LONDRA – Enzo Maresca smentisce. Ma il capitano della capolista Liverpool, Virgil Van Dijk, ne è sicuro: “Il Chelsea è in piena lotta per il titolo, anche se sostengono il contrario”. Del resto, i blues questo weekend sono clamorosamente andati a due punti dai Reds in testa alla Premier League, dopo i disastri della scorsa stagione.
Chelsea a -2 dal Liverpool
Il Chelsea ha vinto il derby contro il Brentford per 2-1 grazie a Cucurella e Nico Jackson mentre sabato il Liverpool non ha superato in casa (2-2) il Fulham, che aveva già fermato l’Arsenal la settimana scorsa. Ora, con questa quinta vittoria consecutiva in campionato, i londinesi sono volati a 34 punti, contro i 36 dei Reds (però con una partita in meno). Mentre travolgono ogni avversario in Conference League, ultimi i malcapitati dell’Astana giovedì sera, per 3-1 in Kazakhstan, nonostante oltre metà della squadra arrivasse dalla benedetta primavera dei blues.
La cavalcata di Maresca con il Leicester
Ma come ha fatto Maresca a trasformare una squadra fragile e sconclusionata in una straordinaria macchina da gol? Ovviamente c’è tutto il talento dell’allenatore italiano, già secondo di Guardiola al City e autore di una cavalcata trionfale l’anno scorso con il Leicester in Championship. Il Chelsea quest’anno ha cambiato paradossalmente poco, a parte alcuni innesti come Romeo Lavia, Pedro Neto, Jadon Sancho dallo United e il ritorno di Joao Felix. Pochettino la stagione scorsa aveva già sgrezzato questa valanga di giovani talenti che il patron americano Todd Boehly ha riversato da due anni a questa parte, senza limiti, spendendo un miliardo di sterline in tre sessioni di mercato.
Le scelte di Maresca
Maresca sta invece dando forma e sostanza a questo potenziale diamante blu. Ha scelto finalmente una squadra titolare – cosa che al Chelsea l’anno scorso era una impresa: Sanchez portiere, a destra gioca quasi sempre Gusto (in attesa di “Godot” Reece James), Colwill (o Fofana) e Badiashile al centro, Cucurella a sinistra, in mezzo un ritrovato Enzo Fernandez e Caicedo (o Lavia, quando l’ecuadoriano scala terzino destro come Thomas Partey all’Arsenal), e davanti uno tra Sancho e Madueke, Pedro Neto (o il francese Nkunku, mentre Mudryk è ancora disperso), Nico Jackson e ovviamente Cole Palmer.
L’esplosione di Cole Palmer
Il 22enne attaccante inglese, che al Chelsea gira intorno a Jackson, è in una forma devastante. Nella straordinaria vittoria dei blues a Tottenham in rimonta (3-4) due settimane fa ha segnato due rigori con paurosa personalità, il secondo con un cucchiaio. Palmer è arrivato dal Manchester City, che lo ha lasciato andare in maniera incomprensibile, visto che la corazzata di Guardiola sembra a fine ciclo. E proprio per questo, Maresca lo conosce bene e sa tirare fuori il meglio di lui: “Cole lo conosco da anni, visto che eravamo insieme al City”, ha detto domenica scorsa in conferenza stampa a Tottenham, “e la cosa straordinaria di lui è che è rimasto sempre lo stesso da allora. È un ragazzo senza fronzoli, senza vizi, molto semplice. Quando è così è molto semplice allenarli”.
Maresca: “Il futuro è di questi ragazzi”
Palmer è solo uno dei tantissimi giovani prodigi del Chelsea. Che l’anno scorso erano incognite, che avevano destato molti dubbi. Ma dopo un anno di apprendistato, ora è chiaro che il loro potenziale è immenso. Maresca lo ha detto qualche giorno fa, in un’altra conferenza stampa: “Questi ragazzi saranno fortissimi e tra qualche anno vinceranno tutto, con me o senza di me”.
L’età media più bassa della Premier
Il Chelsea ha la rosa con l’età media più giovane di questa stagione in Premier League e la quarta più giovane della storia del campionato inglese: 23 anni e 234 giorni. Un dato straordinario se si pensa che i giocatori di Bournemouth e Tottenham, al secondo e terzo posto di questa speciale classifica, sono di oltre due anni più vecchi. Certo gioventù non è sinonimo di esperienza e neanche di vittoria, anzi. Nessuno ha mai vinto la Premier in Inghilterra con una media età dei giocatori inferiore a 25 anni. E solo tre squadre ci sono riuscite sotto i 26 anni: proprio il Chelsea nel 2004/2005, i Blackburn Rovers nel 94/95 e il Manchester United nel 95/96.
Chelsea, già 66 gol segnati
Ma oltre alla stabilità, Maresca ha dato una straordinaria solidità alla squadra, soprattutto offensiva: da settimane oramai, in ogni partita, il Chelsea tira tra le 20 e le 30 volte verso la porta avversaria e ha la personalità di costruire e giocarsela contro qualsiasi avversario. Non a caso i blues in questa stagione hanno già segnato la cifra mostruosa di 66 reti in 25 partite, per una media di circa 2,7 gol a match, la più alta di tutta la storia del club. Certo, le avversarie poco competitive della Conference League aiutano ad alzare l’asticella delle reti. Ma anche in campionato i blues hanno segnato più di tutti: 37 reti sinora, contro le 36 del Tottenham, 32 del Brentford, le 31 del Liverpool (primo) e le 29 dell’Arsenal (terzo). Ciò nonostante il Chelsea sia la squadra che ha preso più legni in Premier sinora: undici.
Ora il Chelsea di Maresca, dopo essersi praticamente assicurato il passaggio al prossimo turno in Conference, ha l’occasione d’oro di andarsi a giocare il campionato, vista anche l’ennesima sconfitta del City nel derby contro lo United e un Liverpool che ha iniziato a zoppicare.
Un calendario amico
Nessuno ci avrebbe scommesso una sterlina a inizio anno. Eppure, nelle prossime sei partite di Premier, gli avversari dei blues più in alto in classifica rispondono al nome di Bournemouth, in questo momento settimi. Fino allo scontro contro il Manchester City di Guardiola del prossimo 25 gennaio, all’Etihad. E chissà se allora l’allievo Maresca guarderà tutti dall’alto in basso. Incluso il suo (ex) maestro Pep.