Un vero e proprio caso, che anima la tranquilla vigilia di Conference League contro gli austriaci del Lask Linz. È rottura totale tra la Fiorentina e il suo capitano Cristiano Biraghi, partito titolare a inizio anno ma nel corso della stagione sceso nelle gerarchie di Palladino, con pochi minuti giocati e prestazioni insufficienti: «Domani Biraghi non è convocato per scelta tecnica», ha detto il tecnico in conferenza stampa. «Cristiano non era abituato a non giocare con continuità perché è sempre stato il capitano e un giocatore importante per questa città. Quello che ha fatto in questo periodo è stato importante, quando è sceso in campo è stato bravo. Ma ora sta trovando poco spazio, anche per un problema al polpaccio, è una scelta tecnica e va rispettata. Non aggiungo altro».
La replica
A stretto giro di posta, nemmeno mezz’ora dopo è arrivata la risposta dell’agente di Biraghi e Parisi – e anche di Ranieri attuale capitano viola – Mario Giuffredi a Firenzeviola: «A gennaio andranno via sia Biraghi che Parisi, entrambi, abbiamo delle offerte, il loro ciclo a Firenze è finito». Parole forti, amplificate anche con una stoccata diretta del procuratore allo stesso tecnico della Fiorentina: «A Palladino risponderò a fine mercato, a tempo debito così vediamo quante palle ha».
I motivi
Il caso Biraghi esplode dopo settimane di calma apparente: il capitano, totem e inamovibile nei tre anni di Italiano, era partito titolare anche con Palladino. Il ruolo però, da terzo di difesa nella retroguardia a tre, le prestazioni non ottimali della squadra a inizio campionato e, soprattutto l’arrivo di Gosens l’ultimo giorno di mercato avevano cambiato ben presto le carte in tavola, fino alla svolta, la partita con la Lazio: all’intervallo, con la Fiorentina sotto di un gol e con ancora zero vittorie all’attivo in campionato, Palladino rovescia la squadra, toglie Biraghi mette la linea a tre e ottiene il primo trionfo in campionato.
Le panchine
Da quel momento per Biraghi ci sono stati scampoli di gara, qualche presenza in Conference peraltro insufficiente come nella notte di Nicosia e tanta tanta panchina. Una situazione non digerita e che ha provocato delle tensioni interne – probabilmente Biraghi aspettava anche una sponda societaria come in passato ma non arrivata – fino alla deflagrazione mediatica di oggi. Adesso le ultime settimane di convivenza forzata, prima dell’addio a gennaio, ufficializzato dal procuratore.