Gran gol di McTominay, lo merita con un salto che umilia la massiccia difesa dell’Udinese, ma la serata della possibile fuga riunisce troppe ombre sulla capolista. Tornano alla mente le parole di Kosta Runjaic, un tedesco di origine croate dal passato semioscuro.
Mai sottovalutare questi grigi combattenti delle panchine europee. Gente dell’Est che sa molto di calcio, poco di propaganda. Ha spiegato perché avrebbe escluso il frizzante Sanchez, «noi dobbiamo giocare tutto sul non possesso e lasciare la palla al Napoli». Difatti.
L’ Udinese ha una congrua fisicità, fa collezione di corner per cercare il gioco alto, riparte sempre in velocità, preferendo la sua destra. Il lato sinistro del Napoli non funziona. Non è un caso. È quello il versante. Neres lascia troppo spazio alle sue spalle, McTominay non copre, Mazzocchi che sostituisce Spinazzola è in evidente affanno. Sfrutta male la sua libertà per stanare Atta, ma in quella zona si muove bene l’insidioso Thauvin. Il francese si accosta a Lucca punta avanzata in un disinvolto 4-4-2.
Il pareggio dell’Udinese sottolinea il disagio del Napoli su quella fascia, lì il disordine difensivo del Napoli prevale anche sui meriti degli avversari. Una catena di errori rimette l’Udinese in pari. Meret è pronto, ma non urla ai compagni che la palla è sua, lo precede Juan Jesus per liberare male l’area con un passaggio da batticuore a Mazzocchi che a sua volta per tenere la palla in campo la rilancia peggio. Un dono per l’olandese Ekkelenkamp che dal versante sinistro del Napoli indovina un interno destro tagliente nel secondo palo.
Il pareggio fa calare il gelo sulla partita. Cambia poco perché il Napoli al centro ha un ottimo Lobotka ma un assonnato Anguissa, se ne avvantaggia Solet. In avanti Politano produce poco, ben circoscritto dal veloce Kamara, ancor meno Lukaku contro lo sloveno Bijol. Sembra più deluso che preoccupato Conte, costretto a reagire Non gli va certo di essere criticato per cambi tardivi, è lucido nel rilevare i guasti e tenta di ripararli. Lascia passare un’ora, non può sopportare che l’Udinese prevalga sulle fasce e infili almeno cinque dei suoi come torrenti nella imperfetta fase passiva del Napoli.
Conte ne cambia tre in un solo colpo. Deve dare una scossa energica, rendere il Napoli imprevedibile dopo un’ora tutta in grigio. Tira fuori Lukaku, Anguissa e Politano, come individuare tre lampade fioche e svitarle. Ngonge a destra, Simeone prima punta, e Raspadori. Al posto di Anguissa. Non un cambio di ruolo nel ruolo, ma una autentica variante tattica, ma non cambia nulla. Alla diversa formula il Napoli tenta di iniettare anche più energia, spera che Gilmour possa darne al posto di Lobotka prezioso ma affaticato.
Si può leggere nel volto contratto di Conte. Teme che si accorci il fresco vantaggio di tre punti al vertice sull’Inter che gioca stasera. Non gli resta che Okafor appena arrivato da un discusso mercato. Ma è facile riaprire la discussione sulle operazioni mancate. Facile e inutile.
Il Napoli deve ritrovare nel più breve tempo quel vigore prepotente che lo rendeva irresistibile nei finali roventi.
Se non hanno dato nulla i cambi, è possibile che sia da ritrovare una condizione generale.
Tocca al sempre lodato staff cercare una riserva di potenza. Le flessioni sono fisiologiche nella storia di un sempre ambizioso campionato.