“Rendiamo la Juventus di nuovo grande”, ha scritto su X Paolo Ardoino, CEO di Tether annunciando così l’investimento della sua società nel club bianconero. La partecipazione, si legge sul sito della società cripto è “strategica” anche se non è stato specificato quale sia l’entità dell’investimento sul club controllato da Exor (che attraverso Gedi edita anche Repubblica). Nel comunicato si apre anche ad iniziative industriali congiunte: “Tether sarà un pioniere nell’unire nuove tecnologie, come asset digitali, intelligenza artificiale e biotecnologie, con l’industria sportiva consolidata per guidare il cambiamento a livello globale. Esploreremo strade per collaborazioni innovative e il potenziale per rivoluzionare il panorama sportivo globale”.
Buona la reazione del mercato con il titolo dei bianconeri che si è apprezzato a Piazza Affari. Anche se, come ricorda l’agenzia Reuters, “La Juventus, controllata dalla famiglia Agnelli da un secolo, ha dovuto raccogliere circa 900 milioni di euro dai suoi azionisti negli ultimi sei anni in tre distinte operazioni per rafforzare il suo bilancio. Ha riportato una perdita di quasi 200 milioni di euro nell’anno finanziario conclusosi il 30 giugno”.
Sport e cripto
Non si tratta certo del primo contatto tra il mondo del calcio italiano e quello delle cripto, la stessa Tether, pur fondata da due italiani, Paolo Ardoino e Giancarlo Devasini, ha sede in Svizzera ed è sponsor del Lugano Fc. Nel 2024 la società ha annunciato oltre 400 milioni di utenti in tutto il mondo attraverso l’emissione della propria stablecoin. Le attività totali consolidate del gruppo ammontano a 157,6 miliardi di dollari, le passività a 137,6 miliardi. Le riserve per i token Tether in circolazione ammontano a 143,7 miliardi di dollari, una moneta virtuale che a differenza del più famoso bitcoin, è collegata ad un patrimonio reale di asset finanziari (liquidità e bond).