Como — I nodi sono venuti al pettine tutti insieme: sconfitta (2-1) sul campo del Como e addio al primo posto della classifica, che il Napoli ha ceduto all’Inter proprio alla vigilia della sfida al vertice di sabato prossimo al Maradona. Ma gli azzurri erano alle corde da un po’ e il ko di ieri mattina in Lombardia era stato vistosamente annunciato dai tre pareggi di fila di febbraio con Roma, Udinese e Lazio, in cui il gruppo di Antonio Conte aveva mascherato tra mille sofferenze il suo momento di difficoltà. Altro che duello scudetto, insomma. Il trend (3 punti in 4 giornate) è così preoccupante che ha sentito l’esigenza di uscire allo scoperto persino Aurelio De Laurentiis, visto che ci sono altre 12 partite da giocare e serve un’immediata reazione per non mettere in pericolo anche la qualificazione per la zona Champions League. “Non è un punto in meno dalla vetta che ci deve spaventare. Noi siamo una grande squadra, con un grande Allenatore. Noi siamo il Napoli. Forza Capitano! Forza Ragazzi!”, ha infatti cinguettato il presidente, silente durante il disastroso mercato invernale e di nuovo loquace solo adesso, quando la posta in palio da difendere è il piazzamento tra le prime quattro. Un film già visto.
Ma De Laurentiis fa bene a non sottovalutare le conseguenze del mezzogiorno fatale di ieri, in cui il Napoli si è arreso al cumine di una ripresa orribile a una combinazione tra i gioielli del Como: Nico Paz e Diao, un acquisto di gennaio. Gli azzurri si sono infatti squagliati alla distanza e dopo aver giocato un discreto primo tempo, in cui Raspadori aveva rimediato all’assurda autorete a freddo di Rrahmani. Poi il black-out, che almeno in ottica qualificazione Champions è stato attenuato dalla frenata contemporanea di Lazio, Fiorentina e Milan. Il vantaggio sul quarto posto è per adesso ancora rassicurante. Di scudetto invece sarà possibile parlare di nuovo solo se ci sarà un’inversione di rotta immediata, molto difficile però da realizzare dopo il ko nella trasferta in Lombardia.
Per il Napoli era l’ultima tappa prima dello scontro al vertice con l’Inter e Conte ha deciso di escludere dai titolari Anguissa: in diffida e a rischio squalifica. Al suo posto a centrocampo debutto in Serie A per il danese Billing, dopo un lungo periodo di rodaggio. Ha invece dovuto abbreviare la sua convalescenza Spinazzola, per l’emergenza a sinistra. Il Como ha invece chiesto a Nico Paz di avanzare nella posizione di falso nueve, vicino all’altro gioiello Diao. Più muscoli e centimetri da una parte, tecnica e agilità dall’altra. Ma senza colpo ferire la squadra di Fabregas si è trovata avanti grazie a un clamoroso autogol di Rrahmani (7’), che ha beffato con un retropassaggio alla cieca: potente e incomprensibile.
Partita dunque subito in discesa per il Como, anche se era stato il Napoli a impadronirsi dell’iniziativa con personalità: dimostrata peraltro dai giocatori di Conte pure dopo lo svantaggio. Gli azzurri hanno infatti reagito nella maniera giusta e hanno fatto pesare la loro supremazia fisica, bussando alla porta di Butez con una punizione di Billing (13’). Poi ci ha provato Lobotka con un tiro a lato e proprio il regista slovacco ha alzato il pressing nell’azione del pari: palla rubata e assist per Raspadori, che è stato bravo a liberarsi di Kempf e a infilare in uscita Butez (17’). Ma il resto del primo tempo è stato meno elettrico e i ritmi si sono ridotti.
L’intervallo però ha rimescolato di nuovo le carte: Como molto più intraprendente e Napoli all’improvviso in netta difficoltà. Conte si è spazientito e dopo un quarto d’ora ha gettato nella mischia Anguissa e Simeone. I cambi hanno dato una breve scossa e c’è voluta una prodezza di Butez per negare il gol a McTominay (21’). Non ha invece perdonato dall’altra parte il vivacissimo Diao, che ha sfruttato un assist di Paz e ha fulminato Meret (32’). Il calo degli azzurri è stato generale e nemmeno gli ingressi di Ngonge e Okafor sono serviti per invertire la tendenza. Di Rrahmani l’ultimo assalto disperato nel recupero: tiro a lato. Poi la resa. Il primato cambia padrone.