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C’era una volta il Capitano. Gli uomini simbolo delle squadre degradati dal tempo

La rubrica “È sempre domenica”

Si stava come d’autunno sugli alberi le foglie, ora si sta come a dicembre i capitani: caduchi, esposti alle folate del mercato di gennaio che stacca dai rami e dai ruoli, ingialliti, irriconoscibili. Nell’ultima notte all’Olimpico Totti s’è portato via il pallone e il titolo. Dopo di lui, il diluvio: assegnazioni multiple, fasce che cambiano braccio da una giornata all’altra, più volte nella stessa partita. Un capitano, non c’è più un solo capitano. La Roma, dopo aver tolto la panchina a Capitan Futuro De Rossi, ha dichiarato Capitan Passato Pellegrini. Troppi spifferi dallo spogliatoio, troppe liti sotto la coperta corta, meglio separarsi alla prima occasione. Lo stesso vale per Danilo alla Juventus: era versatile, insostituibile, al centro o di lato, perfetto per Thiago Motta, che infatti non lo “vede”, meglio Kalulu, e la fascia non la dà a chi capitana, ma a chi capita.

L’esperienza non è più un fattore

È la stagione dello scontento per Theo Hernandez al Milan, il posto gliel’ha preso Jimenez, l’onore Gabbia, o altri a rotazione. Per dire che l’esperienza non è più un fattore nella ricerca del personale. Mettici anche la Fiorentina che non vede l’ora di disfarsi di Biraghi e di quelli che erano i suoi mirabili cross e calci di punizione, che cosa resta? Di Lorenzo al Napoli, che doveva (voleva) partire in estate e invece è diventato inamovibile. Poteva giocarsela con Danilo alla Juve e invece potrebbe accadere il contrario. Se, come dicono, prenderà anche Pellegrini, Conte potrebbe gridare “Terno!”, ma per fare tombola serve altro (e, a occhio, lo scudetto di quest’anno all’azzurro aggiungerà un tocco di nero, quale che sia).

Possibile soluzione: il capitano è sempre il portiere

Il capitano è stato degradato dal tempo. Nessuno resta a lungo in squadra e, se lo fa, scivola nelle gerarchie. È un mondo in cui tutti vogliono, nessuno rappresenta. Lo spirito si disincarna, le parole si svuotano di significato. A Bologna il senior De Silvestri, anche quando gioca, non lo chiamano capitano, ma sindaco. Se scegli il più anziano in campo rischi che al Genoa, nei minuti finali, a ragionar con l’arbitro vada Balotelli. Se dai la fascia a un prezioso nuovo acquisto svaluti chi c’era. Se la prometti in contratto il procuratore ti mette una clausola: un gettone per ogni volta che viene indossata, due se non si rispetta l’accordo. Alla fine bisognerebbe trovare una soluzione che faccia chiarezza. Del tipo: capitano è il portiere, sempre. Statisticamente è quello che ha più possibilità di lungo corso. Vede il gioco, resta lucido, ha meno scontri. E innegabilmente è quasi sempre un numero uno.

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