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Napoli, l’assist di De Laurentiis: “Giuste le scelte di Conte per la Coppa Italia”

Il presidente si schiera dalla parte del tecnico dopo il ko contro la Lazio: “Dare una chance a chi ha giocato meno è stata una lezione di sportività”

Silenzio, parla Aurelio De Laurentiis. «Condivido tutte le scelte di Antonio Conte: è stato giusto lanciare in Coppa Italia gli altri undici giocatori, anche se sapevamo che cambiando tanto sarebbe stato difficile avere il giusto equilibrio. Il nostro tecnico ha dato una lezione di vita alla squadra e abbiamo fatto un super allenamento contro la Lazio», ha detto ieri il presidente azzurro, intervenendo al telefono alla presentazione del libro di Mimmo Carratelli (“Orgoglio Napoli”) al circolo Savoia.

«Non importava il risultato: potevamo permetterci delle sperimentazioni, perché bisognava dare spazio a chi finora ne ha avuto di meno».

Nessuna critica dunque nei confronti del tecnico, preso di mira invece sui social per il suo turn over di Roma. Ma non basta un passo falso per mettere in discussione l’eccellente lavoro degli ultimi mesi, finalizzato a gettare le basi per un ciclo vincente e ad avere un quadro sul valore del gruppo. Chi c’è: Gilmour, Neres, Simeone e Caprile, che la sua parte l’ha fatta parando un rigore. Chi non c’è: tutti gli altri, bocciati nell’esame di Coppa Italia.

L’eliminazione ha messo a nudo i limiti della rosa del Napoli, su cui peraltro Conte aveva già fatto capire più volte di avere dei fondati sospetti. Sono stati infatti i titolarissimi a trascinare la squadra in testa e per questo il tecnico leccese è stato suo malgrado costretto a lasciarli a riposo all’Olimpico, pur sapendo di non avere delle alternative valide. La coperta è corta e l’elenco dei giocatori al momento insostituibili è viceversa lungo, dato che sarebbe quasi impossibile rimediare agli eventuali stop di Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera, Anguissa, Politano e McTominay.

Non sorprende dunque che preservare i sette big sia diventata una necessità primaria, in casa azzurra, superiore alla voglia di raggiungere i quarti di finale. L’uscita dalla Coppa Italia è stata per il Napoli il male minore, insomma, anche se i tifosi sono spiazzati dal turn over totale di Conte. Eppure ci sono i fatti a dare ragione alla dolorosa scelta fatta dal tecnico, che finora ha avuto la fortuna di perdere per problemi fisici più gravi solo due dei pochi “sostituibili”: Meret e Lobotka. Entrambi sono rimasti infatti fuori un mese, ma Caprile e Gilmour sono riusciti a non farne pesare le assenze. Tutta altra storia quando invece Buongiorno saltò il debutto in campionato a Verona. Il suo posto fu preso da Juan Jesus e gli azzurri persero 3-0, dimostrando di non poter fare a meno del difensore della Nazionale, come del resto di Rrahmani, Di Lorenzo e Olivera.

Nel reparto arretrato Conte ha i giocatori contati, visto che nemmeno Marin, Spinazzola e Zerbin si sono dimostrati all’altezza. Si è sentita l’assenza di un gregario come Mazzocchi e questo spiega la necessità del Napoli di tenere sotto una campana di vetro Di Lorenzo, Rrahmani e Olivera. Idem in mezzo al campo, dove Folorunsho ha toccato all’Olimpico appena 21 palloni. È Gilmour l’unico centrocampista sui livelli dei titolari. Un po’ di abbondanza c’è invece davanti, con Simeone e Neres che sono in grado di dare una mano in caso d’emergenza. Manca invece un alter ego tattico per Politano. Ecco perché il turn over a Roma è stato una necessità, più che una scelta. I big servono domani sera al Maradona, per blindare il primato.

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