Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, intervistato dal GR Sport per Zona Cesarini su Radio 1, ammette gli errori di questa prima parte di stagione: “I ‘rigorini’? Stiamo cercando di combatterli: abbiamo avuto una giornata in effetti brutta, la settima, in cui ne abbiamo concessi nove e qualcuno veramente inappropriato. Però, specialmente negli ultimi turni, siamo tornati a dare quelli giusti. L’importante è fischiare un rigore quando c’è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato”.
La settima di campionato terminò con Fiorentina-Milan di domenica 6 ottobre, con tre rigori concessi dall’arbitro Pairetto (e tutti e tre sbagliati).
Gli errori in due partite dell’Atalanta
Rocchi ha poi ammesso un paio di errori molto evidenti, come il rigore non concesso al Cagliari, nella partita in casa con l’Atalanta, per un tocco di braccio di Kossounou: “Dico sempre ai miei arbitri: quando la pancia vi dice rigore, nel 98% di casi è rigore. In quell’occasione l’arbitro si è fatto portare non dalla pancia, ma da un ragionamento sul rimpallo: se avesse seguito la pancia, avrebbe concesso il rigore”. Altro episodio con la capolista in campo, il rigore non concesso all’Udinese per un altro tocco di braccio, quella volta di Hien: “Un errore di superficialità, mi è dispiaciuto perché è era evitabilissimo: queste cose dobbiamo eliminarle, perché così ci facciamo del male da soli”.
No al Var a chiamata
Sull’uso del Var a chiamata, il “challenge” tipico degli sport americani, il designatore arbitrale ha fatto capire chiaramente il suo pensiero: dopo l’inevitabile premessa (“Non possiamo rispondere noi, che siamo sempre ben aperti per eventuali modifiche e novità”), Rocchi ha espresso tutte le sue perplessità: “È chiaro che il Var a chiamata deresponsabilizza molto, mettendo la responsabilità della chiamata in capo al club o all’allenatore di turno. Credo che invece noi dobbiamo lavorare cercando di costruire ragazzi che siano capaci di decidere di fronte al monitor, di scegliere quando intervenire o meno da Lissone (la sala Var centralizzata, ndr), cioè quando un episodio è chiaramente errato o no. Perché il Var deve essere usato solo per episodi evidenti e seri. Non dobbiamo fare moviola in campo”.