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Theo e Leao, il Milan riparte dai vecchi leader. Per la Champions non devono perdersi di nuovo

Nella rimonta di Lecce prova convincente del francese, al centro delle azioni più pericolose costruite dai rossoneri. Il portoghese è entrato dopo l’intervallo e ha cambiato la partita

LECCE — Forse è stata la fascia da capitano, o magari la sensazione di essere al punto di non ritorno. Non è stato tutto perfetto, ma la vittoria del Milan a Lecce certifica che Theo Hernandez sa ancora fare la differenza, quando ha voglia. La rimonta porta anche la sua firma, come quella di Leao. Lui e Rafa, la famigerata “Theao”, di nuovo protagonisti in positivo. Un segnale forte: i leader dello spogliatoio potevano far cadere nel vuoto Conceiçao, invece lo hanno tenuto in piedi. Al Via del Mare c’era anche Maignan, che ha voluto seguire la squadra in trasferta nonostante la squalifica. Un piccolo gesto, che però fotografa la volontà del gruppo. “Lo spogliatoio è unito e lo abbiamo dimostrato. Questa vittoria deve farci scattare qualcosa dentro”, ha confermato ieri Pulisic. Restano dieci partite per concludere dignitosamente questo travagliato campionato, poco meno di tre mesi con in mezzo la semifinale di Coppa Italia contro l’Inter: con impegno e concentrazione massima, in partita come in allenamento, qualcosa di buono può ancora venir fuori. Soprattutto se i capi branco remano dalla stessa parte.

La stagione travagliata di Theo Hernandez

La riscossa delle stelle offuscate ha il volto di Hernandez. Con il Lecce si è tolto quella patina di apatia dietro cui si nascondeva da settimane. Non si è limitato al compitino, ha acceso i motori tornando a essere determinante sulla sua corsia mancina. Nel primo tempo ha anche messo insieme due assist per i gol poi annullati di Gimenez e Gabbia. Ma a colpire è stato l’atteggiamento, meno svogliato e più cattivo. La vita (sportiva) di Theo da gennaio è cambiata. Il Milan lo aveva di fatto venduto al Como per 40 milioni, lui ha declinato l’offerta di Fabregas ed è rimasto. Ma certo capire di essere sacrificabile non lo ha reso felice. Poi sono arrivati gli errori, il più pesante nella gara di ritorno del play-off di Champions col Feyenoord, con quel rosso che ha lasciato il Diavolo in inferiorità numerica e l’ha condannato all’eliminazione. Episodi che l’hanno allontanato dal Milan del futuro: le trattative per il rinnovo del contratto in scadenza nel 2026 sono ferme, in estate il club rossonero proverà a cederlo. Chiudere al meglio la stagione può comunque aiutarlo: sia per trovare una nuova squadra di livello (lui lascerebbe Milano solo per Bayern Monaco, Psg o Real Madrid), sia per cercare un finale alternativo alla sua storia rossonera.

Leao entra e spacca la partita

Il discorso per Leao è diverso. Rafa è stato uno dei pochi di recente a dimostrare di tenerci davvero. Si è assunto le sue responsabilità pubblicamente, ha parlato a nome del gruppo dopo sconfitte pesanti come quella di Bologna. Però il suo atteggiamento in campo non ha sempre soddisfatto Conceiçao. Anche per questo a Lecce è partito dalla panchina (come era successo a Empoli). Ma quando è entrato, dopo l’intervallo, ha spaccato la partita. Si è sistemato a sinistra e ha prodotto tre-quattro accelerazioni che hanno messo in crisi la squadra di Giampaolo: è suo il cross per il gol vittoria di Pulisic, come suo è il passaggio per Joao Felix da cui nasce l’autorete di Gallo. “Volevo aiutare i compagni, e ci sono riuscito. Il nostro spirito di gruppo è sempre stato forte – ha detto Rafa, anche ieri in versione portavoce della squadra –. Purtroppo siamo fuori dalle competizioni europee, ma in settimana abbiamo lavorato insieme con determinazione per risalire. Non vogliamo fermarci”. Leao e Theo, i leader accanto a Conceiçao. Ma per provare a salvare quel che resta di questa difficile stagione, il pomeriggio di Lecce non deve essere l’eccezione alla regola.

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