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Ecco quanto è costata davvero la Juventus di Motta e Giuntoli

I risultati non tengono per ora il passo della spesa fatta per rafforzare l’organico: pesano l’eliminazione dalla Champions e il pessimo rendimento di Koopmeiners, Douglaz Luis e Nico Gonzalez

TORINO — Centoquarantotto milioni di euro: questo è il costo della Juventus di Thiago Motta, risultato ottenuto prendendo in considerazione la campagna acquisti estiva e invernale (294 milioni) e le entrate derivanti dalle cessioni (146 milioni). Una cifra “tutto compreso”, visto che nel conto sono stati inseriti anche i riscatti, tra obbligatori e discrezionali, i bonus sia in positivo che in negativo, gli oneri accessori. Un conto fondamentale per valutare oggettivamente la stagione bianconera: dopo il ko contro l’Atalanta, il tracollo più pesante in casa Juventus da 58 anni, considerare il costo complessivo tra estate e inverno al netto delle cessioni è un esercizio necessario. Eliminati dalla Coppa Italia, dalla Champions e senza certezze sul quarto posto, con la conseguente qualificazione nell’Europa che conta: le ultime dieci giornate di campionato saranno fondamentali non tanto per il futuro di Motta, quanto per il grado di sostenibilità del progetto societario. Perché senza l’eventuale qualificazione, i conti potrebbero essere rivisti, insieme ai giudizi.

Quanto è costata la Juventus?

Nella valutazione della stagione bianconera, ancora in corso ma la fondamentale qualificazione in Champions ancora in bilico, il costo della costruzione della squadra è una discriminante non da poco, specialmente in ottica sostenibilità. La campagna acquisti estiva ha modificato radicalmente il volto della rosa: 242,1 milioni di euro complessivi, spesi per gli acquisti di Douglas Luiz, Di Gregorio, Thuram, Cabal, Nico Gonzalez e Koopmeiners oltre ai prestiti di Kalulu e Conceiçao. Inserendo il riscatto del difensore francese, ma non quello dell’estrosa ala portoghese. Impatto economico attenuato dalle cessioni (126,8 milioni bonus compresi), ma che gli infortuni durante la stagione di Bremer e Cabal e la crisi di Vlahovic hanno costretto a rimpolpare durante il mercato di gennaio. Nella sessione invernale, la Juventus ha speso altri 51,9 milioni (prezzo massimo raggiungibile comprensivi di bonus) per Kelly, Alberto Costa e i prestiti di Kolo Muani e Veiga: la cessione di Fagioli, il prestito di Arthur e la rescissione consensuale con Danilo hanno alleggerito il bilancio di 19,4 milioni.

Il peso di Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez

Se l’impatto economico è una componente fondamentale nella valutazione della stagione, lo è ancora di più per il rendimento del terzetto formato da Koopmeiners, Nico Gonzalez e Douglas Luiz. Sono stati loro i tre acquisti più cari della stagione, i colpi a effetto che avrebbero dovuto imprimere una svolta al progetto affidato a Motta, ma che sono stati in realtà la zavorra, soprattutto se rapportati allo sforzo economico per portarli alla Continassa. I tre hanno prodotto complessivamente 6 gol e 7 assist (Douglas Luiz in 795′ in campo non ha contribuito in alcun modo) ma pesano per il 48.53% sul costo totale della campagna acquisti complessiva (estate+inverno) e 40,6% a livello di nuovi ingaggi. Thuram, per fare un esempio virtuoso, con 4 gol e 4 assist in 2296′ incide per il 7% sul costo e il 9,6% sui nuovi ingaggi. Un aspetto, quello dell’impatto economico, che pesa anche psicologicamente sia sui protagonisti che sul pubblico: nel giudizio complessivo dei tifosi, le aspettative non possono che essere alte.

I riscatti della Juventus

A tutto questo vanno aggiunti i riscatti dei calciatori non ancora discussi con le società d’appartenenza. Si parla naturalmente di Conceiçao, arrivato in prestito per 7 milioni più 3 di bonus dal Porto, e di Veiga, 5,3 milioni di costo massimo fino a giugno. Se il loro rendimento si confermerà positivo, tanto da convincere la Juventus a investire su loro due, i costi lieviterebbero a dismisura: Conceiçao ha una clausola rescissoria da 30 milioni, che potrebbe essere discussa con il Porto. Tuttavia, i portoghesi non avrebbero vantaggi a scendere nella valutazione, specialmente se un buon finale di stagione dell’esterno, attualmente infortunato, attirasse l’attenzione di altre società. Per quanto riguarda Veiga, il difensore era ai margini del Chelsea, impegnato soltanto in Conference: per lui il riscatto sarebbe più accessibile, anche se le cifre della Premier e del calcio inglese sono completamente diverse da quelle a cui si è abituata la Serie A.

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