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Modestamente Ronaldo, i suoi primi 40 anni: “Sono io il più grande”

Il portoghese punta ai 1000 gol: “Pelé o Maradona? Nessuno meglio di me. Messi un amico, ci siamo divertiti”. Rinnovo record in Arabia

Quarant’anni di modestia. «Non credo ci sia nessuno migliore di me nella storia del calcio: penso di essere il giocatore più forte e più completo di tutti i tempi». Ora che diventa CR40, oppure, se preferite, CR7 per 5 più 5 (tanto ogni formula darà sempre un risultato perfetto, tendente all’infinito), Cristiano Ronaldo entra in una dimensione che prescinde dall’anagrafe. Forse perché lui è già un classico immortale. Ma lo è senza essersi trasfigurato: gioca e segna ancora come una macchina (età percepita 20, età muscolare non più di 30), e non è soltanto il contenitore di un gigantesco passato.

Il più bravo di tutti…

Al programma spagnolo El Chiringuito, il giovane Ronaldo ha consegnato un autoritratto alla Van Gogh, con tutte quelle indimenticabili notti stellate, con il più profondo senso di sé e un’inattaccabile scheda tecnica: «Sono forte di testa e sui calci piazzati, ho un buon sinistro, sono veloce e potente. Capisco che qualcuno possa preferire Pelé o Maradona, i gusti sono gusti, però il più bravo sono stato io».

Quell’ossessione dei 1000 gol

Prima domanda: che gli regali, a uno così? Ha già tutto. Una cravatta? Un portachiavi? Forse una porta giocattolo, così si allena in corridoio. Ma il miglior dono sarebbe non chiedergli più se arriverà a mille gol: «Sono a 923: mille sarebbe magnifico, però non mi piace questa conta delle reti mancanti. Quel traguardo non cambierebbe niente di me». E comunque Messi è fermo a 877, una miseria: «Un grande rivale, un amico, nelle premiazioni del Pallone d’oro gli facevo da interprete, ci siamo divertiti».

Un miliardo di follower a e tanti altri primati

Non è diventato un epitaffio né un rimpianto, CR7 per 6 meno 2, meno che mai un ex. «Anche se mio figlio Mateo mi prende in giro, e mi dice che Mbappé è più forte di me». Tra qualche decennio, magari, dentro un tempo tendente al mai. Nell’attesa, l’uomo a cui hanno dedicato un aeroporto sebbene ancora in vita sta volando verso un nuovo contratto arabo (oggi sono 220 milioni di dollari all’anno, nessuno come lui sul pianeta), nell’Al Nassr allenato da Pioli, solo terzo in classifica in campionato ma le leggende non si curano di certe minuzie. Ben altro è il peso delle sue cifre, tipo il miliardo di follower, altro primato mondiale, altro è l’orizzonte globale di un brand chiamato campione. Tra un record, un gol e cento selfie (memorabili quelli in Lapponia a Natale, lui immerso nelle acque artiche), possiamo scorrere la galleria fotografica e trovare CR40 che si spruzza il profumo Ronaldo, indossando le scarpette Ronaldo, intento a giocare al videogioco Ronaldo.

Inarrivabile CRSempre

Tra uno spot per un integratore alle erbe e un messaggio di auguri alla mamma e alla sua Georgina («madre, compañera, amiga, mujer»), Ronaldo raggiunge altri miti del nostro tempo, splendidi quarantenni come LeBron James e Lindsey Vonn, il principe Harry e Super Mario Bros, oggettivamente un collega di Cristiano Ronaldo. E forse non è un caso che il benedetto 1985 che mise al mondo Ronnie e lo donò ai nostri occhi, abbia visto anche la prima proiezione di Ritorno al futuro, vero titolo di un kolossal di nome Cristiano. CR7 è eterno sebbene altrove, lui arabo quanto Messi è americano, però di Leo si parla ormai pochissimo mentre Ronaldo ancora imperversa. Il segreto sta in un compleanno, non i 40 anni ma gli 11: «Quando mi stiravo i panni da solo e smisi di pensare come un bambino»: CRSempre, a questo punto per sempre.

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