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Renato Veiga, chi è il nuovo difensore della Juve: un giramondo cresciuto negli stadi

Figlio d’arte, arriva dal Chelsea in prestito. Poco impiegato bai Blues in Premier League, si è distinto in Conference

TORINO — Renato Veiga, il nuovo difensore della Juventus arrivato in prestito dal Chelsea, vivrà dalla tribuna la partita con il Benfica, quello che per lui è un derby in tutto e per tutto. Per vederlo in campo con la maglia bianconera, infatti, bisognerà attendere il campionato: in Europa servirà attendere la nuova fase ad eliminazione diretta e l’inserimento nella lista Uefa. Iperattivo, figlio d’arte, poliglotta, il portoghese è cresciuto a pane e calcio, vivendo al seguito di papà Nelson Veiga, ex calciatore professionista, tra Portogallo, Cipro, Marocco. Inevitabile, crescendo in questo contesto, imparare le lingue del posto: Veiga parla correttamente portoghese, spagnolo, arabo, francese e inglese.

Veiga, un bimbo irrequieto cresciuto negli stadi

In una vecchia intervista, papà Nelson spiegò come il calcio fosse l’unica cosa in grado di calmare il figlio. Bimbo irrequieto, in casa e fuori, si calmava esclusivamente quando entrava in uno stadio per assistere alle partite del padre. Un segno del destino, ma anche un percorso personale che, inevitabilmente, si è sovrapposto a quello di papà Nelson, colui che ha ispirato Renato. Il calcio è tutto per il nuovo difensore della Juventus, al punto che spesso gli amici, per prenderlo in giro bonariamente, gli rinfacciano l’assenza di hobby: “Non ha nemmeno il tempo per pensarci”, lo punzecchiano. Renato Veiga non batte ciglio, ma prosegue nella sua quotidianità nonostante alla sua età, 21 anni (classe 2003), il contorno sia spesso più attraente. Molto concentrato sul lavoro, si concede qualche “fuga” solo per dedicarsi alla palestra quando non è in campo per allenarsi. Calcio e famiglia sono le due colonne portanti della sua vita, gli strumenti per raggiungere il suo obiettivo professionale principale: vincere, naturalmente, ma soprattutto diventare un punto fermo della nazionale portoghese. Convocato dal tecnico Martinez, punta alla continuità in nazionale: la Juventus può essere il suo trampolino di lancio.

Veiga il giramondo

Come suo padre, Renato Veiga è stato fino a oggi, nonostante la giovane età, un giramondo del pallone. Al punto che i primi allenamenti, nella categoria che in Italia chiamiamo “pulcini”, li ha fatti con le giovanili dell’Omonia Nicosia, la squadra cipriota in cui giocava il padre quando aveva solo tre anni, oltre naturalmente al futebol di strada a Lisbona. Nonostante i tanti paesi visitati nella sua vita, la capitale portoghese resta la città preferita da Renato, o “Renatinho” come lo chiamano in famiglia: a 7 anni l’ingresso nelle giovanili dello Sporting, ma solo per un battito di ciglia. Di lì a poco sarebbe arrivato il trasferimento della famiglia a Marrakech, in Marocco, per poi tornare in Portogallo dopo cinque anni, ancora con la maglia biancoverde dello Sporting, con cui completerà la trafila delle giovanili senza esordire in prima squadra, nonostante una chiamata in Champions League, convocato da Amorim, oggi al Manchester United.

La carriera di Renato Veiga

Il trasferimento in prestito all’Augusta, in Germania, fu il punto di partenza della sua carriera. Arrivarono poi il Basilea a titolo definitivo e, circa un anno dopo, il passaggio al Chelsea, firmando un contratto di 7 anni, opzione possibile solo in Premier League. Utilizzato con il contagocce in campionato, è la Conference League la sua competizione, in cui gioca tutte le partite dei Blues firmando due gol e distribuendo un assist nella cavalcata inarrestabile dei londinesi. Mancino naturale, 190 centimetri per 88 chilogrammi, può giocare difensore centrale di destra o di sinistra, oltre che terzino mancino.

Le cifre dell’affare Veiga

Ha scelto la Juventus per avere più spazio: il suo trasferimento è a titolo temporaneo fino al 30 giugno 2025. Al Chelsea andranno 3,8 milioni di euro, con bonus massimi per 1,5 milioni al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. In bianconero troverà il connazionale e amico Francisco Conceiçao: “Mi chiamava tutti i giorni da quando ha saputo che sarei venuto alla Juve e quando abbiamo parlato in nazionale mi ha parlato benissimo dei bianconeri – ha spiegato nella prima intervista in bianconero –. Sono molto entusiasta di vivere la Serie A, voglio dare il massimo”.

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