BARCELLONA – Non sempre l’erba del vicino è necessariamente più verde. Tuttavia, confrontarsi con l’esterno è fondamentale per capire a che punto siamo. In qualunque campo. Anche nel calcio che, per dirla in fusignanese, è pur sempre “la cosa più importante delle cose meno importanti”. Ebbene, se fosse una rubrica della Settimana enigmistica, il tema di questo articolo si chiamerebbe ‘Trova le differenze’.Ieri mattina, il gip di Milano, Domenico Santoro, ha deciso di convalidare l’arresto, con tanto di custodia cautelare in carcere, di Cristian Ferrario, tifoso interista trovato in un magazzino di Cambiago in compagnia di “54 pezzi”: un vero e proprio arsenale tra cui spiccavano “un fucile AK 47, una mitragliatrice Uzi e tre bombe a mano”. Per sua stessa ammissione, Ferrario è il “tuttofare di Andrea (Beretta, ndr)”, capo ultrà dell’Inter che, dallo scorso 5 settembre, è in carcere per l’omicidio di un altro leader della Curva Nord, Antonio Bellocco, il fu erede designato dell’omonima ‘ndrina.
L’arsenale
Nonostante sia stato trovato con le mani nella polvere da sparo, Ferrario ha assicurato di “non saperne nulla”, perché le armi erano ben nascoste. Tuttavia, ha ammesso che quello di avere un arsenale a sua disposizione era sempre stato un pallino di Beretta. Ed è anche per questa ragione che gli inquirenti non hanno potuto fare a meno di parlare di “quadro inquietante” che si aggiunge, per certu versi acutizzandola, all’inchiesta ‘Doppia curva’ avviata nel 2018 dalla Procura Antimafia di Milano con l’obiettivo di smantellare gli stretti legami tra il tifo organizzato di Inter e Milan e alcuni gruppi criminali che utilizzavano – e qui l’imperfetto potrebbe essere un errore – gli stadi come agorà per le loro attività illecite. Per renderlo possibile, i leader della Curva Sud e di quella Nord hanno firmato “un patto di non belligeranza”. E la verità è che dal tenore di alcune intercettazioni i due club non ne escono granché bene.
La scelta del Barcellona
Dall’hinterland milanese e uno stadio di San Siro festante e pieno per la vittoria dell’Inter in Champions League contro il Lipsia, ci spostiamo in Catalogna, sulla montagna magica di Montjuic che, però, da ieri è un po’ meno magica per i 572 componenti della ‘Grada Animació’, ossia del tifo organizzato del Barcellona. Ebbene sì, dopo essere stato ostaggio di gruppi di violenti, il Barcellona all’inizio del secondo millennio ha fatto piazza pulita, riportando in curva, solo pochi anni fa, quattro mini gruppi di tifosi organizzati ai quali ha affidato il compito di rendere più amena l’atmosfera allo stadio. Alla base di tutto, però, il rispetto e, quindi, la sostenibilità: due punti cardinali da seguire non solo per salvaguardare l’aspetto economico, ma anche per una mera questione di civiltà. Per poter davvero sentirsi fieri di essere, in quattro parole, ‘més que un club’.
Patti chiari amicizia lunga, insomma: l’accordo tra la società catalana e la Grada, infatti, prevede un asterisco importantissimo che stabilisce che a pagare le multe saranno gli infrattori. Ed è per questa ragione che nelle scorse settimane, il Barça ha mandato a dire ai suoi 572 baldi giovani che avevano tempo fino alla mezzanotte di lunedì scorso per versare nelle sue casse i 21 mila euro che il club ha già pagato a Uefa e Liga per le 14 infrazioni commesse durante la stagione 2023-2024 e che, in caso contrario, avrebbe chiuso “sine die” il settore a loro riservato. Detto, fatto: durante la sfida Champions vinta dai blaugrana 3-0 contro il Brest, Lewandowski non ha, infatti, potuto celebrare assieme ai propri tifosi più rumorosi il suo centesimo gol nella massima competizione continentale.
La mano dura
Senza fronzoli, senza tanti giri di parole. E non c’è dubbio che, come hanno assicurato i rappresentanti della Grada Animació, a pagare, come al solito, sono stati anche i giusti per i peccatori: “Noi stiamo collaborando sin dall’inizio. I soci della Grada passano tre filtri: il nostro, quello del club e quello dei Mossos (la polizia catalana, ndr). Richiamiamo l’attenzione a non seguire i cori che arrivano dall’esterno, ma non possiamo fare i poliziotti anche perché il club ha gli strumenti per individuare e punire le persone che hanno comportamenti riprovevoli”. Il Barcellona, però, non ne vuole sapere e non abbandonerà la strategia della mano dura perché non ha nessuna voglia di tornare al passato. Trovate le differenze?