Non ce l’ha fatta Ezio Maria Simonelli. L’ex commercialista della famiglia Berlusconi, sostenuto dalla maggioranza dei club guidata dalle grandi (Atalanta, Inter e Juventus) non è passato alla prima votazione. per lui, 13 voti. Ne sarebbe servito uno in più, 14, per essere eletto al primo turno.
Simonelli non è presidente: non passa per un voto
Potremmo definirla una fumata grigia. Il fronte della nuova maggioranza ha contato due franchi tiratori al proprio interno. Uno scenario che, negli ultimi tre giorni, qualcuno iniziava a ventilare, come timore o – per il fronte dell’opposizione – come speranza. Nelle ultime settimane si era compattato un gruppo di squadre che condividono la stessa visione: Atalanta, Inter e Juventus guidano la maggioranza di cui fanno parte anche Bologna, Venezia, Udinese, Roma, Como, Parma, Fiorentina, Monza, Milan, Cagliari, Genoa e Torino. Tra queste, però, due si sono sfilate. Sei schede bianche, un voto è andato a Mario Draghi, chissà se per burla o per distinguersi da chi non ha voluto votare il candidato unico.
Simonelli e la questione dell’incompatibilità
Chi sono i due del gruppo che non hanno sostenuto Simonelli? Urbano Cairo lo ha dichiarato all’assemblea: lui non lo ha votato, prima vorrebbe un parere legale. Su cosa? Prima dell’assemblea il presidente di lega Lorenzo Casini ha presentato un parere dell’avvocato Natalino Irti sulla possibile incompatibilità di Simonelli, in quanto membro del collegio sindacale di Mediaset, che ha in comune la proprietà con il Monza ed è in rapporti commerciali con la Lega Serie A da cui ha qcquistato i diritti per la Coppa Italia. Casini ha annunciato: “È ineleggibile”. Simonelli però ha dichiarato di essersi dimesso dal collegio sindacale di Mediaset. Claudio Lotito lo ha interrotto: “Ci sono altre rappresentanze sindacali che lo rendono incompatibile”. La Lega Serie A ha chiesto allora un parere al proprio collegio dei revisori. Quello che vuole aspettare Cairo.
La prossima votazione il 20 dicembre
Anche gli ultimi presidenti, da Lorenzo Casini a Paolo Dal Pino, avevano dovuto attendere la terza votazione, quando il quorum scende a 11 voti, la maggioranza semplice. Di fatto, tutto rinviato. La prossima votazione è stata fissata per il 20 dicembre: il quorum per l’elezione sarà ancora di 14 voti. Vuol dire che Simonelli dovrà convincere almeno uno dei 7 che non lo hanno votato. E c’è chi suggerisce che in questo lasso di tempo qualcuno, magari tra gli ultimi arrivati nella maggioranza, possa suggerire nuovi nomi. In ogni caso, l’opposizione del fronte guidato da Lotito e De Laurentiis (Lazio e Napoli), con Verona, Empoli e Lecce, ha trovato almeno un alleato, quello che ha votato scheda bianca. Anzi, due.
Per l’ad passa la linea delle schede bianche
Si è votato anche per il rinnovo dell’amministratore delegato. In questo caso, il piano della maggioranza era chiaro: rinviare la decisione a dopo la scelta del presidente, ferma restando la fiducia in Luigi De Siervo, attuale ad, votando scheda bianca. E scheda bianca è stata per 16 club. Due invece hanno votato De Siervo, mentre ci sono state 16 schede bianche e un voto all’ex presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta.