MILANO — Più che una risposta in conferenza stampa, una diagnosi: «Sapendo di essere troppo forti, ci rilassiamo e prendiamo pause all’interno delle partite. È l’aspetto mentale a farci perdere determinate gare. Nel secondo tempo abbiamo concesso troppo alla Juve. Siamo arrabbiati. Pecchiamo di poca concentrazione, perché pensiamo di poter segnare in ogni momento e vincere contro chiunque». A firmare il referto è il dottor Henrikh Mkhitaryan, due lauree, anche se nessuna in Medicina. Su quelle parole, i tifosi interisti s’interrogano. L’armeno è uno dei leader dello spogliatoio. Ma la presunzione non basta a spiegare il fatto che 14 dei 28 gol incassati dall’Inter in stagione, fra tutte le competizioni, siano arrivati dopo il 70’. La metà. Non spiega da sola nemmeno l’1-0 subito a Torino, in cui molto hanno fatto le prestazioni sottotono di giocatori chiave: lo stesso Mkhitaryan, Çalhanoglu, soprattutto Lautaro. Sembrava avere superato «il periodo più brutto della carriera», di cui aveva parlato a inizio anno. Ma le imprecazioni a favore di telecamera, anche se l’audio non c’è, dicono che non è così. In Serie A ha firmato 9 gol, come l’ex amico e ora rivale Lukaku. Ma le reti vanno pesate. Nel 2025 l’argentino ha segnato o servito assist contro Venezia, Bologna, Empoli e Lecce. È rimasto a secco contro Milan, Fiorentina, e Juve. Quando davvero serve. non c’è. E con lui tutta l’Inter, che non vince uno scontro diretto dal 30 agosto, a San Siro con l’Atalanta.
Cambi di Inzaghi: si salva solo Zalewski
«Dobbiamo correggere il tiro. Non stiamo facendo abbastanza per raggiungere i nostri obiettivi», dice Simone Inzaghi. Anche lui ha la sua fetta di responsabilità. Nessuno ha capito i cambi, che hanno smantellato la catena di sinistra, e sostituito il decente Taremi con il dolorante Thuram. «Chi è entrato ha fatto bene», dice l’allenatore. Ma è difficile trovare qualcuno che sul punto la pensi come lui. Fra i subentrati, si salva Zalewski. L’allenatore è il più arrabbiato di tutti. Già allo Stadium si è fatto sentire dalla squadra per quel secondo tempo distratto e indolente. Ma non verrà meno ai suoi principi. Ieri la squadra ha avuto un giorno libero e oggi si troverà alla Pinetina nel pomeriggio, «per lavorare tanto e parlare poco». Non sono previsti processi, ma impegno fra video e campo. Sabato a San Siro arriverà il Genoa, poi a inizio marzo la squadra volerà a Napoli per il testa a testa in una corsa scudetto in cui le contendenti procedono col freno a mano tirato.
Inter, una rosa da ringiovanire
Comunque andrà a finire, in estate l’Inter dovrà ringiovanirsi. Domenica nell’undici titolare l’età media era di 30 anni e cinque mesi. Mai, nell’era dei tre punti a vittoria, i nerazzurri hanno avuto una squadra così vecchia. A giugno saluteranno Arnautovic, Correa, uno fra Acerbi e De Vrij, lo scontento Frattesi. Piacciono giocatori giovani e forti come Santiago Castro, Nico Paz e Sam Beukema. Quanto il fondo Oaktree sia disposto a investire, lo si potrà forse capire lunedì prossimo, nell’assemblea degli azionisti del club.