Nel segno del 10, seduci San Siro. Nella foto di gruppo che si rinnova di un classico del nostro calcio – questo 242 esimo Milan vs Juventus – si distingue una maglia più di altre: la numero 10, scrigno di eleganze sparse e pennellate d’autore, fantasie a tema libero al di là di ogni ragionevole verdetto.
Il colpo di Diaz
Oggi tocca al campione interrotto, Leao, e all’intermittente Yildiz rinverdire i fasti di chi – prima di loro – si è caricato sulle spalle della 10 il destino felice della diversità. Due anni fa, 8 ottobre 2022, il 10 del Milan lo indossava lo spagnolo Brahim Diaz: partì dalla propria metà campo, superò in velocità Bonucci, si smarcò da Milik e infine calciò, sfidando l’azzardo. Altro salto indietro: 2 marzo 2014, il 10 è quello dell’Apache Tevez, a San Siro Juventus batte Milan 2-0. Staffilata tremenda dell’argentino da trenta metri, così, “de botto”: l’incolpevole Abbiati può solo guardare il pallone che sbatte sulla traversa e finisce in rete. I portieri, è noto, quando nelle cronache e nelle poesie (di Umberto Saba) cadono alla difesa ultima vana, sono sempre esenti da colpe.
Baggio firma due volte a San Siro
Fu una rovesciata di un 10 iconico, Del Piero – 8 maggio 2005 – a cogliere spiazzata la difesa del Milan e offrire a Trezeguet la lama per il colpo definitivo. 1-0 per la Juve, era la quartultima giornata, lo scudetto prese la strada di Torino (ma un anno dopo venne revocato in seguito alle sentenze post-Calciopoli). Esattamente dieci anni prima un giovane ed imberbe Del Piero – 15 ottobre 1995 – aveva segnato (diagonale di sinistro) un gol inutile ai fini del risultato, ma rimarchevole per la sua carriera: il primo a San Siro. Nel 1993 il Baggio juventino firma due volte a San Siro. Prima – a metà aprile – segnando un gol alla Baggio: fuga solitaria di trenta metri, finta che mette a sedere il portiere Seba Rossi e tocco ad appoggiare il pallone in rete. E qualche mese dopo – all’inizio del campionato successivo – su calcio di rigore.
Gullit addobba la Juve
Il 30 dicembre 1990 lo stadio è addobbato con le luci natalizie e i venditori di bibite e snack nei distinti indossano improbabili cappelli da Babbo Natale: il Milan di Sacchi dà una lezione di calcio alla Juventus di Maifredi, 2-0, raddoppio del 10 rossonero, Ruud Gullit, che un paio d’anni prima Gianni Brera ha battezzato “Simba”, il tutto per la gioia delle migliaia di tifosi che quella domenica impreziosiscono il look con il copricapo che va di moda a Milano, quello con le treccine simil-Gullit.
Platini, il 10 per eccellenza
Il 10 per eccellenza, in casa Juve, degli anni 80 è Michel Platini: Le Roi a San Siro contro il Milan va a segno due volte, una su rigore e l’altra con quello che Ennio Vitanza nel servizio Rai definisce “sinistro sporco” – un tiro al volo da fuori area – e che oggi verrebbe salutato come un gol “pazzesco”. Nella domenica del pugno di Damiani a Cabrini dopo appena 3 minuti (espulso, Milan in inferiorità numerica, la Juve passeggia e vince 3-0) c’è grande contestazione nell’ambiente rossonero, come conferma il servizio di Gianfranco Galeazzi per la “Domenica Sportiva”: un tifoso si lamenta per aver pagato la follia di 35.000 lire un biglietto dai bagarini, “per vedere questi quattro cani giocare a calcio”.
Rivera e Sivori
Nel listone dei 10 che hanno lasciato il segno nel romanzo di Milan vs Juventus non possono mancare ovviamente Gianni Rivera – a segno 5 volte a San Siro contro i bianconeri – che una domenica di metà anni 70 segna una doppietta firmando (record) due volte dal dischetto; e Omar Sivori. In una sfida di tardo autunno del 1963, finita 2-2, il diabolico “Cabezòn” tiene fede alla sua fama di simpatica canaglia e con un perfido calcio sugli stinchi seguito da un pestone azzoppa il suo diretto marcatore, Mario Trebbi, e poi se ne va come un angioletto a fare gol.