quando mi ha detto queste parole, non potevo che rispondere di sì. Lo ringrazio, lo ringrazio per avermi riportato a casa, alla mia Roma. I tifosi sanno che, se dico A, farò tutto per raggiungere A, senza tergiversare. Questo è ciò che mi sento di dire a voi e a tutti”.
“L’obiettivo è fare il massimo, ragiono in positivo”
Sarà allenatore-manager che penserà prima di tutto al campo e a recuperare punti in classifica: “L’obiettivo specifico è cercare di fare il massimo. Oltre al contratto, ho dei premi legati al raggiungimento di tutti gli obiettivi possibili, non mi voglio precludere niente. So che ci sono delle difficoltà, ma io sono una persona positiva. Non mi concentro su ciò che è andato male o su ciò che non è successo. Sono sempre positivo, fino in fondo. Noi, quando scendiamo in campo, dobbiamo ricordarci anche dei sacrifici che fanno i tifosi per seguire la squadra”.
“Sono vicino alla famiglia Friedkin”
Poi Ranieri sarà anche “dirigente senior”, come scritto nel contratto: “Per quanto riguarda il contorno, come ha spiegato, io sono una persona vicina alla famiglia Friedkin, lavoriamo insieme per fare tutto nel miglior modo possibile. Parleremo, decideremo, cercheremo di sbagliare il meno possibile, perché ricordatevi che solo chi fa, sbaglia. C’è un bellissimo detto a Firenze che recita che è più facile criticare che fare. Noi faremo, e saremo criticati, ma cercheremo sempre di fare le cose nel verso giusto. Questo è ciò che mi è stato chiesto. Il Presidente vuole una squadra e una società seria, una società di persone che lavorano. Ha fatto molti cambiamenti, stanno facendo cose molto belle, diciamocelo. La squadra è la cosa più importante, è il nostro biglietto da visita. Roma è conosciuta in tutto il mondo e il Presidente vuole che sia conosciuta bene anche per il calcio. Questo è ciò che mi ha chiesto”.
Sui moduli: “Devo vedere la forma dei giocatori”
Domenica prossima arriva il Napoli e oltre al contorno c’è da pensare al campo, a come giocherà la sua Roma: “Io credo che ormai non esista più un sistema base, tranne forse per quelle squadre o quegli allenatori che lavorano da tanti anni nello stesso ambiente. Anche Gasperini, per dire, non gioca più solo con la difesa a 3 e ha costruito la squadra in nove anni. Oggi tutti gli allenatori cercano di apportare modifiche durante la partita per scombinare i piani dell’avversario. Quindi, dirvi adesso che giocherò in un certo modo non sarebbe onesto, né con voi, né con i tifosi, e nemmeno con me stesso. Devo prima vedere chi è in buona forma, in base al mio modo di intendere il calcio. Solo allora deciderò se giocare a 3, a 4, a 5”.
“Voglio atleti che sputino sangue sul campo”
Per l’allenatore è l’atteggiamento a fare una squadra. Anche per ricompattare la tifoseria giallorossa: “Non è una questione di moduli, ma di giocatori: voglio atleti che sputino sangue sul campo, che non mollino mai, neanche quando le cose vanno male. Non devono cedere nemmeno un centimetro. Prima di tutto, sono un tifoso, poi un allenatore. Io sono più tifoso di tutti i tifosi. Per questo chiedo ai nostri tifosi di starci vicino, soprattutto in questo momento. Da ex giocatore, vi dico: giocare in casa, con il tuo pubblico che ti fischia, è la cosa più difficile che ci sia. In trasferta i fischi ti caricano, ma in casa, dai tuoi tifosi, ti spezzano. Capisco che i tifosi erano scontenti, ma vi garantisco che non era per mancanza d’impegno. Io li vedevo, i giocatori correvano, spesso a vuoto, ma ci mettevano tutto. Però le cose non venivano. Voglio una squadra e un pubblico coesi. Qui siamo una famiglia: società, dirigenza, allenatori, giocatori, magazzinieri, staff medico, tutti, anche chi si occupa dei campi”.
Ranieri: “Chiedo aiuto a tutti, non c’è il tempo per sbagliare”
Ranieri ha svelato cosa ha detto ieri, nella sua prima giornata da allenatore: “Mi sono rivolto non solo alla squadra, ma a tutti i miei collaboratori. Ho chiesto loro di aiutarmi, perché devo fare meno errori possibile. Non ho tempo di sbagliare. Abbiamo davanti tre partite, una più importante dell’altra. Voglio che i tifosi vengano allo stadio e, anche se le cose andassero male, escano dicendo: ‘Ci abbiamo provato’. Voglio che vedano una squadra che lotta fino all’ultimo secondo. Voglio che escano orgogliosi della squadra. Questo è ciò che mi sento di promettere, ai tifosi e a me stesso.
Parlerò con Totti per capire se può dare una mano
Si è parlato anche di Totti e De Rossi: “Sicuramente si parlerà con Francesco, per capire se ci può dare una mano, vediamo quello che ci può dare. Non siamo chiusi, io non sono chiuso”. E sull’ex allenatore rivela i contatti costanti: “L’ho sentito e lo risentirò nei prossimi giorni. Ma onestamente adesso mi è stata data la direzione della panchina, per cui penso a questo. Non mi sento di illudere nessuno. Adesso faccio questo lavoro, poi vediamo”.
“Meno gente vedo e meglio è”
La Roma da mesi è senza amministratore delegato e la dirigenza è affidata al solo Ghisolfi, ora con l’aiuto di Ranieri. Ma l’allenatore vede queste mancanze come un vantaggio: “Io voglio stare sempre solo, perché per me è importante lo spogliatoio. Io meno gente vedo, meglio è. Io capisco che in Italia la figura di un presidente ci deve stare. È questo l’ho detto a Dan Friedkin. Ma tutte le proprietà straniere parlano pochissimo. Se si è reso conto degli errori? E se mi ha chiamato si è reso conto. Se ci sono stati dei personaggi che hanno sbagliato? Beh, questo l’avrà capito lui, io non gli sono stato a dire gli errori del passato. Lui mi ha detto, io voglio portare la Roma ad alti livelli. Per questo ho chiamato lei. Che mi deve dire una persona di più?”.
Aiutare i giovani allo sbaraglio
Sul mercato di gennaio, ha glissato, aspettando le risposte della squadra: “Fatemi conoscere i calciatori, devo toccare con mano ciò che ti può dare un giocatore o un altro. La Roma ha preso tanti giovani, tutti validi, ma i giovani vanno inseriti in una squadra compatta. Qui è cambiato allenatore, è arrivato un altro allenatore, e ne arriva un altro. Invece di proteggere questi giovani che sono tutti bravi, stanno un po’ così, allo sbaraglio. Vediamo quelli che sono bravi per me da qui a gennaio. Poi, se c’è l’opportunità, e ci sarà sicuramente l’opportunità di prendere qualcuno, sono sicuro che mi accontenteranno”.