Monza — Pirlo ad agosto, De Rossi e Amelia a settembre, Camoranesi a ottobre, Gilardino a novembre e per ultimo Nesta, proprio sotto Natale: un altro campione del mondo è rotolato giù dalla panchina, condannato dall’impietosità di una classifica terrificante. Il Monza domenica sera avrà pur messo alle strette la Juventus, la squadra ha sicuramente dimostrato sul campo di non aver scaricato l’allenatore, la prestazione è stata senz’altro buona e la sconfitta non del tutto meritata, ma la dura legge del risultato non ha dato scampo: i brianzoli sono ultimissimi e a -5 dalla salvezza, hanno perso le ultime quattro (Coppa Italia inclusa) e vinto, in campionato, una volta soltanto, due mesi fa a Verona, un bilancio che ha suggerito a Galliani l’unica soluzione possibile, anche se l’ha presa con il cuore in lacrime perché Nesta è stato una sua idea, ma prima ancora era stato uno dei più brillanti dei suoi ragazzi, là al Milan. Altri tempi, altri posti.
Grosso e Inzaghi salvano l’onore
Il passato luminoso conta poco, quando si comincia una carriera diversa: quello di Nesta è il trentottesimo esonero che s’abbatte sui 14 campioni del 2006 che hanno imboccato una seconda vita in panchina. Il loro onore lo stanno salvando Grosso, che sta stravincendo il campionato di B con il Sassuolo, e Inzaghi, che però con il Pisa ultimamente ha perso la scia. Gattuso tiene duro in Croazia, all’Hajduk, mentre due dei recenti disoccupati hanno appena ritrovato un posto: dopo l’Olbia, Amelia si è sistemato a Sondrio, sempre in serie D, mentre Camoranesi oramai va per isole e dopo un’esperienza a Malta adesso sta a Cipro, dove ha lasciato il Karmiotissa per accasarsi nel più prestigioso Anorthosis. Ma sempre Cipro è.
Nesta non riesce, a Monza tocca a Bocchetti
Monza sembrava invece l’occasione perfetta, per Nesta, dopo le parentesi a corrente alternata tra Perugia, Frosinone e Reggiana, sempre in B. Non è andata, né ha potuto aggrapparsi alle attenuanti di una rosa indebolita rispetto all’anno scorso (gli addii di Di Gregorio e Colpani sono stati pesanti) e martoriata dagli infortuni, in particolare quello di Pessina, capitano e anima della squadra, fermo da un mese e fino a febbraio inoltrato. Galliani s’è reso conto della necessità inderogabile della famosa svolta, da dare prima che la situazione diventasse irrecuperabile. Si è così affidato a Salvatore Bocchetti, ex difensore (per qualche mese anche del suo Milan) che due anni fa ha salvato il Verona da una classifica disperata, anche se all’epoca non figurava come allenatore in capo perché non ancora in possesso di patentino, mentre ora non gli serve un tutor (all’epoca fu Zaffaroni) perché sta frequentando il Supercorso di Coverciano: già la sola iscrizione consente di allenare in serie A. Galliani ha rilevato, anche a livello economico, il contratto che Bocchetti aveva con il Verona (scadenza nel giugno 2027) e spera che imponga a una squadra un po’ molle il suo carattere di ex stopper focoso, come riuscì a fare al Bentegodi. Nesta ha un altro stile, tutto un altro portamento e la nobiltà naturale della classe: ma nei bassifondi del campionato, cosa vuoi che contino.