“Siamo stati davvero vicino a Garnacho e Adeyemi, poi le trattative si sono complicate. Se qualcuno ha dei dubbi, non può venire a Napoli. Siamo un grande club con uno dei migliori allenatori al mondo”. Il direttore sportivo del Napoli, Giovanni Manna, ha spiegato in conferenza stampa l’epilogo di un mercato che si è concluso soltanto con l’arrivo in prestito di Okafor come sostituto di Kvaratskhelia
“Abbiamo provato a sanare una situazione un po’ complicata con Kvara – spiega il diesse -, ma poi siamo stati costretti a fare questa cessione perché eravamo ricattati. Probabilmente il contratto andava rinnovato negli anni precedenti per essere noi più protetti, ma non è accaduto. Voleva andare via e non potevamo trattenerlo. Ovviamente non sono contento di come sia finito il mercato, volevamo sostituirlo al meglio, ma il Napoli e il mercato non sono finiti qui. Ora pensiamo al nostro obiettivo che è quello di tornare in Champions League. Questo non significa che non dobbiamo sognare”.
Che è successo sul mercato? Perché non siete riuscire a sostituire Kvaratskhelia?
“Ci tenevo a precisare alcune dinamiche che potevano sembrare non corrette e veritiere. Ci mettiamo la faccia con trasparenza. Per quanto riguarda Kvara, è chiaro che noi lo ringraziamo per quello che ha fatto per il Napoli e per quanto dato ai tifosi. Abbiamo provato a sanare un po’ complicata sia in estate che a novembre e dicembre. Siamo stati costretti a fare questa cessione perché eravamo ricattati. Non è vero che dovevamo sanare il bilancio o finanziare il mercato estivo. La volontà del calciatore ci ha portato a fare una cosa diversa. andato via un giocatore importante, abbiamo provato a sostituirlo in maniera adeguata, ma non siamo riusciti a concretizzare le trattative che avevamo. I parametri del mercato di gennaio sono diversi e poi alcuni valori erano lontani dai nostri parametri che avremo in futuro. Mi riferisco anche ai livelli salariali”.
A che punto sono i rinnovi di Olivera, Meret e Anguissa?
“Con Olivera siamo a posto. Ha voluto fortemente rinnovare, così come Alex. Non siamo lontani. Ci rivedremo adesso dopo il mercato. Siamo tranquilli. Anguissa ha un contratto che prevede due anni di opzione, abbiamo parlato con loro per fare un contratto nuovo. Lo rifaremo nei prossimi mesi, non abbiamo l’incombenza del termine contrattuale, ma ci siamo portati avanti. Vogliamo continuare con lui”.
Ci può raccontare le vicende Danilo e Comuzzo?
“Per quanto riguarda Danilo, lo conosco personalmente. Ci ho lavorato nella mia precedente esperienza. Avevamo un accordo, avevamo definito tutto, poi ha fatto una scelta professionale e di vita. Pensavamo di riuscirci, poi è andata così. Ci avrebbe dato una grande mano in termini di esperienza. Su Comuzzo avevamo pensato di fare un investimento sul futuro, secondo noi ha una grande prospettiva. Ci avrebbe permesso di far giocare Rafa Marin, glielo avevo promesso anche io. Abbiamo fatto un’offerta reale, quando abbiamo capito che non ci sarebbe stata la possibilità di negoziare, non siamo riusciti a portarla termine. Mi spiace che sia stato tutto così mediatico”.
Ha parlato con Conte?
“Non siamo contenti, il primo a non esserlo sono io. Sono consapevole che abbiamo un gruppo importante e non dobbiamo sminuire questo lavoro”.
I parametri del Napoli hanno influito sul mercato? Come risanare questo punto di discontinuità con l’area tecnica?
