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San Marino, dal miracolo al sogno dei Mondiali: “Ora ci fermano per strada”

La nazionale, 210ª nel ranking Fifa, promossa in Lega C di Nations League.
Il ct Cevoli: “Vorrei rubare ad Ancelotti
la capacità di gestire il gruppo”

Dal telefono di Roberto Cevoli rimbalzano i complimenti dei sammarinesi che incontra camminando: «Sono nato a Rimini nel 1968 ma vivo a San Marino dall’83. Questa è una terra calorosa ma prima per strada non mi riconosceva nessuno, ora invece mi fermano e mi salutano. Impegnativo ma molto, molto bello». In una sola serata, il commissario tecnico della nazionale che ancora occupa il 210° e ultimo posto del ranking Fifa ha scritto la storia calcistica del paese incastonato tra la Romagna e le Marche. Il 3-1 di Vaduz con il Liechtenstein è stato il suo primo successo di sempre in trasferta su 211 match giocati, la prima vittoria in rimonta e la prima partita conclusa segnando tre gol. San Marino ha conquistato la promozione in Lega C di Nations League e, attraverso gli arzigogoli del regolamento, può addirittura sperare in un posto nei play-off per qualificarsi ai Mondiali del 2026.

Tanti giovani, un solo professionista

Traguardi raggiunti schierando giocatori con una media di 21 anni e mezzo e con un solo professionista in campo, Nicola Nanni, centravanti della Torres in Serie C. Merito del lavoro della federcalcio locale, che ha creato la San Marino Academy, formata da calciatori under 22, tutti convocabili in nazionale. Da due stagioni la squadra gioca nel massimo campionato, insieme ad altri quindici club che hanno l’obbligo di avere sempre in campo un solo sanmarinese. «I ragazzi — spiega Cevoli — hanno dimostrato le loro qualità. Noi li abbiamo solo aiutati a prenderne coscienza. Devi farli crescere e accumulare esperienza. Troppo spesso non hanno questa opportunità». E lo dice un allenatore che per lavorare con gli “under” è andato dall’altra parte del mondo, in Cina: nel 2014 è stato tecnico del settore giovanile dello Jiangsu Sainty, a Nanchino, «un’avventura meravigliosa, che mi ha fatto conoscere una cultura per me nuova e mi ha mostrato una grande dedizione al lavoro».

Cevoli: “Vorrei la capacità di gestire il gruppo di Ancelotti”

Prima e dopo, tante panchine in giro per l’Italia, tra Lega Pro ed Eccellenza, e un’esperienza in Albania con il Teuta per l’ex difensore che nella stagione 1995/1996 fu allenato alla Reggiana, in Serie B, da un giovane Carlo Ancelotti: «Se ci riuscissi, vorrei rubargli la capacità di gestire il gruppo, ogni gruppo. In questo è inarrivabile, ci faceva sentire tutti importanti, ci rispettava: sembrava uno di noi, non sopra di noi. Sicuramente gli ho rubato il discorso che ci fece al primo allenamento: il calcio è la più importante delle cose meno importanti. Mi è rimasto così impresso che lo ripeto ancora oggi ai miei calciatori».

Il maestro Franco Varrella

E pazienza se anche quello è in realtà un “furto”: la frase ha il copyright di Arrigo Sacchi, di cui Ancelotti è stato vice, così come Franco Varrella, che lo affiancò sulla panchina dell’Italia per due anni: «Ho avuto anche Varrella come allenatore — dice Cevoli — e lo considero il mio maestro, non solo a livello tattico. Un vero professore, che ora fa parte della commissione tecnica della nostra federazione: continua a darmi insegnamenti importanti. Con Ancelotti ci siamo visti ogni tanto a Coverciano, mi piacerebbe confrontarmi con lui ma non ho il numero del cellulare, chissà quanti ne avrà cambiati da allora».

Niente naturalizzazioni facili

San Marino non ha scelto la strada delle naturalizzazioni facili. Ha invece coltivato talenti come quelli dei gemelli Giacomo e Tommaso Benvenuti, classe 2006, difensori della Primavera del Sassuolo: terzino destro e terzino sinistro. Sono i figli di Andrea, oro negli 800 metri agli Europei di atletica leggera di Helsinki, nel 1994: «Grazie al Dna sulla fascia corrono proprio come due ottocentisti. Hanno anche i piedi buoni, però». Ride Cevoli, ridono le persone intorno a lui. San Marino non dimenticherà mai questo novembre di prime volte.

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