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Milan, tutto da rifare: Conceiçao in bilico, arriverà un nuovo ds

Tensioni tra il tecnico e lo spogliatoio, rottura definitiva con Pulisic. Non basta la difesa di Ibra: serve il quarto posto. Paratici e Berta
in corsa come dirigenti

MILANO — Il giorno dopo fa ancora più male. Accettare il risultato, cercare il lato positivo di un incubo inatteso: il Milan sbattuto fuori dalla Champions dal Feyenoord. Al primo vero esame della sua vita da dirigente, Zlatan Ibrahimovic è stato bocciato. Ha assorbito nella sua figura l’immagine pubblica del club, ha messo in ombra l’ad Furlani e il dt Moncada, e ora si ritrova a navigare nel mare in tempesta con accanto solo Sergio Conceiçao. Dalla prossima estate, invece, sarà affiancato da un nuovo direttore sportivo. Cardinale, azionista di controllo, si sta muovendo in prima persona per cercare una figura esperta, come l’ex Juventus Paratici (la cui squalifica terminerà a luglio) o Berta, che a gennaio dopo 12 anni ha lasciato l’Atletico Madrid. Insomma, un elemento in grado di muoversi sul mercato, pur nell’ottica di un lavoro che resterà condiviso.

Ieri Ibrahimovic ha parlato a lungo a Milanello con giocatori e staff tecnico, provando ad analizzare le cause del crollo europeo. Uscire contro una squadra inferiore come il Feyenoord è una ferita che non si rimarginerà tanto facilmente, anche per le conseguenze economiche che si porta dietro: sfumati 11 milioni di euro (il premio Uefa per il passaggio del turno), col rischio che a svanire siano anche i 50 milioni garantiti a chi partecipa il prossimo anno. Classificarsi tra le prime quattro in campionato è l’ultimo grande obiettivo stagionale del Diavolo. Un traguardo a cui è legato il futuro di Conceiçao. Il tecnico portoghese si gioca il Milan in quattro mesi: ha chance di restare il prossimo anno solo in caso di qualificazione alla Champions. Dovesse fallire, per salvarlo non basterà un eventuale successo in Coppa Italia (il Milan è in semifinale con all’orizzonte un possibile nuovo derby con l’Inter).

Ibra dà fiducia a Conceiçao, ma senza il quarto posto…

Conceciçao è appoggiato da Ibra («Ha la nostra fiducia», ha ribadito Zlatan ieri ricevendo il tapiro da Striscia la Notizia), ma senza il quarto posto neppure il super consulente di RedBird potrà salvarlo. Anche perché la tensione nello spogliatoio è altissima. Non tutti i giocatori apprezzano i modi da duro dell’allenatore, con alcuni i rapporti sono ai minimi termini. Il caso più pesante è quello di Pulisic: nella notte di Zagabria i due hanno discusso faccia a faccia, e da quel momento qualcosa si è rotto. Al punto che Capitan America ha chiesto la cessione: il prossimo anno o io o lui, il messaggio recapitato al Milan. Un altro elemento in difficoltà è Fofana: non ha legato con il tecnico, che non sembra essere un suo grande estimatore. Per questo martedì è partito dalla panchina.

Le scuse di Theo Hernandez

Il nemico pubblico numero uno resta però Theo Hernandez, la cui espulsione ha condannato il Diavolo. «Provo un’immensa frustrazione. Chiedo scusa ai miei compagni e ai tifosi», lo sfogo dello sciagurato terzino, affidato ai social. La notte europea ha di fatto chiuso la sua esperienza in rossonero. Il Milan, che lo multerà per il rosso, non asseconderà le sue richieste al rialzo per il rinnovo (7 milioni netti). A fine stagione, con un anno di contratto rimanente, andrà trovato un acquirente disposto a spendere almeno 40 milioni, l’offerta del Como che il club rossonero a gennaio aveva accettato. Theo non si è voluto muovere, ma in quel momento ha compreso di essere stato scaricato.

La rosa resta costruita male

La società non ha gestito bene quella situazione, all’interno di un mercato invernale da rivalutare. È arrivato Gimenez, l’atteso centravanti, ma gli altri colpi non hanno risolto i problemi di una rosa costruita male. Serviva un centrocampista di corsa e geometrie, uno alla Tonali, si è invece preferito accontentare Conceiçao (e il suo agente Mendes) prendendo Joao Felix dal Chelsea, per poi pescare l’acerbo Bondo dal Monza. Scelte che portano la firma di Ibrahimovic, che dopo l’allontanamento del ds D’Ottavio (con cui non aveva buoni rapporti) ha assunto le sue funzioni. Una situazione che, come detto, presto verrà rivista. Bisognerà arrivare pronti all’estate: senza Champions, sarà rivoluzione. In quel caso, Gimenez è una delle poche certezze. Sugli altri, nessuno ha il posto assicurato. Con Conceiçao alla porta, ad esempio, non sarà riscattato Joao Felix. Di più: per tenere il bilancio in attivo, andrà sacrificato di sicuro un big (Theo). Solo il quarto posto può salvare l’attuale progetto. Sarà una lunga corsa: si parte sabato a Torino.

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