“Le strategie sono sempre convergenti, non c’è da risanare nulla con l’allenatore che è focalizzato sul lavoro. Parlare troppo di mercato sminuisce quanto fatto finora. Questa squadra era reduce da un decimo posto, ha completato l’organico in estate e adesso ha consolidato una posizione in linea con il nostro obiettivo, ovvero tornare nelle competizioni europee dalla porta principale. I risultati fanno pensare di aver accelerato questo percorso, ma non è sempre così scontato. Abbiamo perso un giocatore importante e dovevamo sicuramente fare meglio. Mi assumo la responsabilità di quanto siamo facendo. Per noi il discorso mercato si chiude, ora facciamo parlare soltanto il campo”.
Da Garnacho, a Saint Maximin. Cosa è successo?
“Ne abbiamo trattati anche altri. Garnacho ci piace, lo abbiamo trattato prima della partenza di Kvara. Abbiamo fatto un’offerta importante allo United, eravamo molto vicini. Il calciatore – per lasciare la Premier a gennaio – voleva essere accontentato, noi non volevamo farlo. Se abbiamo una media salariale nello spogliatoio, mettere un calciatore con uno stipendio più alto, non è corretto. Con Adeyemi avevamo una bozza di accordo con il Dortmund, ho parlato con il calciatore, non era sicuro di voler venire. Non abbiamo voluto insistere. Chi viene qui, deve avere voglia di stare qui. Siamo una squadra importante con uno dei migliori allenatori al mondo. Se hai dubbi, non sei il giocatore per noi. Vogliamo giocare ogni tre giorni nella prossima stagione e siamo convinti di poter investire questi soldi per fare una rosa più forte. Saint Maximin era legato a una questione burocratica che avevamo anche risolto. Forse potevamo andare prima su un profilo così senza provare a inseguire calciatori dal valore elevato e abbiamo perso un po’ di tempo. Il mercato di gennaio dura meno. Ripeto, solo City e Psg hanno fatto investimenti, poi il Milan ha comprato Gimenez, ma non ci sono stati grossi movimenti. La stessa Juventus ha preso un difensore alla fine, parlo soltanto di cose oggettive”.
Quando avete avuto la percezione di dover rinunciare a Kvara?
“Lui lavora con il Psg da maggio. Non volevamo perdere il nostro calciatore, noi in questi mesi abbiamo provato il nostro massimo e non ci siamo riusciti. Siamo stati costretti a fare un’operazione che si è concretizzata a gennaio. È normale parlare con il Psg da mesi”.
Come sta Okafor?
“Non entro nelle dinamiche con il Lipsia. Non è vero che non ha passato le visite. È un po’ indietro fisicamente rispetto ai nostri parametri. Lavoriamo in un certo modo, c’è un metodo come dice Conte. Credo che abbia bisogno di un po’ di tempo per tornare in condizione”.
C’è un rammarico su un’operazione non concretizzata?
“Noi lavoriamo per caratteristiche. Garnacho è stata un’operazione credibile, siamo stati vicini a lui e ad Adeyemi. Poi quando le cose cambiano in corso, non mi piace. Chi viene a Napoli, deve avere la voglia di venire. In estate i giocatori che abbiamo trattato non hanno avuto dubbi. Ora rimaniamo concentrati e non facciamoci prendere dalla negatività”.
Cosa è successo con Rafa Marin?
“È stato il primo acquisto che abbiamo fatto. C’è stato un investimento, arriva da un settore giovanile importante. Abbiamo in rosa dei difensori che hanno un livello alto. È normale che faccia fatica anche se sono passati sei mesi. Avevamo fatto tutto con il Villarreal, volevo accontentarlo, glielo avevo anche promesso. Non ci sono state le condizioni, ora deve stare concentrato e lavorare. Il discorso è chiuso. La rosa è questa e siamo tutti compatti, non pensiamo più a niente”.
Yeremay è un obiettivo?
“Ci siamo informati e nulla di più”.
È vero che siete stati presi per il collo dopo aver ceduto Kvara?
