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Casadei, Lucca e quei profeti solo in patria

La rubrica “È sempre domenica”

Bella l’Europa. Se avete figli che ci studiano, fuori dai confini italiani, dite loro di restarci anche per lavorare. A meno che di professione non facciano il calciatore, come Cesare Casadei. Tutti gli altri non sono profeti se tornano in patria. Li riaccolgono dal master a Londra o Parigi come se rientrassero da una vacanza e offrono loro uno stage o un inizio dal gradino più basso della scala, con retribuzione allo stesso livello. Se torna il calciatore, è un’altra storia.

Casadei e il precedente di Zaniolo

Casadei, per dire, era sparito dai radar. A vent’anni era il migliore della sua Under, per distacco. L’Inter si fece ingolosire da un’offerta del Chelsea e mangiò l’uovo ieri, rinunciando alla gallina oggi (e Zielinski non fa brodo). Reading, Leicester, di nuovo Chelsea: poche apparizioni, qualche lampo. Devi crederci nei ragazzi, anche quando non si fanno illuminare. Mancini convocò Zaniolo prima che la Roma se ne accorgesse, Spalletti ha chiamato Casadei ora che gioca a Torino. Cinque partite, un gol, un assist. Bene, ma già benissimo? I media (non soltanto quelli del proprietario del suo cartellino) hanno subito decretato che “il suo valore è raddoppiato”. Il debutto in azzurro è vicino. Lontano dagli occhi, lontano dal cannocchiale. Aveva bisogno di giocare con continuità, bastava un mese? Che cosa lo ha valorizzato: il campo o il confronto?

Lucca rimpatriato a Udine

C’è un altro convocato in Nazionale che ha timbrato il rimpatrio: è Lucca dell’Udinese. A Pisa era sembrato un mezzo fenomeno (funzionò nel girone di andata), all’Ajax un’assoluta delusione, in Friuli si è ripreso, ha raggiunto la doppia cifra con un rigore scippato al compagno designato e ora dicono che “il suo valore è raddoppiato”, è pronto per una grande. E l’Ajax non lo era? Una grande italiana, è sottinteso. È lecito sospettare che la Serie A non sia uno specchio, ma una lente d’ingrandimento. Scamacca non ha sfondato in Inghilterra, Kean in Francia, Pafundi manco in Svizzera. Donnarumma si accende dopo 120 minuti. Meglio, finora, Vicario, Udogie e Calafiori. La domanda non è più “quanti italiani sarebbero titolari in qualsiasi squadra europea?” (fino all’anno scorso la risposta era Barella, ora probabilmente Bastoni), ma “quanti giocatori di Serie A lo sarebbero?” Lautaro? Guarda l’effetto di cavalli di ritorno come Elmas, Gosens, Freuler. Intanto, nelle liste dei convocabili alla vigilia di Italia-Germania, per fantasia mediatica o del ct, è sbucato Ndour, che non ha lasciato traccia in mezza Europa. Che ha fatto? È venuto a Firenze. E tuo figlio con il master all’Imperial College?

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