ROMA — Un conto special da pagare. Sulla testa di José Mourinho pende la peggiore squalifica della sua carriera. Per colpa di un gesto folle al termine dei quarti di finale di Coppa di Turchia – sconfitta 2-1 contro il Galatasaray – i titoli di coda sull’esperienza del portoghese sulla panchina del Fenerbahçe potrebbero scorrere in anticipo. Scopriamo perché.
Cosa rischia Mourinho dopo aver strizzato il naso a Buruk
La strizzata di naso a Okan Buruk, tecnico del Galatasaray, rischia di rientrare tra le “aggressioni agli ufficiali di gara o ad altri tesserati”, come recita l’articolo 44 del regolamento disciplinare calcistico della Federcalcio turca. Cosa succede adesso a Mourinho? Per questo tipo di comportamenti scatta il “divieto di accesso allo spogliatoio e alla panchina da un minimo di cinque a un massimo di dieci partite”. In alternativa, viene inflitta “una squalifica che può andare dai 45 ai 90 giorni”. Ora il caso finirà sul tavolo della commissione disciplinare della Federcalcio.
L’interesse del Brasile, il futuro lontano dalla Turchia
Se il gesto del portoghese sarà bollato come semplice “comportamento antisportivo”, Mourinho potrebbe anche cavarsela con due o tre giornate di sospensione. Lo scenario migliore per il tecnico, che in questo modo tornerebbe in panchina per le ultime gare di campionato, decisive nella corsa allo scudetto turco, con il Fenerbahçe (una partita da recuperare) distante sei punti dal Galatasaray capolista. Se invece la condotta venisse giudicata come “aggressiva”, quella nel derby di coppa rischia di trasformarsi nell’ultima comparsa di Mou sulla panchina turca. Non solo in questa stagione. Dopo l’esonero di Dorival Junior, il Brasile pensa infatti a José, pronto a salutare il Fenerbahçe in anticipo rispetto alla scadenza del contratto.
Lo sfottò del Galatasaray a Mourinho
Insomma, dal giudizio della commissione dipende il futuro di Mourinho, che il Galatasaray – con un video sfottò postato su X – immagina in manicomio, stretto in una camicia di forza. Ma il Fenerbahçe replica: nessuna pazzia, perché “Mourinho è stato provocato e la valutazione sul caso deve basarsi sul rapporto di causa-effetto”. In sintesi: molto rumore per nulla. Un semplice e “momentaneo tocco al naso” di Buruk, interprete di “azioni irrispettose, gettatosi a terra come se gli avessero sparato”. Così il Fenerbahçe riscrive L’elogio della follia.
I precedenti di una stagione folle
Quella di una stagione mourinhana in piena regola: cinque i cartellini rossi da inizio stagione. One man show in un campionato che “puzza e fuori dalla Turchia non si guarda nessuno”. Poi l’immancabile creazione del nemico ideale – gli arbitri – con il suo slogan We are clean (Noi siamo puliti) diventato simbolo delle manifestazioni contro il presidente Erdogan. Qualcuno scrive pure che il vero leader dell’opposizione in Turchia sia proprio José. Perché influenza l’opinione pubblica come un leader. Grazie a lui, per la prima volta nella storia del campionato, uno straniero (lo sloveno Vincic) era stato chiamato a dirigere la gara di ritorno col Galatasaray, lo scorso 24 febbraio. Effetto Mourinho. Anche se il risultato, alla fine, non gli ha dato ragione (0-0), anzi. Dopo la gara ha rimediato quattro giornate di squalifica per frasi razziste e insulti al quarto uomo. “Saltavano come scimmie”, aveva detto a proposito dei colleghi della panchina del Galatasaray. Qualche mese prima, durante la partita contro l’Antalyaspor, ha piazzato il computer davanti alla telecamera per dimostrare che arbitri e Var sbagliano, alludendo a complotti e corruzione. Colpi di teatro, special ma letali. E che ora, però, rischiano di rimanere l’unico motivo per cui si parli di José.