Londra – David Coote continua a far parlare di sé. L’ex arbitro internazionale inglese sospeso l’anno scorso per aver sniffato cocaina e offeso pesantemente Jürgen Klopp in alcuni video privati, ha concesso una intervista esclusiva, e in lacrime, al tabloid Sun. In cui rivela di essere gay, di non aver dichiarato pubblicamente la sua sessualità sinora per “paura della reazione del mondo machista del calcio” e che questa condizione lo ha profondamente destabilizzato, diventando una cause del suo ricorso alle droghe pesanti.
“Da ragazzino mi vergognavo della mia omosessualità”
“La cocaina per me è stata una fuga”, dichiara al giornalista del Sun mentre si asciuga gli occhi con un fazzoletto, “la mia omosessualità è sempre stata una vergogna per me da ragazzino, almeno fino a quando ho fatto coming out con i miei genitori a 21 anni e poi con gli amici a 25”. “Ovviamente questa non è stata l’unica causa che mi ha portato ad assumere cocaina. Ma ho sofferto molto in privato e mi sentivo costantemente in una pentola a pressione di emozioni. Perché dovevo sempre nascondere la mia sessualità in un mondo “macho” come quello del calcio. C’è ancora tanto da fare, nella società e in questo sport, contro la discriminazione. E anche se come arbitro ero stimato, dentro mi sentivo una brutta persona. Non ero mai me stesso e non ne ero affatto orgoglioso”.
Il problema della cocaina
“Dopo lo scandalo della scorsa estate”, cui risalgono i video infamanti nei suoi confronti dopo gli Europei di calcio 2024 in Germania, “sono precipitato nelle tenebre”, continua il 42enne Coote, “ma per fortuna la mia famiglia e gli amici mi sono stati molto vicini. Altrimenti non so se sarei ancora qui oggi”. La carriera dell’arbitro inglese e internazionale David Coote è arrivata al capolinea lo scorso novembre, dopo una serie di filmati esplosivi sulla sua vita privata, girati durante gli Europei e pubblicati da ignoti online o inviati al Sun. In uno di questi, Coote sniffava una striscia di polvere bianca con un dollaro americano, accanto a una carta di credito, una scatola di farmaci su prescrizione medica e una copia del romanzo di Terry Hayes “L’anno della locusta”. Non solo: in un’altra fotografia, si vedeva il 42enne fischietto della Premier League alle prese con sei strisce di polvere bianca, e visibile sempre una carta di credito.
Quegli insulti a Jurgen Klopp
Qualche giorno prima, Coote era finito nella bufera per un altro video scandaloso, stavolta postato direttamente sui social media e sempre da ignoti, in cui si vedeva l’arbitro del Nottinghamshire insultare pesantemente Klopp con la peggiore ingiuria possibile della lingua inglese, “cunt”: “Il Liverpool giocò da schifo quella partita. Klopp è un cog**one. Un cog**one totale. Mi ha accusato di dire il falso, poi provò a venire a parlare con me. Ma io non ho alcun interesse nel discutere con qualcuno che è così arrogante, caz*o”. Infine, Coote aggiunge: “Non mi riconosco in quel video, ma di certo ero io. Ho commesso molti errori e magari potessi tornare indietro nel tempo. A tutti quelli nella mia condizione dico: cercate aiuto e confidatevi con qualcuno. Perché se reprimete e accumulate tutto, poi a un certo punto esploderete”.