LONDRA – Un Pep Guardiola così disagiato non l’avevamo mai visto. Non bastavano i record negativi: ieri, dopo il clamoroso pareggio in casa contro il Feyenoord in Champions, il tecnico del Manchester City si è presentato in sala stampa con un vistoso graffio sul naso e tanti segni di ferite sulla testa. Come mai? “Mi sono fatto male con l’unghia del dito, mentre mi mettevo le mani sul volto”, ha risposto sorridendo, “mi piace farmi del male”. Era una solo una battuta, certo non piaciuta alle associazioni e ong che ogni giorno combattono gli atti di autolesionismo degli adolescenti. In ogni caso, è un ulteriore, palpabile segnale della crisi che stanno attraversando Guardiola e i suoi, mai così in basso e umiliati dalla prima stagione del catalano a Manchester otto anni fa.
Da 3-0 a 3-3
Il City è riuscito a pareggiare 3-3 dopo esser stato in vantaggio di tre reti fino al 75esimo e ora rischia una clamorosa eliminazione dalla Champions. Certo il difensore croato Gvardiol ha due gol sulla coscienza e se il tiro deviato di Grealish fosse entrato, invece di colpire la traversa in pieno recupero, ora staremmo parlando di pazza rinascita del City.
Flop senza precedenti
Eppure, dopo cinque disfatte consecutive stagionali (mai successo prima a Pep), il flop di ieri sera da 3-0 al 75esimo è senza precedenti nella storia di tutta Champions League. Non solo: dopo i quattro gol subiti in casa domenica scorsa contro il Tottenham, il City ne ha concessi altri tre ieri all’Etihad, per un totale di 13 reti nelle ultime quattro partite. Numeri inconcepibili per tutta la carriera di Guardiola.
Pesa l’assenza di Rodri
Il problema del City è che non si è ritrovato dopo il grave infortunio di Rodri, e ci sarà un motivo essendo Pallone d’Oro. Da allora la squadra ha perso incredibilmente equilibrio, soprattutto quando subisce le transizioni o si trova improvvisamente scoperta. Ovviamente il centrocampista spagnolo non è il solo motivo di questa caduta degli dei celesti: oltre ai giovani come Neres e Savinho ancora non entrati nei meccanismi di Pep, è la colonna vertebrale della squadra che in pochi mesi si è spezzata. Non solo Rodri, ma anche Ruben Dias manca da settimane al centro della difesa (sempre per infortunio) e ovviamente Kevin De Bruyne. Che sta vivendo una stagione da comparsa di lusso, tra acciacchi e tentazioni arabe sopite in estate: oramai subentra spesso nel secondo tempo ma, nonostante sia ancora un artista del calcio, non lascia mai il segno in una squadra sempre più depressa. E domenica c’è lo scontro diretto ad Anfield contro il Liverpool. Che nel frattempo è già volato a +8 dopo solo 12 giornate.