MILANO – Evitare che la sconfitta con il Milan abbia strascichi sulle prossime partite. Fare in modo che il 3-2 subito in rimonta dai rossoneri in finale di Supercoppa resti a Riad, e non intacchi il percorso della squadra, né in campionato né in Champions. Sono queste le parole d’ordine alla Pinetina. Tanto l’allenatore Simone Inzaghi quanto il presidente Beppe Marotta, e con lui tutta la dirigenza, sono al lavoro per fare in modo che la squadra riesca a ripetere quanto fatto dopo la sconfitta nel derby d’andata in Serie A a settembre, e dopo il rocambolesco pareggio per 4-4 contro la Juventus in ottobre: in entrambi i casi, i campioni d’Italia hanno avuto la forza di reagire, migliorando anzi performance e risultati nelle gare successive.
Troppe assenze a Riad
Già dopo la partita dell’Al-Awwal Stadium, analizzando quello che non aveva funzionato, Inzaghi aveva invitato i suoi giocatori a non farsi abbattere da venti minuti finali di partita andati storti. Un concetto ripetuto da Marotta, nel debriefing alla Pinetina giovedì. A mente fredda, sulla sconfitta nel derby saudita hanno influito anche, e molto, le assenze. Dall’inizio – Pavard e Acerbi sono rimasti a Milano, Thuram si è infortunato nella gara contro l’Atalanta – o in corso di partita, con Calhanoglu e De Vruj sostituiti perché doloranti, e Dimarco evidentemente affaticato. Ma è evidente che, negli scontri diretti, i nerazzurri possano fare di meglio.
Tre settimane prima del derby
In campionato l’Inter è terza con 40 punti, quattro in meno del Napoli capolista. Ma ha due gare da recuperare. In Champions è sesta con 13 punti, gli stessi dell’Arselal terzo. Il Liverpool capolista ne ha 18. Le prossime gare che attendono i nerazzurri non sono proibitive, almeno sulla carta: la trasferta di Venezia, il Bologna e l’Empoli entrambe a San Siro, lo Sparta Praga in Repubblica Ceca, la partita col Lecce in Salento e l’ultima gara del girone europeo a Milano con il Monaco. Tutte occasioni per aggiustare quello che a Riad non ha funzionato: il finale di partita, l’energia nella ripresa e l’atteggiamento dei giocatori subentrati. Anche perché il 2 febbraio i nerazzurri dovranno affrontare di nuovo i rossoneri nella gara di ritorno della Serie A.
Il tema riserve e il caso Frattesi
Altri nodi da sciogliere, in casa nerazzurra riguardano il mercato e l’adeguatezza delle riserve. Togli Calhanoglu e l’Inter resta nuda. Persino Inzaghi, attento a elogiare e riprendere i suoi giocatori sempre al plurale, scottato dalla sconfitta in finale di Supercoppa, si è lasciato scappare: “Nel calcio ci sono giocatori imprescindibili”. Uscito il turco al 35’ del primo tempo, per un dolore all’adduttore della gamba destra, i nerazzurri non hanno smesso di giocare. Anzi, hanno segnato due gol. Ma quando si è trattato di difendere, si sono trovati scoperti: Asllani in copertura non è paragonabile a Calhanoglu. Allo stesso modo, il pur ottimo Carlos Augusto non vale Dimarco, uno dei migliori esterni sinistri al mondo. E Frattesi, abile incursore, non ha la completezza di Barella. Trova poco spazio e per questo vuole lasciare Milano. Non gli spiacerebbe tornare a casa. Una possibile via d’uscita, che il suo procuratore Beppe Riso sta provando a imbastire, è che il romano si traferisca alla corte di Ranieri. L’Inter per il cartellino non chiede meno di 45 milioni. Come soluzione tampone, alla Pinetina potrebbe trasferirsi in prestito Cristante, che dalla sua ha i centimetri e la versatilità: potrebbe essere impiegato anche come vice-Calhanoglu. Ma al momento è solo un’idea.