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Crisi Raspadori, gioca sempre meno e ora a gennaio potrebbe andare via

Scavalcato nelle gerarchie del tecnico Conte da Simeone e da Ngonge, sarà ceduto se arriverà un’offerta non inferiore ai 20 milioni

L’intreccio di mercato tra Napoli e Torino non si farà. È bastato quello estivo con la maxi trattativa che ha vestito Alessandro Buongiorno di azzurro. Il capitano granata è diventato una colonna del progetto Conte. Il Toro adesso vorrebbe tanto completare un’altra operazione, ma a parti invertire. L’infortunio di Duvan Zapata ha cambiato le prospettive di un campionato cominciato con il ruolo di sorpresa. Il Torino sta soffrendo e cerca un attaccante importante per rilanciarsi a gennaio. Il pensiero fisso è Giovanni Simeone che garantisce gol e grinta da vendere. Le avances granata nei confronti del Napoli durano ormai da mesi, ma la risposta è ferma e cortese. “Grazie, ma Giovanni non si muove”.

Non è tanto una questione di valutazione – il Napoli ovviamente non si priverebbe mai del Cholito in prestito – ma di opportunità. Simeone ha la fiducia di Antonio Conte che lo ha rilanciato in questo avvio di stagione e rinunciare ad una risorsa così preziosa a metà campionato potrebbe essere controproducente. Al diretto interessato poi piace tanto restare in azzurro: non ha mai nascosto il suo amore per il Napoli ma anche per Napoli, dove è stato praticamente adottato sin dal primo giorno. Difficile, dunque, aprire una breccia in una decisione già presa. Il club azzurro ha rinviato ogni discorso in estate, quando si verificherà pure il fronte relativo ad Ange Bonny, il centravanti francese del Parma che piace tanto a Conte. Ma adesso ogni discorso è prematuro e rappresenterebbe una mancanza di rispetto nei confronti di Simeone. Ha accettato il ruolo di vice Lukaku con determinazione. Conte gli sta dando spazio soprattutto nei finali di gara e il Cholito è spesso protagonista. Ha segnato un gol in campionato (col Bologna) e gli piacerebbe aumentare la collezione. Attenderà il suo momento e si farà trovare pronto, quando sarà chiamato in causa, magari già domenica nella trasferta contro il Torino. Diversa, invece, la situazione di Giacomo Raspadori. Senza le coppe, sta trovando poco spazio: dopo le prime tre partite in campionato (Lukaku ha debuttato col Parma), è praticamente sparito dai radar collezionando appena 49 minuti e ben sette panchine. Non è più un’alternativa sugli esterni, Conte preferisce affidarsi a Ngonge (a destra) e Neres (a sinistra). Raspadori viene impiegato soprattutto come seconda punta accanto a Lukaku, quando magari c’è da recuperare il risultato in un 4-2-3-1 molto offensivo. Probabilmente Jack avrà una chance dal primo minuto giovedì in Coppa Italia contro la Lazio nella gara valida per i quarti di finale, ma ovviamente sa di dover giocare di più per continuare ad essere protagonista pure in nazionale. Lo ha detto in un’intervista concessa durante la sosta del campionato a Vivo Azzurro Tv, la tv web della nazionale: «Ho 24 anni e non sono più un giovane. Sono molto ambizioso e ho diversi obiettivi. In questo momento della mia carriera, vorrei completare la mia maturazione cercando di trovare spazio e continuità e un minutaggio che mi consenta di esprimermi al meglio. Sono convinto delle mie qualità e so di poter fare ancora tanto». Parole che sembrano un messaggio molto chiaro sul suo futuro. Raspadori vuole giocare e quindi si guarderà intorno a gennaio. Il Napoli lo lascerà partire soltanto se arriverà un’offerta convincente (intorno ai 20 milioni di euro). Jack ha avuto una richiesta dall’Atalanta quest’estate e piace da sempre a Cristiano Giuntoli, ma è difficile che il club azzurro rinforzi una diretta concorrente per la Champions come la Juve. Potrebbe alla fine spuntarla il Marsiglia di Roberto De Zerbi che conosce Jack sin dai tempi del Sassuolo. Perché se Simeone è blindato, Raspadori può partire.

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