Milano – Il palmo sanguinante della mano sinistra di Nadal, scavato dalle vesciche, che non gli ha impedito di raggiungere la finale di Australian Open 2014. Il naso rotto di Vincent Company in Belgio-Serbia di dodici anni fa, curato in campo senza cambio. E ora la caviglia sinistra di Marcus Thuram, che pulsa e tira, non scatta e non gira, lo costringe a prendere antidolorifici. Ma non lo ferma. Zoppica, il primogenito di Lilian, per camminare dal tunnel al campo. Ma quando vede la porta vola, scarta, finta, cambia direzione e segna. È successo all’ottavo minuto del ritorno di un ottavo di finale di Champions in cui all’Inter sarebbe bastato perdere con un gol di scarto, dopo il 2-0 dell’andata, per passare il turno. Ma voleva vincere e ha vinto.
«La cronaca della gara»
Thuram, show e poi l’abbraccio a Spike Lee
La determinazione del numero 9, che ha festeggiato abbracciando Spike Lee a bordo campo, è quella di una squadra che nel 2025 ha giocato 18 partite, è in corsa per tutto e non vuole lasciare niente, nonostante uno stato di forma precario. Oltre agli infortunati, ci sono gli stanchi. Lautaro, che alla vigilia non si è allenato. De Vrij, rimpiazzato un minuto prima della partita con Acerbi. E così i nerazzurri, tenuti insieme col fil di ferro, vanno ai quarti contro il Bayern Monaco, che affronteranno in aprile con ritorno in casa, quando si spera le batterie saranno più cariche. Dovranno vedersela subito invece con l’Atalanta, che li tallona nella corsa scudetto. La speranza di Inzaghi è portare a Bergamo lo spirito visto al Meazza contro gli olandesi. Quello di Mkhitaryan, spremuto ma fra i migliori in campo.
Il rigore generosissimo procurato da Taremi
A pareggiare il conto ha pensato Moder su rigore, generoso, concesso al Var dallo slovacco Kruzliak per uno spintone di Çalhanoglu. E l’Inter ha incassato così la seconda rete in dieci partite di Champions. Sempre su rigore, questo generosissimo però su Taremi che si è lasciato cadere, è arrivato il 2-1 interista, segnato dal turco. Un terzo tiro dal dischetto, inizialmente concesso a Thuram, è stato revocato al video, con giallo per simulazione al francese che un minuto dopo ha colpito la traversa.
Meno spettatori del solito a San Siro
Cose belle: l’ingresso nel finale dei primavera Cocchi e Berenbruch, e la fascia al braccio di Dumfries. Meno belli il giallo preso da Asllani da diffidato e gli spalti in parte vuoti: 55.356 spettatori, per la prima volta dopo il Covid la media stagionale scende sotto quota 70 mila. Le ragioni: la pioggia, il risultato dell’andata, le restrizioni alla vendita in alcuni settori, per evitare acquisti in massa della calda tifoseria olandese. Ma anche i prezzi. La curva nord ha esposto uno striscione: “Società Inter: il calcio è dei tifosi? La solita menzogna. 65 euro valgono la vostra vergogna”. Tanto costavano i tagliandi al secondo anello verde.
Inter-Feyenoord 2-1 (1-1)
Inter (3-5-2) Sommer 6 – Pavard 6, Acerbi 6.5 (39’ st Cocchi sv.), Bisseck 6.5 – Dumfries 7, Frattesi 5.5 (39’ st Berenbruch sv.), Calhanoglu 6.5 (16’ st Asllani 5), Mkhitaryan 7, Carlos Augusto 6.5 (16’ st Bastoni 6) –Taremi 5.5, Thuram 7.5 (21’ st Arnautovic 6). All. Inzaghi 7.
Feyenoord (4-3-3) Wellenreuther 6 – Read 5 (30’ st Mitchell sv.), Beelen 4.5, Hancko 6, Bueno 5.5 – Moder 6.5, Smal 5, Ivanusec 5.5 (30’ st Redmond sv.) – Moussa 6, Ueda 5 (18’ st Carranza 5.5), Sliti (18’ st Trauner 6). All. Van Persie 5.5.
Arbitro: Kruzliak (Svk) 5.Reti: nel pt 8′ Thuram, 42′ Moder (rigore); nel st 6′ Calhanoglu (rigore).
Note: ammoniti Smal, Asllani, Thuram.
Spettatori: 55.356.