Kolo Muani titolare con il Napoli alla prima convocazione, Vlahovic in panchina. Sono bastati sei giorni al nuovo acquisto della Juventus per “soffiare” una maglia da titolare al centravanti serbo. Anche se, in realtà, sarebbe più giusto affermare che è bastato l’arrivo di una valida alternativa per spedire Vlahovic in panchina. Il segnale di Motta è inequivocabile, visto che tre indizi fanno una prova: dopo le panchine con Milan e Bruges, anche con il Napoli, big match della giornata, l’ex Fiorentina partirà dalla panchina. Dopo essere stato sostituito nelle due precedenti da Nico Gonzalez, oggi al Maradona Vlahovic si accomoderà ancora una volta in panchina: la bocciatura è evidente, le conseguenze si capiranno solo con il passare dei giorni.
Kolo Muani titolare, Vlahovic bocciato
Nessun calciatore arrivato in bianconero aveva mai esordito da titolare. Non era capitato a Koopmeiners, ancora meno durante l’estate, visto che era necessario entrare dentro i meccanismi di gioco della squadra di Motta. Una regola, non codificata e figlia esclusivamente della necessità, che è venuta meno con il centravanti francese, schierato subito al centro dell’attacco supportato da Yildiz, Nico Gonzalez e Koopmeiners. Un leggero sospetto circa le prospettive future, Vlahovic deve averlo avuto anche leggendo le prime dichiarazioni di Kolo Muani al suo arrivo: “Preferisco giocare da centravanti”. Detto fatto, a due giorni dal tesseramento ufficiale, e con meno di una settimana di allenamenti con la sua nuova squadra, l’ex Psg parte titolare al centro dell’attacco. Analizzando il tutto, si può affermare che il caso Vlahovic sia ormai deflagrato.
Perché Vlahovic parte dalla panchina
Le motivazioni di questa scelta sono molteplici, e spaziano dal mercato a questioni tecniche. Vlahovic è un centravanti d’area, che mal si adatta alla fase di supporto della squadra. Inoltre il rapporto con Motta non è mai decollato, reso ancora più complicato dalle dichiarazioni del serbo in nazionale, quando aveva spiegato il perché dei suoi tanti errori sotto porta: “Se devo fare la fase difensiva e correre, è normale che arrivi stanco in area”. Oltre a questo, non va sottovalutato il rapporto sempre meno fluido e sereno con la dirigenza bianconera in vista del 2026, l’anno in cui scadrà il suo contratto. La Juventus ha più volte proposto un rinnovo al ribasso, ricevendo sempre il rifiuto del calciatore e del suo entourage. Il serbo andrà in scadenza alla fine della prossima stagione, motivo per cui già quest’estate, ma non è da escludere che si provi a gennaio, finisca sul mercato. Da parte del calciatore ci potrebbe essere la volontà di andare a scadenza per poi monetizzare con un contratto altrettanto ricco. Il braccio di ferro è appena iniziato.