TORINO – Thiago Motta sottolinea per ben due volte un concetto importante, per lo meno dal suo punto di vista: “Mi ha fatto piacere la grande vicinanza della proprietà”. Non dice, l’allenatore della Juve, come e in che termini gli sia stata manifestata questa vicinanza (“Ho parlato con Elkann? A questa domanda ovviamente non rispondo”), ma è interessante che abbia voluto puntualizzare che le parole di conforto gli siano arrivate dall’azionista di riferimento o dai suoi rappresentanti: sembra quasi un messaggio traversale alla dirigenza sportiva, cioè a Giuntoli, cui in questo momento tocca maneggiare la patata bollente di una situazione esplosiva, con tre dei quattro obiettivi già falliti, la tifoseria sul piede di guerra e le inevitabili incertezze che avvolgono il presente e il futuro di una panchina instabile.
Motta: “Priorità è la Fiorentina, non il mio futuro”
Thiago ha comunque ribadito di “avere la totale fiducia della società, con cui abbiamo rapporti quotidiani”, mentre tutto il resto lo ha nascosto sotto la formula più scontata: “Siamo concentrati sulla partita contro la Fiorentina, sarebbe sbagliato sprecare energie pensando al resto”. Il concetto è dunque questo: “Il mio futuro non è la priorità, la priorità è la prossima partita. Nel nostro mestiere l’allenatore è in discussione dal momento in cui firma il contratto e io stesso mi metto in discussione ogni giorno. La cosa più difficile è mantenere la calma e restare lucidi per fare un’analisi attenta sulla nostra attualità. Io è questo che sto cercando di fare”.
Motta: “L’Atalanta ha giocato sui nostri errori”
Sono interessanti anche un paio di riferimenti alla disastrosa sconfitta contro l’Atalanta, “quando comunque 40’ li avevamo fatti bene”. Motta in settimana è stato silenziosamente incolpato di aver impostato una partita troppo offensiva, lui ha implicitamente risposto che sono stati invece i giocatori a non interpretare correttamente i piani: “L’Atalanta ha giocato sui nostri errori, abbiamo preso il primo contropiede dopo 3’48” e poi ci siamo sbilanciati troppo”.
Firenze snodo decisivo, torna Conceiçao
È dunque soprattutto il non detto, o quello lasciato solamente intuire, che sta agitando dal di dentro la Juventus. Ha colpito che in settimana né la proprietà né la società – per usare lo stesso distinguo applicato l’allenatore – non abbiano speso una sola parola ufficiale in difesa di Thiago Motta o, più in generale, del progetto triennale impostato da Giuntoli sul tecnico italo-brasiliano. Motta dice di “guardare poco a quello che si dice su di me e allo stesso tempo rispetto opinioni, giudizi, analisi”, ma in realtà è assolutamente aggiornato su ogni parola detta o scritta nei suoi confronti. La situazione è delicata, Firenze (dove tornano a disposizione Conceiçao, Savona e Rouhi) è l’ennesimo snodo decisivo.