Il 29 maggio 1985 a Bruno Pizzul toccò di raccontare in diretta la finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool in programma allo stadio Heysel di Bruxelles. Un dramma inaudito, con 39 morti sulle tribune e immagini raccapriccianti, commentato da un Pizzul sgomento: “Non sapevo quanto davvero si sapesse in Italia dell’orrore che si stava consumando sulle tribune” disse anni dopo il grande telecronista “le notizie erano frammentarie, e contrastanti, anche nella postazione dello stadio da cui trasmettevo. Ho pensato ai parenti dei tifosi in trasferta, a chi non aveva notizie, non volevo allarmarli troppo ma non era giusto nemmeno minimizzare la tragedia che si stava compiendo. Ho raccontato cose inaccettabili”.
“Commenterò con tono asettico”
“Ci dicono che si dovrebbe comunque giocare” aggiunse Pizzul, “mi pare una decisione assurda ed è chiaro che il risultato non avrebbe comunque importanza. Ecco Cabrini, Tardelli e Brio, sono andati a parlare con i tifosi, cercano di calmarli, ma è un’impresa impossibile. Commenterò con tono asettico questa partita”. E in effetti, nel momento dell’unico gol della gara, di Platini su rigore, Pizzul non tradì la minima emozione. “Tifosi, giochiamo per voi. Giusto consentire che che l’uomo sportivo esulti per questo successo che è il successo del calcio italiano, ma l’uomo conserva l’amarezza e il dolore di una serata resa luttuosa da quanto è successo prima della partita”.