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Dall’Atalanta regina di Coppa al dramma di Bove: il 2024 del calcio in dieci istantanee

Cosa è successo negli ultimi 12 mesi del pallone

Tirate il freno del trenino di capodanno e fate marcia indietro per ripercorrere dieci momenti emblematici del calcio italiano nel 2024. Certo, rispolverare la lista dei buoni propositi, ormai sepolta nel cassetto, potrebbe essere una cattiva idea. Soprattutto se non avete barrato nessuna casella di quell’asettico elenco di obiettivi.

L’esonero di Mourinho e la crisi della Roma

Della serie zeru tituli. Per rimediare negli ultimi giorni dell’anno servirebbe allora una magia, anche se “non sono José Mourinho Harry Potter”, come diceva il portoghese nell’ultima conferenza stampa prima dell’esonero romanista. Quel 16 gennaio iniziava un terremoto societario dagli effetti ancora in corso. L’illusione del ritorno in Champions League con Daniele De Rossi in panchina aveva allontanato gli spettri della crisi solo di qualche mese. A settembre un’altra scossa, con l’apertura funesta della parentesi Ivan Juric e le dimissioni della ceo Lina Souloukou, bersaglio delle minacce dei tifosi. Ora il pronto soccorso di Claudio Ranieri, il terzo da allenatore a Roma, sembra funzionare. Insomma, il malato sta reagendo, come dice lui.

Lo spogliarello di Allegri in finale di Coppa Italia

Ma al tavolo dei risultatisti della Serie A non manca solo Mourinho. “Dov’è Allegri?” potrebbe gridare qualche accanito adepto del cortomusismo, proprio come Max aveva fatto contro il designatore arbitrale Gianluca Rocchi – “Dov’è Rocchi? Dov’è?” – durante la finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta 0-1. Una serata aperta dalle tensioni sull’autostrada A1 tra ultras juventini e bergamaschi prima in provincia di Firenze, poi ad Arezzo. Il 15 maggio Allegri ha festeggiato l’ultimo trofeo in bianconero, alla seconda esperienza da allenatore a Torino. E nella notte dell’Olimpico ha aperto tutti i fronti possibili: il canonico lancio dei vestiti, lo scontro verbale con il quarto uomo, il gesto polemico verso il football director Cristiano Giuntoli e infine l’attacco al direttore di Tuttosport Guido Vaciago. La sfuriata, costata due giornate di squalifica e 5 mila euro di multa, decreta la separazione definitiva dalla Juventus, pronta a ingaggiare Thiago Motta.

Calafiori, il bacio in diretta come Casillas: il Bologna torna in Champions League

Il protagonista della stagione bolognese dei record ha festeggiato invece con moderazione. Lo scorso maggio, sommerso dai tifosi per lo storico ritorno in Champions League dopo sessant’anni, Thiago Motta ha ancorato i piedi al terreno durante il coro “Chi non salta è juventino”, fornendo un indizio sul futuro. Nonostante la separazione, il tecnico ha lasciato a Bologna un’eredità preziosa: oltre a valorizzare Joshua Zirkzee, ceduto al Manchester United per 42,5 milioni di euro, ha propiziato la rinascita di Riccardo Calafiori, ora all’Arsenal. Proprio il difensore azzurro, durante i festeggiamenti per la Champions, era stato protagonista di un divertente fuori programma televisivo, quando la sua ex fidanzata Benedetta Boeme aveva fatto irruzione in diretta per baciarlo. La scena ha ricordato il siparietto tra la leggenda Iker Casillas e l’inviata di Telecinco Sara Carbonero dopo la finale mondiale vinta dalla Spagna nel 2010, quando i due hanno ufficializzato il loro fidanzamento.

Il disastro azzurro agli Europei e la rinascita in Nations League

Protagonista anche in azzurro, nel 2024 Calafiori ha festeggiato la convocazione nell’Italia dei grandi. Scendendo in campo nella prima sfida del girone contro l’Albania, diventa il secondo difensore più giovane, alle spalle di Paolo Maldini, ad aver esordito in un campionato europeo con la Nazionale.

Della prima esperienza azzurra Calafiori conserva ricordi contrastanti: dall’autogol nella gara persa con la Spagna all’assist decisivo per l’1-1 di Mattia Zaccagni contro la Croazia, che consente all’Italia di staccare un biglietto last minute per gli ottavi di finale. La Svizzera decreterà poi l’eliminazione azzurra dalla competizione, un’altra delusione sulla scia della doppia esclusione ai Mondiali. La rivoluzione seguita sul piano tattico e anagrafico, orchestrata dal ct Luciano Spalletti, lascia però sperare in un’inversione di rotta. Lo testimoniano i buoni risultati in Nations League, dove l’Italia affronterà la Germania ai quarti di finale.

Gli insulti razzisti a Maignan

L’Italia non perde solo in campo, ma pure sugli spalti. I cori razzisti continuano infatti a macchiare il tifo della Serie A. Ne fa le spese ancora una volta Mike Maignan, bersagliato da insulti discriminatori durante la sfida al Bentegodi vinta dal Milan contro il Verona lo scorso 20 dicembre. Per questo episodio il giudice sportivo ha chiesto alla Procura federale “una ulteriore dettagliata relazione in ordine al numero dei tifosi responsabili dei cori”. Non certo il primo episodio razzista del 2024. L’anno era infatti cominciato con un’altra serie di insulti rivolti al portiere francese, stavolta da parte dei tifosi dell’Udinese. “Mi hanno chiamato scimmia”, aveva spiegato Maignan in un post su Instagram, auspicando un intervento deciso da parte delle istituzioni.

