Con i se i ma non si scrive la storia, certo. Come è altrettanto vero che a pensare male si fa peccato, però spesso si azzecca. E poi c’è pure il detto numero tre: secondo il quale due indizi fanno quasi sempre una prova, di cui peraltro non ci sarebbe nemmeno bisogno per certificare la storica rivalità che divide il Napoli e la Juventus.
Il conto alla rovescia per la super sfida di domani pomeriggio (ore 18) al Maradona è infatti agli sgoccioli e ci sono già abbastanza ingredienti per disquisire su una vigilia a nervi tesi, che si è accesa con le schermaglie fuori dal campo e farà da prologo alla resa dei conti in programma allo stadio di Fuorigrotta, dove toccherà alle due squadre provare a superarsi col pallone tra i piedi.
Si riparte dall’interlocutorio pareggio senza gol della sfida d’andata giocata il 21 settembre scorso, a Torino. Ma con un paio di sostanziali differenze. La prima di natura squisitamente tecnica: all’epoca sembrava la nuova e ambiziosa Juve di Thiago Motta la formazione da battere, mentre il Napoli di Conte era un cantiere aperto e doveva ancora liberarsi dalle macerie della stagione più balorda dell’era di De Laurentiis.
A distanza di quattro mesi i ruoli si sono invece clamorosamente ribaltati e per rendersene conto basta dare uno sguardo alla classifica, in cui gli azzurri guidano da soli la classifica con 50 punti in 21 giornate, mentre i deludenti bianconeri sono scivolati un po’ alla volta fino al quinto posto, staccati di ben 13 punti dalla capolista. L’unico fiore all’occhiello per la squadra più titolata d’Italia è l’imbattibilità in campionato, che sarà messa tuttavia a dura prova nei 90’ in programma al Maradona, in cui pure le condizioni ambientali saranno – almeno in partenza – favorevoli a Di Lorenzo e ai suoi compagni.
Lo stadio di Fuorigrotta sarà infatti colorato quasi esclusivamente d’azzurro, visto che per motivi di ordine pubblico – e anche nel nome della reciprocità – la trasferta è stata vietata a tutti i residenti in Piemonte. All’andata a Torino successe lo stesso per i tifosi del Napoli residenti in Campania e ci furono addirittura dei ricorsi in tribunale amministrativo. Ma continua a prevalere la linea dura e stavolta toccherà alla Juventus fare a meno della spinta dei suoi sostenitori: un handicap con cui la squadra di Conte si è peraltro abituata suo malgrado a convivere, quando gioca lontano dal Maradona. Sono infatti 6 le gare consecutive fuori casa la capolista deve arrangiarsi da sola, consolandosi peraltro in parte con l’appoggio degli appassionati che vivono al centro e al nord. Il tecnico leccese se n’è lamentato proprio dopo la vittoria di sabato scorso a Bergamo, sapendo tuttavia che pure per la gara del 2 febbraio all’Olimpico di Roma saranno previste le stesse restrizioni.
Ma il dodicesimo uomo potrà essere un “fattore” almeno nella sfida contro la Juventus, che i tifosi del Napoli aspettano da sempre come la partita dell’anno e vivranno anche questa volta in maniera viscerale. C’è di mezzo una rivalità atavica e ravvivata pure dalle recenti schermaglie tra i due club sul mercato per l’affair Danilo. Il difensore era infatti da tempo in parola con la capolista e la trattativa per il suo trasferimento alla corte di Conte si sarebbe potuta concludere quasi un mese fa, se da Torino non avessero deciso di rimandare la rescissione del contratto del capitano bianconero in attesa della sfida del Maradona. Il “dispetto” ha avuto poi conseguenze inattese, perché nel frattempo il giocatore ha cambiato idea e ha deciso di tornare con la famiglia in Sudamerica. Tutta colpa dell’ex direttore sportivo Giuntoli, hanno malignato i tifosi azzurri. Idem sull’altra sponda, però, dove il tesseramento di Kolo Muani è diventato una telenovela. A liberarlo deve essere il Psg, un club amico di De Laurentiis. A pensar male si fa peccato, però spesso si indovina. È una vigilia già bollente.