ROMA — Dentro quel pallone calciato all’angolo da Marusic intorno al 90′, sabato sera a Lecce, c’erano i fantasmi della notte tremenda contro l’Inter, lo 0-6 che ha reso la Lazio nervosa, fragile, tremendamente insicura. Al punto che, in vantaggio e con un uomo in più, si è fatta subito riprendere (gran tiro da fuori di Morente) e solo nel finale, appunto, ha trovato il colpo che le permette di riprendere la corsa.
«la cronaca della partita»
L’espulsione di Guilbert e il rigore
Dopo la grande paura in uno stadio dove non vinceva dal 2011, ora la formazione di Baroni ritroverà quella serenità che a Lecce è mancata. Al contrario del carattere e della voglia di vincere, doti decisive per piegare la squadra pugliese, trasformata da Giampaolo. Nel momento difficile, devono emergere le individualità. Ecco allora che la Lazio si è aggrappata alla classe di Castellanos, tra i centravanti più tecnici della Serie A. Prima una rifinitura di testa per Dia e un’invenzione da numero 10 puro per Isaksen, poi un controllo con tiro al volo da manuale, intercettato da Falcone. Infine, al tramonto del primo tempo, una doppia conclusione imparabile: infatti nella seconda il portiere lo fa il terzino Guilbert. Inevitabili l’espulsione e il rigore, trasformato dallo stesso Castellanos: nono gol in stagione per l’argentino (in 21 presenze tra campionato ed Europa League, 17 da titolare), settimo in campionato.
L’importanza di Castellanos per la Lazio
Perfino pochi per le qualità di questo attaccante preso nell’estate 2023 dal Girona. C’è una statistica significativa sull’importanza del Taty: in campionato, quando lui non ha giocato (è successo solo in cinque gare dalla scorsa stagione), la Lazio ha vinto solo una volta. Ma alla fine l’uomo del riscatto è stato Marusic: con l’Inter era stato tra i peggiori, sabato invece ha segnato nel momento più importante il suo primo gol stagionale.