VERONA — Quando Moise Kean si è piegato, crollando a terra al Bentegodi, il pensiero è andato subito a Edoardo Bove, a quegli attimi di paura vissuti due mesi e mezzo fa e ancora così freschi nella memoria di Firenze e di tutti gli appassionati. Le urla dei compagni, i medici in campo, la barella, l’ambulanza: le stesse immagini raggelanti di quella sera di inizio dicembre al Franchi. Per fortuna le analogie finiscono qui. Non è stato il cuore, ma uno scontro violento con Dawidowicz, ad aver fatto perdere i sensi al centravanti vercellese: era uscito a farsi medicare, poi i sanitari lo avevano ributtato in campo. Frettolosamente: qualche passo incerto, la testa china e poi il corpo che si accascia in avanti finendo sul prato dello stadio dove Verona e Fiorentina si stavano affrontando senza particolari emozioni. “Trauma cranico” dichiara la Fiorentina nel report medico dopo gli accertamenti in ospedale, necessari per capire cosa sia accaduto in quegli attimi di paura: il quadro medico è negativo, escluse complicazioni o danni di qualsiasi tipo.
Scontro Kean-Dawidowicz: cosa è successo
Tutto inizia quando Kean, dopo circa un’ora di gioco, cerca di difendere un pallone dall’assalto di Dawidowicz. Il ginocchio del giocatore polacco lo colpisce alla testa, all’altezza del sopracciglio sinistro. Un colpo doloroso, un urlo, ma l’arbitro non interviene e l’azione prosegue. L’attaccante però perde sangue, tanto: un taglio profondo, la maglia bianca macchiata di rosso. La fretta di rientrare in campo frenata dalla necessità di cambiare la divisa come vuole il regolamento. Una medicazione dello staff clinico della Fiorentina e il via libera al ritorno sul prato verde. Una corsetta verso il centrocampo, la testa che trema e poi quel senso di svenimento, di stordimento. Cala il silenzio sugli spalti, arrivano i dottori, entra la barella. Tutto a pochi metri dagli occhi di Bove, spettatore di quel déjà vu in panchina e quasi costretto a nascondere lo sguardo nella felpa viola, alzandola sugli occhi: dopo il malore e l’impianto del defibrillatore sottocutaneo, non ha mai lasciato la squadra seguendola sia nel lavoro quotidiano al centro sportivo sia nelle gare in casa e in trasferta grazie a una deroga ottenuta dalla Federcalcio. Ma quelle immagini sono troppo per lui.
Kean in ospedale: trauma cranico
Nel frattempo Kean, stabilizzato, viene portato via in ambulanza con l’applauso dei tifosi a fare da colonna sonora, non solo i tremila arrivati da Firenze. Al triplice fischio la vittoria sarà del Verona grazie al gol di Bernede in pieno recupero. Ma il pensiero di tutti è per Moise. «Dal campo — ha detto Raffaele Palladino — mi sono preoccupato molto, ho visto un bel taglio e poi Moise non si è sentito bene. Speriamo non sia grave». In serata la situazione è già sotto controllo, ma Kean rimane sotto osservazione e passa la notte in reparto in attesa di capire quando potrà essere dimesso.
Accertamenti negativi, Kean sta bene
«Diciamo che non siamo una squadra fortunatissima in queste situazioni», ammette Cataldi. Fu proprio lui tra i primi a soccorrere Bove in quel maledetto Fiorentina-Inter. «Sappiamo che Moise sta bene ed è cosciente e questa è la cosa più importante. Non penso che questo episodio abbia indirizzato la partita. anche se ci ha tolto un punto di riferimento davanti. Speriamo che Moise possa tornare il prima possibile». Già oggi, molto probabilmente, potrà lasciare l’ospedale di Verona. Per il resto, inutile avere fretta.