Bruno Pizzul , scomparso all’età di 86 anni (venerdì alle 10 la camera ardente e alle 14 i funerali nell sua Cormons) era nato a Udine l’8 marzo del 1938, fu assunto in Rai nel 1969 e l’anno seguente commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia). Dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della Nazionale ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell’agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1).
La telecronaca all’Heysel
In uno dei suoi ultimi interventi, sui Mondiali vinti dall’Argentina nel 2022 aveva raccontato: “Non ho nostalgia per i momenti o per le mie telecronache. Prima si chiacchierava spesso con i calciatori, oggi il rapporto giornalista-atleta è diverso anche a causa dei media e dei social che non consentono un rapporto interpersonale simile a quello di prima. Oggi con questo grande volume di dati che c’è in giro, si cade nella tentazione di dare informazioni statistiche davvero inutili”. Il 29 maggio 1985 Pizzul raccontò la tragica finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool segnata dai 39 morti dell’Heysel. “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare spiegò anni dopo -. Non tanto per un discorso di difficoltà di comunicazione giornalistica, ma perché ho dovuto raccontare delle cose che non sono accettabili proprio a livello umano”.
Gli esordi da calciatore
Pizzul aveva anche giocato a calcio con discreti risultati, prima nella squadra parrocchiale di Cormons, poi nella Pro Gorizia. Divenuto calciatore professionista, ruolo centrocampista, fu ingaggiato dal Catania nel 1958. Giocò anche nell’Ischia, Udinese e Sassari Torres, ma la sua carriera sportiva finì presto a causa di un infortunio al ginocchio. Laureato in giurisprudenza, insegnò materie letterarie nelle scuole medie prima dell’assunzione in Rai per concorso.
L’esordio con la Nazionale in Messico
L’8 aprile 1970 commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia disputatasi sul campo neutro di Como): iniziò a partire dal 16º minuto perché era arrivato in ritardo. La prima finale di una competizione internazionale che fu raccontata dalla sua voce fu quella del campionato europeo del 1972 a Bruxelles, con la vittoria della Germania Ovest sull’URSS per 3-0. A partire dal campionato del mondo di Messico 1986 gli fu affidato anche l’incarico di telecronista delle partite della Nazionale, anche a causa di un malore per l’altitudine occorso al suo predecessore nell’incarico Nando Martellini. Fu la voce dei Mondiali 1990: seguì l’Italia in sei delle sue sette partite, saltando la finale 3° posto di Bari contro l’Inghilterra a causa dell’impegno, il giorno successivo, nella finale per la Coppa tra Germania e Argentina. Fu sostituito in quell’occasione da Giorgio Martino.
La famiglia
Pizzul e sua moglie Maria hanno avuto tre figli: Fabio che, oltre a ricoprire il ruolo di docente al Master di Giornalismo presso l’Università Cattolica di Milano, è un giornalista ed ex consigliere regionale della Lombardia, Silvia, Insegnante di matematica e scienze a Milano, e Anna, assistente sociale. Aveva anche 11 nipoti.