Tre indizi fanno una prova, vivente. Uno: gli highlight di fatti vengono superati da quelli di parole. È più visto e citato un “bau” di una prodezza canina, uno strafalcione in conferenza stampa di un gol in rovesciata. Due: i direttori sportivi sono le vere star del calcio contemporaneo. A Roma i tifosi sperano arrivi Sartori più che Ancelotti, a Bologna che resti lui più che Castro. Tre: la satira è, come sostiene Corrado Guzzanti, definitivamente svuotata dalla realtà. Nessuna delle sue sorelle può ridicolizzare la deputata Montaruli né lui s’azzarderebbe a parodiare l’allenatore Eziolino Capuano. All’incrocio di tutto questo, la prova vivente: Pantaleo Corvino, un uomo chiamato Mercato.
Corvino, più plusvalenze che anni
Ha più plusvalenze che anni (e son 75). Soprattutto ci crede, non tanto in sé stesso, quanto nel suo personaggio. Il problema di molti comici è aver azzeccato una battuta e aver passato il resto della vita a cercare di eguagliarla, per lo più imitandola. Corvino diventò “virale” prima che l’orrendo termine fosse coniato. Disse, in pubblico e non alla consorte: «Si può sbagliare la moglie, non l’attaccante». Conte la riprese e la esportò a Londra. Venne tradotta in molte lingue, sottoposta ad esegesi durante convegni amorosi o letterari, la sua attribuzione discussa, la paternità rivendicata. L’autore ha cercato a lungo un bis. Ci ha provato con «Meglio sciacallo che pollo», ma richiedeva un lungo aneddoto di spiegazione che coinvolgeva Zamparini e un dimenticato centrocampista serbo. Poi: «Lo straniero è un merchandising», ma è evidente che non fosse aria.
Il tortuoso aforisma sulle donne
Ha virato sul folkloristico: «Devi avere amici che non si chiamano Sartu Minzippa», ma esigeva chiarimenti a catena: «Era quello che faceva o turcinieddri». Ovvero: l’ultimo della catena. Finalmente l’ha azzeccata, seppur tortuosa: «Con acquisti e cessioni vale lo stesso discorso delle donne: se vai con cento donne, con le prime 99 va tutto bene e ti dicono che sei bravo, alla centesima invece forse sei arrivato un po’ stanco e ti dicono che non sei bravo». Più vista in Rete del gol Kolo Muani a Como. Poco importa che sia il plagio di una vecchia barzelletta su Ercolino e una performance dal vivo al Colosseo: nulla è più inedito dell’edito. Bisogna farsi furbi e Corvino si fece. Il politicamente corretto è morente come un suo attaccante di fascia. Corvino può esibire a riprova del suo talento per l’attaccante: Vucinic, Bojinov, Vlahovic e da ultimo Krstovic. La moglie Rina, affari suoi.