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All’Italia di Spalletti questa Francia non fa più paura

A San Siro (ore 20.45, Rai1) la sfida che decide la classifica del girone di Nations League: per restare primi, gli azzurri possono anche perdere con un gol di scarto

Milano – La Francia è stata accolta a San Siro dalla scighera: la nebbia milanese mette apprensione per la partita di Nations League. Si vedevano comunque perfettamente, sui maxischermi dentro il recinto del Meazza, le immagini dei successi della Nazionale italiana, incluso il video di Berlino 2006 con la testata di Zidane a Materazzi. Una rappresentanza degli eroi di Berlino, capeggiata dal rigorista De Rossi, presenzierà in tribuna, però non è al passato, ma al presente, che si affida Spalletti per sorridere. L’Italia è in testa al girone. E per vincerlo, garantendosi un’avversaria più morbida nei quarti di finale a marzo (al momento una tra Croazia, Danimarca e Olanda), si potrebbe addirittura permettere di perdere con un gol di scarto.

La fine di un percorso iniziato proprio contro la Francia

L’ipotesi non è contemplata dal commissario tecnico, anche perché questa insperata condizione di vantaggio rispetto ai vicecampioni del mondo, semifinalisti all’Europeo del giugno scorso, gli azzurri se la sono costruita con merito, in soli tre mesi. Il percorso è cominciato proprio col 3-1 di inizio settembre al Parco dei Principi, quando i reduci della batosta tedesca agli ottavi con la Svizzera, in versione riveduta e corretta dal 3-5-1-1 — e dal determinante innesto di Tonali rientrato dalla squalifica — travolsero a domicilio i Bleus. Quel risultato ha segnato il capovolgimento dello stato d’animo col quale le due squadre erano da tempo abituate ad affrontarsi.

Deschamps alla prese col caso Mbappé

La critica addebita a Deschamps, in sella dal 2012, sia i quattro 0-0 del 2024 sia il gioco fondato sui guizzi individuali. Il pareggio senza gol, in casa con Israele, ha scatenato i detrattori, che vorrebbero al suo posto Zidane, anche se lo blindano il contratto fino al 2026 e la verosimile rielezione a dicembre del presidente federale Diallo. In realtà la Francia pare soprattutto ostaggio di Mbappé, transfuga al Real Madrid incupito da vicende calcistiche ed extra, la più recente delle quali, il nebuloso caso della violenza sessuale in Svezia, ha contribuito alla mancata convocazione del numero 10. Lui non si sarebbe potuto esimere dalle conferenze stampa, in quanto capitano, e Deschamps, che gli aveva assegnato la fascia in Germania, avrebbe dovuto rispondere alle domande sull’accantonamento del veterano Griezmann, che proprio a settembre ha detto addio alla nazionale francese. Così il tecnico, forte del titolo mondiale del 2018, si è difeso solo sul tema principale: “Ho le energie per mantenere la squadra ai più alti livelli. Cambierò molti giocatori”. L’ex juventino Rabiot si candida, il milanista Hernandez è in dubbio (ginocchio).

Spalletti e i ballottaggi dell’ultima ora

palletti professa l’intenzione opposta, dopo l’1-0 in Belgio: “Abbiamo sbagliato solo la partita con la Svizzera. Maldini? La sua eleganza va oltre la normalità del palleggio. Kean? È in forma straordinaria”. La formazione vincente a Parigi, che aveva Calafiori, Ricci e Pellegrini qui assenti, lascia intuire, rispetto al Belgio, il ballottaggio tra Locatelli e Rovella in regia. L’altro dilemma è tra Kean e Retegui in attacco. La conferma di Barella trequartista si frappone all’idea di un Maldini di nuovo titolare azzurro a San Siro.

Le certezze le sfoggia Donnarumma, già fischiato qui dai milanisti: “Il pubblico farà il tifo per tutti noi. Questo è un gruppo molto unito: all’Europeo eravamo un po’ divisi”.

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