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Inter senza respiro, missione per l’Italia in Champions

A Rotterdam i nerazzurri, unici superstiti della Serie A, affrontano il Feyenoord. Inzaghi in emergenza pensa a Bastoni sulla fascia e deve sciogliere il dubbio del regista

ROTTERDAM – Se potesse scegliere una vita tranquilla, giura, la rifiuterebbe. A Simone Inzaghi l’idea di giocarsi tutto in un mese e mezzo, mentre le rivali in campionato fra un weekend e l’altro hanno le sere libere, dà adrenalina. “È una grandissima soddisfazione, non ci piace stare a guardare gli altri che giocano”, ha detto alla vigilia della prima delle due partite degli ottavi di Champions, in cui i nerazzurri sono i soli italiani superstiti. “Ho fatto così i tre anni qua”, ha aggiunto, per tranquillizzare se stesso e l’ambiente prima della sfida al Feyenoord. Ma è vero a metà. Nella scorsa stagione, l’Inter arrivò agli ottavi che aveva già praticamente vinto il campionato. L’anno prima, all’inizio della fase a eliminazione diretta in Champions, era il Napoli ad aver già in tasca mezzo Tricolore. Questa volta è tutto aperto. In serie A la corsa è punto a punto e potrebbe trasformarsi in una volata di gruppo. E per arrivare alla finale di Coppa Italia, l’Inter dovrà battere il Milan nella doppio derby di aprile.

Inzaghi: “Mai persi 4 esterni in carriera”

“Pensiamo partita per partita”, dice De Vrij, che lo stadio dove l’Inter scenderà in campo questa sera lo vedeva passando in bus per andare ad allenarsi con le giovanili, prima di giocarci per 5 anni. Forse per i giocatori la buona regola del “gara dopo gara” vale davvero. E ancora di più per l’allenatore, nell’attesa del rientro di ogni infortunato. “Non si ragiona, si gioca, sapendo che siamo in grande emergenza — ha detto Inzaghi — una situazione così non mi era mai capitata. Ho cinque esterni e si sono infortunati tutti i quattro che possono giocare a sinistra”. Questa sera non potrà contare su Darmian, Zalewski, Augusto e Dimarco. “A sinistra farò giocare Acerbi o Bastoni”, ha detto. La seconda ipotesi è molto più probabile della prima. In porta, nonostante Sommer sia in recupero grazie a un tutore, ci sarà il vice Martinez. E Thuram, pur non al massimo, è pronto a dividere l’area con Lautaro.

Il Feyenoord e il Ramadan

Il Feyenoord non è meno incerottato dell’Inter. Ha nove giocatori fermi, in una rosa già svuotata dal mercato di gennaio, a partire dal neo milanista Gimenez. E stupiti dal quarto posto in campionato, a 16 punti dalla vetta, alcuni tifosi puntano il dito contro il fatto che cinque calciatori osservino il Ramadan, come anche l’interista Taremi. “Arrivano un po’ più tardi agli allenamenti e se ne vanno un attimo prima”, minimizza Van Persie, miglior marcatore della storia della nazionale olandese, tornato in corsa a Rotterdam lo scorso 23 febbraio per guidare il club della città in cui è nato 41 anni fa e dove ha cominciato a giocare. Gli spareggi con il Milan li ha visti in tv. Era invece in campo nel 2002 quando il Feyenoord eliminò l’Inter di Cuper dalla Coppa Uefa, nascondendo al suo allenatore un infortunio all’inguine, “una cosa che non rifarei”, dice ora. Alla prima panchina in Champions, si avvicina con un mix di eccitazione e timore: “Non vedo l’ora. So che è difficile fare gol all’Inter. Sembrano essere ovunque”. Un aiuto al Feyenoord è arrivato con il rinvio della partita di campionato contro il Groningen, prevista fra le due sfide con l’Inter. “Hanno fatto bene, un ottavo di Champions League è importante”, dice Inzaghi. Forse, sotto sotto, qualche sera in più a casa non gli sarebbe spiaciuta.

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