“Il mercato di gennaio è particolare, in estate sarà diverso, magari alcuni club hanno anche bisogno di vendere. Ripeto, non è corretto uscire dai nostri parametri. Non possiamo ipervalutare un calciatore. C’è ambizione, c’è una prospettiva alta della piazza, ma dobbiamo stare tranquilli. Non perdiamo contatto con la realtà, questo non significa non voler sognare. Ci tengo a calmare un po’ gli animi, noi abbiamo un obiettivo e stiamo lavorando per arrivarci. Il mercato non è finito ieri e il Napoli non è finito ieri. Ci vogliono obiettività e coerenza. Lo abbiamo dimostrato pure nella gestione di Osimhen. Ovviamente ci sono club che possono fare operazioni che noi non possiamo portare a termine. Non bisogna fare operazioni solo per accontentare la piazza”.
Cosa accadrà con Osimhen? Sarà più fluido cederlo?
“La scorsa estate, il Napoli era reduce da una stagione complicata. Abbiamo lavorato per step prendendo un grande allenatore, ci siamo adeguati alle sue scelte. Lui è stato bravo ad aspettarci, gli abbiamo consegnato la squadra all’ultimo giorno di mercato. Aspettavamo la cessione di Osimhen, poi De Laurentiis ci ha consentito di fare lo stesso gli acquisti. Noi quest’anno possiamo programmare in modo diverso. La cessione di Kvara ci aiuta, ora speriamo di raggiungere pure l’obiettivo Champions in modo da poter lavorare con serenità. Adesso Conte conosce pure la rosa, partiremo avvantaggiati. Dobbiamo essere organizzati, precisi e puntuali, come si fa in ogni club che faccia programmazione”.
Come fa un club a tutelarsi da una vicenda come quella di Kvara?
“Sicuramente avremmo potuto provare negli anni precedenti a rinnovare il contratto e ci avrebbe protetto da alcune dinamiche extra-calcio. Quando un giocatore vuole andare via, è difficile convincerlo a restare. Non potevamo trattenerlo, perché avremmo dovuto farlo? Chiunque giochi qui, deve volerlo. Non possiamo costringere le persone, questa è la dinamica. Ci abbiamo provato, Conte si è speso tanto. Il giorno della sua presentazione ha detto delle cose forti, Kvara è rimasto, ma poi evidentemente non ha dato seguito. Doveva andare così”.
In estate punterete su profili di prospettiva oppure giocatori esperti? Aspetterete anche in base a un nuovo modulo?
“Abbiamo un allenatore e se ne occupa lui dell’aspetto tattico. Non entro in questo argomento. Il Napoli deve prendere giocatori forti, che siano giovani oppure più grandi. Noi abbiamo trattato Dorgu per l’estate, poi se lo United fa un’offerta fuori mercato è difficile dirgli di aspettare luglio. Questo è un profilo di giocatore giovane e forte. Se c’è un’occasione come McTominay, ma non possiamo prendere in scadenza dandogli 5 milioni d’ingaggio e 6 di commissione. Se un giocatore ha prospettiva è meglio, ma non è una conditio sine qua non. Lo abbiamo dimostrato con Lukaku, McTominay, Neres e lo stesso Buongiorno. Noi dovevamo sostituire Kvaratskhelia e non lo abbiamo fatto come volevamo, ma quest’estate abbiamo sbagliato poco. Di sicuro non sono contento e adesso dobbiamo essere bravi a dimostrare la nostra forza e la nostra solidità. Dobbiamo rimanere focalizzati sull’obiettivo principale che è andare in Champions League e ripeto questo non significa non sognare”.
Billing lo ha proposto la società a Conte oppure è una sua richiesta?
“Noi siamo insieme, io ci vivo con l’allenatore. Ci sono dei contraddittori come accade ovunque, ma le scelte sono perlopiù condivise, poi quando l’ultimo giorno di mercato salta un’operazione, bisogna essere creativi e farsi venire delle idee. Noi abbiamo sostituito Folorunsho che per me è un buon calciatore. Ora è titolare alla Fiorentina, qui ha lavorato bene come non fanno da altre parti. Billing ha più di 100 presenze in Premier League, ma ha bisogno di entrare in un metodo diverso. Sono sicuro che quando sarà chiamato in causa, darà il suo contributo. Ripeto, le scelte sono condivise, dal cambio del portiere al difensore in più. Lavoriamo insieme, non parliamo di Conte, Manna e De Laurentiis, ma del Napoli”.