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Calcio senza soste: fino al 16 marzo si gioca due volte la settimana. Il Milan può arrivare a 30

Da venerdì e fino alla prossima sosta, 114 giorni senza respiro: le inglesi possono disputare addirittura 32 partite, i rossoneri fino a 2 di meno. E nel frattempo si assegneranno i primi trofei, a partire dalla Coppa Intercontinentale

TORINO – Da venerdì 22 novembre, quando si riprenderà in Germania e Francia con Bayern Psg e Brest già in campo, a domenica 16 marzo, quando ci si fermerà per la prossima sosta internazionale, le squadre di club correranno la loro lunga marcia nel cuore della stagione del calcio, una maratona di 114 giorni che porterà a traguardi volanti ma decisivi, perché introdurranno lo sprint finale nei campionati, nelle coppe nazionali e in quelle coppe Europee. È la fase più importante del calendario, perché deciderà chi resterà a correre per vincere qualcosa (o per salvare le penne, per chi si barcamena nei bassifondi).

Quattro titoli già in palio: Intercontinentale (con il Real), Supercoppa italiana e spagnola e Coppa di Lega inglese

Nel frattempo verranno assegnati alcuni titoli, come la Supercoppa italiana e quella spagnola, con le final four di gennaio a Riad, la Coppa di Lega inglese (a Wembley proprio il 16 marzo) e persino la Coppa Intercontinentale, che esiste ancora anche se non se ne sta accorgendo nessuno, visto che tutti pensavano che il Mondiale per Club dell’estate prossima l’avrebbe scalzata. Invece no, la Fifa ha deciso che se la giocheranno il 18 dicembre a Doha il Real Madrid e la squadra che sopravviverà agli spareggi tra i campioni dei continenti extra-europei.

La maratona delle nuove coppe europee: attese otto partite

Nelle tre coppe europee – Champions, Europa League e Conference – si disputeranno gli ultimi quattro turni della fase a gironi, dopodiché ci saranno i play-off tra le squadre piazzate tra il nono e il ventiquattresimo posto di ogni competizione e quindi gli ottavi di finale tra le prime otto e le sopravvissute agli spareggi: in tutto, fanno otto gare ancora, o sei per chi sarà più bravo.

Liverpool, Arsenal, Tottenham e Manchester United impegnati su quattro fronti

Il calendario è intasato, non ci sarà un attimo di pausa. Le squadre che faranno strada nelle varie coppe, estere o domestiche, possono arrivare a giocare 32 partite in meno di quattro mesi, in pratica un impegno fisso di due gare a settimana: a raggiungere quella quota possono essere le quattro inglesi impegnate in Europa che si sono qualificate anche per i quarti di finale di Coppa di Lega, vale a dire Liverpool, Arsenal, Tottenham e Manchester United, cui possono toccare anche tre turni di Fa Cup, che per loro deve ancora cominciare: le squadre di Premier entreranno infatti in lizza a gennaio, all’altezza dei trentaduesimi di finale.

Milan senza respiro: a febbraio c’è anche il recupero contro il Bologna

In Italia la quota massima di partite, trenta, la può invece toccare il Milan, che a febbraio sarà con ogni probabilità impegnato anche nel recupero della gara contro il Bologna rinviata a ottobre. Da noi sono in calendario 17 giornate di campionato, dalla tredicesima alla ventinovesima, e due turni di Coppa Italia, ottavi e quarti di finale. Inoltre Inter, Juventus, Atalanta e Milan saranno impegnati tra il 2 e il 6 gennaio nella Supercoppa in Arabia Saudita: se facessero strada in ogni coppa, i rossoneri finirebbero dunque per giocare più di tutti, mentre Inter, Atalanta e Juve si fermerebbero a 29 partite.

Si gioca fino al 25 maggio, ma Bundesliga e Ligue 1 finiranno una settimana prima

Il 16 marzo, quando le competizioni per club si fermeranno per lasciare spazio ai play-off di Nations League, le coppe europee saranno arrivate ai quarti, quelle nazionali alle semifinali (Italia, Francia, Spagna e Germania) o ai quarti (Inghilterra) e i campionati nazionali allo sprint, tra le dieci giornate che mancheranno al termine della Liga e le otto di Bundesliga e Ligue 1 che, essendo tornei a 18 squadre, potranno permettersi di finire una settimana prima degli altri, il 18 maggio: sembra poco, ma è il tempo minimo che serve per prendere un po’ respiro.

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