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Dal Milan alla Juve, le grandi pensano già al mercato: ecco cosa serve a gennaio

Tredici partite di campionato sono sufficienti per i primi giudizi sulle rose: da Chiesa a Zirkzee, gli uomini che animeranno le trattative

Tredici partite di campionato più cinque di coppa (per chi ce l’ha) costituiscono un materiale probatorio sufficiente per dare un primo giudizio sul mercato estivo, e da lì decidere un eventuale intervento nella finestra di gennaio. Le domande ai dirigenti — da Ibrahimovic a Giuntoli, da Marotta a Percassi — hanno iniziato ad affrontare il tema, ricevendo risposte di maniera che non negano comunque una crescente attenzione. Con una ventina di gare alle spalle i punti deboli sono ormai acclarati, e chi ha i mezzi per rimediare subito — specie per non fallire obiettivi economicamente decisivi come il posto Champions — ci sta pensando.

La difesa del Milan

Prendiamo il Milan, distanziato dai 6 ai 9 punti (dipenderà dal recupero) dal quarto e pure dal quinto posto che il buon comportamento delle italiane in Europa potrebbe confermare utile. Non può pensare di risalire una classifica già così impervia senza migliorare il rendimento della difesa (il primo gol preso a Bratislava, sugli sviluppi di un corner a favore, è una cosa che non sta né in cielo né in terra). Ebbene, in quella fuga dalle responsabilità che è il mantra non solo sportivo dell’epoca, è invalsa l’abitudine di sostenere che i limiti di una difesa non siano mai dei difensori soltanto, ma riguardino le carenze dell’intera squadra nella cosiddetta fase difensiva. Naturalmente in questo enunciato c’è del vero: ma l’abitudine a estremizzarlo ha affrancato i difensori da ogni responsabilità, un po’ come quando si parla di un crimine addossandone la colpa alla società, alla vita moderna o all’immaginario collettivo. Piano. Un crimine è un crimine, viene commesso da un preciso individuo. Poi gli puoi concedere tutte le attenuanti del caso perché la società è cattiva e blablabla, ma gli errori sono innanzitutto suoi. Analogamente è chiaro che la protezione di Fofana, che non manca mai, e perfino l’intermittente partecipazione di Leao alla fase difensiva filtrino la quantità di palloni che arriva in area. Ma se i difensori di Fonseca fossero individualmente più forti di quanto sono, se la sbroglierebbero anche in assenza della copertura massiccia divenuta indispensabile dopo la magra di Cagliari. E perciò il Milan farebbe bene a tornare sul mercato per acquistare un paio di difensori più dotati di quelli che ha. Puoi compensare una carenza difensiva individuale se nella fase di spinta te la restituisce con gli interessi, e stiamo parlando di Theo Hernandez. Ma gli altri devono essere marcatori implacabili. Consigli? Lo Sturm Graz, che è una buona scuola, è in fondo alla Champions perché l’attacco non segna, mentre la difesa regge (6 gol subiti, il Milan per intenderci ne ha presi 8). Si potrebbe indagare perché.

Zirkzee per la Juve

La Juventus ha speso tanto in estate, il che significa che lo spazio d’intervento invernale non è cospicuo: ma qualcosa deve fare, perché in difesa ha perso Bremer (e Cabal) e in attacco la lunga convalescenza di Milik ha privato Vlahovic di un’alternativa. Se manca lui, Thiago Motta deve inventarsi qualcosa: non che gli dispiaccia — un centrocampista al posto di una punta agevola il fraseggio — ma la realtà è che nelle due gare prive del serbo (Milan e Aston Villa) la Juve non ha segnato. Considerato che la difesa comunque tiene — vista da Torino Kalulu è stata una genialata, vista da Milanello non proprio — si potrebbe spostare la posta davanti, e se il budget non dovesse bastare Douglas Luiz probabilmente non ha ancora fatto in tempo a deprezzarsi. In Premier resta un assegno circolare. Al di là degli acciacchi, non si coglie in Thiago una passione sfrenata per il brasiliano: con quei denari si potrebbe andare da una punta internazionale già nota, magari partendo da un prestito, e qui il nome di Zirkzee viene da solo. L’olandese è un giocatore unico, e di complicata collocazione: ma Motta l’aveva capito — Amorim a Manchester deve appena provarci — e lui aveva ricambiato dandogli tutto ciò che la Juve non riesce ancora a garantirgli, dal movimento agli assist, dalla regia offensiva ai gol. Se fosse possibile, non ci sarebbe da pensarci un minuto. Anche la Juve al momento è fuori dal prossimo lotto Champions, e per quanta pazienza si possa e debba avere col nuovo ciclo, l’obiettivo minimo non è negoziabile.

Chiesa e Kvaratskhelia

Se Milan e Juve sono le grandi che avrebbero bisogno di interventi urgenti, Napoli e Inter possono dirsi soddisfatte di organici rispettivamente adeguati a una e due competizioni (che sono campionato e coppa europea, le altre coppette contano ma non ci costruisci sopra una rosa). Quando pensi di essere a posto è il momento di pensare al futuro: il Napoli non sembra venire a capo del contratto di Kvaratskhelia, e di certo la catastrofe Osimhen gli ha insegnato qualcosa. Fermo a 19 minuti nella sua fin qui frustrante esperienza col Liverpool, Federico Chiesa potrebbe rimpiazzarlo a luglio.

Due obiettivi per l’Inter

L’Inter è la squadra più completa e competitiva, ma per ora davanti non si è irrobustita: la politica degli svincolati ha migliorato il centrocampo con Zielinski, non l’attacco con Taremi, e comunque sembra al tramonto perché la nuova proprietà vuole giovani da svezzare e non vecchi da strapagare. Marotta potrebbe approfittarne sollecitando un investimento forte su un talento dell’uno contro uno, la figura che oggi manca. Il ventenne inglese Bynoe-Gittens del Dortmund è una star del ruolo che aumenta di mese in mese il suo valore, e forse il tempo per prenderlo non è ancora scaduto. Forse. In caso contrario, Kees Smit dell’AZ è un 2006 che non tutti hanno ancora notato.

Cosa serve alle altre

Piccoli consigli anche alle squadre in vacanza, più o meno prolungata, nell’alta classifica. All’Atalanta sarebbe utile un centrocampista come il veronese Belahyane per risparmiare qualche gara a Ederson e soprattutto a De Roon. La Lazio potrebbe regalare a Baroni un altro dei “suoi” pupilli: Folorunsho, del quale il Napoli non sa che farsene. La Fiorentina potrebbe pescare vicino a casa un bel rinforzo per la mediana come l’empolese Fazzini. E la Roma? Con la fame di esterni che ha, Dorgu del Lecce e Fadera del Como sarebbero addizioni di rapido impatto.

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