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Zaniolo e la Roma, cronaca di un amore mutato in rabbia fino al gol del delitto perfetto

La rete all’Olimpico, l’esultanza senza limiti, gli screzi con i compagni. Il giocatore dell’Atalanta ha consumato in pieno le vendetta dell’ex

Roma – Nicolò Zaniolo se l’era segnato sul calendario: 2 dicembre, Atalanta-Roma. Il ritorno all’Olimpico dopo l’addio al veleno del febbraio 2023. Sapeva sarebbe stata la sua partita e in cuor suo sperava di lasciare il segno. E l’ha fatto. Segnando il gol del definitivo 2-0 che ha lanciato la sua Atalanta al secondo posto in classifica e condannato la Roma alla quarta sconfitta consecutiva in campionato. Il delitto perfetto, del grande ex dal dente avvelenato.

L’esultanza sfrenata e gli screzi con gli ex compagni

Perché ci sono le immagini della partita a raccontare tutto il contorno emozionale. L’esultanza sfrenata al momento del gol e le provocazioni in campo con gli ex compagni (Mancini su tutti). Poi il fischio finale. Con il ghigno beffardo di chi si è preso la propria rivincita personale. E la caccia all’uomo dei giocatori della Roma per risolvere una volta per tutte le antiche ruggini. Nel mezzo i calciatori dell’Atalanta a dividere i contendenti. E tutto attorno i fischi assordanti dell’Olimpico. L’idolo è diventato nemico. Giurato. E non certo da ieri sera, perché la storia tra Zaniolo e la Roma è travagliata e ha radici lontane.

Quella doppietta al Porto, poi gli infortuni

C’era un tempo in cui Nicolò era amato e idolatrato da tutti i tifosi giallorossi. Portato su un palmo di mano dopo i primi lampi del suo talento. La famosa doppietta al Porto con Di Francesco in panchina e la suggestione di aver trovato il nuovo Francesco Totti, a soli due anni dall’addio al calcio dell’ex capitano. Un abbaglio così forte da portare la piazza romanista a chiedere a gran voce la maglia numero 10. Poi la prima sliding door della sua carriera: il doppio infortunio ai legamenti crociati del ginocchio. L’inizio del travaglio di un talento cristallino. Ma è qui che l’amore dei tifosi della Roma si fa più forte, con l’invasione pacifica di Trigoria per sostenerlo. C’è un’immagine del gennaio 2020, prima di un derby, che rivista oggi sembra un fotomontaggio: Zaniolo di spalle, sorretto dalle stampelle che osserva uno striscione della Curva Sud: “Vincete per Zaniolo”.

Più gossip che calcio

Un calvario che porta il calciatore per quasi due anni fuori dal campo. E più vicino a tutto il resto. Le discoteche, le donne, il divertimento, spesso sopra le righe. Atteggiamenti accompagnati da storie, chat, audio di whatsapp e foto. Perché Roma parla, anche di più se il protagonista è considerato il talento più cristallino del calcio italiano. La faccia di Zaniolo è più sulle pagine dei giornali di gossip che sui tabellini della partite. E anche gli atteggiamenti in campo iniziano a disturbare chi vive Trigoria. Qualche infortunio di troppo, qualche allenamento saltato, tanti comportamenti poco di squadra.

Poi però regala alla Roma il trionfo europeo

Il salvacondotto sembra arrivare con la Conference League. Zaniolo è l’uomo di coppa, con la tripletta al Bodo e il gol in finale a Tirana. Ma i rapporti sono ormai logori. Lo abbandona anche Mourinho che nella stagione 2022-2023 lo mette ai margini della rosa dopo aver provato a venderlo per tutta l’estate. La sessione di mercato di gennaio è un calvario. Di trattative mancate e polemiche cercate. Con la Roma che chiude un accordo con il Bournemouth per 30 milioni di euro e Zaniolo che rifiuta la destinazione. Presentando due giorni dopo un certificato medico per depressione. Il punto finale lo mette il Galatasary che si porta via Zaniolo e tutto l’amore tradito per quel talento che sarebbe potuto essere e non è stato.

I tentativi di De Rossi, il secco no dei Friedkin

Ma in tutta questa storia c’è una sliding door che non si è aperta. Siamo a giugno del 2024 e l’attaccante cerca disperatamente una destinazione dopo i fallimenti a Istanbul e Birmingham. De Rossi tenta il colpo a sorpresa e prova a riportare a Roma il suo ex compagno di squadra Zaniolo. È una trattativa reale. I contatti tra il calciatore e l’allenatore sono continui. Ma quando tutto sembrava fatto arriva il “no” di Dan Friedkin che blocca tutto.

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