La rabbia di Juan Jesus: “Acerbi mi ha detto negro”

Il razzismo torna al centro delle polemiche qualche mese dopo, nel corso di Inter-Napoli del 17 marzo. La sfida, terminata 1-1, vede contrapporsi i centrali delle due squadre: Francesco Acerbi e Juan Jesus. Il brasiliano del Napoli ha infatti accusato l’azzurro di razzismo: “Mi ha chiamato negro, a me questo non sta bene”, le parole rivolte al direttore di gara Federico La Penna. “Frasi razziste non sono mai uscite dalla mia bocca” – la difesa di Acerbi – Sono molto sereno, gioco da vent’anni, so quel che dico. Le scuse? Secondo me Jesus ha capito anche male”. Le parole di Acerbi hanno quindi alimentato il risentimento del brasiliano: “Per me la questione si era chiusa ieri in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire. Oggi però leggo dichiarazioni totalmente contrastanti con la realtà dei fatti”. Al presunto insulto erano seguite l’esclusione dalla Nazionale e le audizioni presso la Procura federale, ma il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea ha deciso di assolvere Acerbi per insufficienza di prove.

Lo difesa di Lotito: “Lazio in prima linea contro l’antisemitismo”

Altre accuse di razzismo, stavolta contro i tifosi laziali. “Siete noti per le vostre simpatie di estrema destra e per le espressioni antisemite”. Così la sindaca di Amsterdam Femke Halsema, di concerto con il capo della polizia e il procuratore generale, ha vietato ai tifosi biancocelesti la trasferta contro l’Ajax dello scorso 12 dicembre. “Un atto illegittimo” secondo il patron laziale, che ha attivato le vie diplomatiche per chiedere giustizia: “Ho già parlato con l’ambasciatore. È un atto illegittimo quello che hanno fatto, anche perché non ci sono precedenti che ci riguardano. La Lazio oggi è un punto di riferimento proprio della lotta contro l’antisemitismo”. Non certo le uniche dichiarazioni in un anno da protagonista. Basti ricordare lo scontro televisivo con il giornalista Rai Marco Mazzocchi. Intervenuto ai microfoni di “A Tutto Campo” dopo Lazio-Milan 0-1, lo scorso marzo Lotito ha attaccato “il sistema” per presunti errori arbitrali contro la Lazio. Mazzocchi a quel punto gli ha chiesto se intendesse presentare una denuncia in procura. “Faccio quello che è giusto venga fatto. Non lo vengo a dire a lei, fa l’avvocato lei? Se non ha capito è un problema suo”, la risposta stizzita di Lotito.

Atalanta regina d’Europa, Lookman Pallone d’oro africano

Tornati coi piedi sul campo, il 2024 ha segnato la consacrazione dell’Atalanta. Ora al vertice della classifica di Serie A, il club di Gian Piero Gasperini ha chiuso la scorsa stagione con la vittoria in finale di Europa League a spese del Bayer Leverkusen. Merito di Ademola Lookman, che il 22 maggio ha stregato l’incantesimo dell’invincibilità di Xabi Alonso, imbattuto da 361 giorni e 51 partite. Gli ingredienti del successo? Tre gol, tutti suoi. Il nigeriano ha festeggiato la chiusura dell’anno con la vittoria del Pallone d’oro africano.

A volte ritornano, Balotelli: “La smonto questa Serie A”

Nella lista dei buoni propositi non manca mai la palestra. Negli ultimi mesi Mario Balotelli ha seguito una dieta ferrea e una dura scheda di allenamento per tornare al top. Quanto basta per convincere il Genoa a ingaggiarlo. A ottobre il ritorno in Italia dopo tre stagioni, con una promessa: “Quando firmo, questa Serie A la smonto” era stata la sua risposta a chi in diretta sulla piattaforma Twitch lo paragonava a Joel ??Pohjanpalo, centravanti del Venezia.

Bove, l’incubo e la speranza

Il capodanno segna la rinascita, l’inizio della vita nuova. Per questo il 2024 di Edoardo Bove ha un significato particolare. Meno di un mese fa il suo corpo accasciato sul prato del Franchi durante Fiorentina-Inter ha gelato la Serie A, rievocando i traumi della morte di Davide Astori e il malore di Christian Eriksen a Euro 2020. Come il danese, l’ex Roma ha subito l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, fattore che preclude il ritorno in campo in Italia. In teoria, in futuro, sarà possibile togliere il dispositivo, qualora siano accertati i necessari margini di sicurezza. Le sue parole – “Ci vediamo presto in campo” – hanno aperto qualche spiraglio, ma la decisione richiede tempo. In un mix di paura e solidarietà, il caso Bove ha dimostrato la capacità del calcio italiano di compattarsi intorno a dei valori comuni. Su tutti il rispetto, troppo spesso lasciato in panchina. Nonostante figuri all’ultimo posto della nostra rassegna, questo aspetto del dramma ha quindi la forza di scalare l’elenco delle cose da fare nel nuovo anno, invogliando, almeno una volta, a rimanere fedeli agli impegni presi.

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