MOSCA – L’ospite d’onore Francesco Totti fa il suo ingresso ai Premja Rb in un piccolo campo ovale a forma di Colosseo sullo sfondo di una bucolica Roma antica. Scambia qualche palleggio con l’ex calciatore sovietico e russo Aleksandr Mostovoj, soprannominato “El Zar” quando giocava col Celta Vigo, poi si presta alle richieste di selfie e autografi dei suoi ammiratori russi, mentre il figlio Cristian guarda in disparte.
Lo slogan della sesta edizione dei premi internazionali promossi dal principale portale russo di scommesse sportive, Booking Ratings, o Rb, di cui Totti quest’anno è ambasciatore, è “l’Imperatore viene nella Terza Roma”, com’era chiamata Mosca sotto Ivan il Grande. E tutta la scenografia dell’evento ci gioca su. Per l’occasione ci sono anche due gladiatori che fanno piroettare il pallone su un dito. Anche loro si mettono in fila per il selfie di rito col campione giallorosso. Insieme a personalità dei media e dello sport russi, come Ariadna Tishova, quattro volte campionessa del mondo di danza sportiva. «Totti è una leggenda. Tutti noi russi lo amiamo», esclama.
Totti a Repubblica: “Sono qui per una serata dedicata allo sport”
Qui non risuonano le polemiche che si sono scatenate da giorni in Italia sull’opportunità di una visita in terra russa dell’ex calciatore nel pieno dell’offensiva contro Kiev. Il coordinatore di +Europa Roma Andrea Massaroni, che aveva invitato il calciatore a rinunciare al viaggio, è tornato a criticarlo: «È una resa simbolica che pesa». Sui social, invece, c’è chi lo ha difeso e chi lo ha accusato di essersi reso complice dei raid russi sui bambini ucraini pur essendo ambasciatore Unicef. Qualcuno ha persino lanciato preoccupanti minacce.
L’ex capitano giallorosso, però, ha deciso di tirare dritto. «Sono qui a dispetto di tutto perché è una serata dedicata allo sport. Mi hanno invitato e mi faceva piacere esserci», dice a Repubblica nel foyer del Palazzo della Ginnastica Irina Viner-Usmanova, all’interno del complesso olimpico Luzhniki che nel 2018 ospitò i Mondiali di calcio. «In questi giorni ho avuto la fortuna di incontrare tanti italiani che mi hanno accolto a braccia aperte. Ho incontrato i miei tifosi e rivisto vecchi compagni. È stato un bell’appuntamento».
A Mosca con Totti anche Di Biagio
Un’allusione all’incontro con una decina di fan, piccoli e grandi, del Roma club moscovita nell’hotel Lotte e alle rimpatriate con diversi calciatori, come Gigi Di Biagio e Dmitrij Alenichev che a Kommersant dice essere «un calciatore incredibilmente dotato tecnicamente». Taluni incontri sono improvvisati, come la carrambata a sorpresa organizzato dal canale sportivo Match Tv con il russo Igor Koljvanov che nel 1994 pareggiò il suo primo gol in serie A nella partita Roma-Foggia.
Totti a Repubblica: “Vorrei vedere Ancelotti sulla panchina della Roma”
Ai media russi, Totti ha parlato soltanto di sport. A Match Tv ha esordito dicendo «Negli ultimi anni nella mia vita è cambiato tutto». Ha poi parlato della sua agenzia e della «difficoltà di trovare talenti», ha difeso Daniele De Rossi («è diventato allenatore troppo presto, ma era impossibile rifiutare, col tempo diventerà un tecnico eccezionale»), lodato Claudio Ranieri, ricordato le emozioni della sua ultima partita. «Ora vivo per il mio piacere. Quando giocavo a calcio, la mia vita personale era praticamente inesistente. Prima mi identificavo completamente con la Roma. Ora questo non c’è più». Del figlio Cristian che gioca in serie D per l’Olbia ha detto che «porta il peso del cognome, ma si vedrà dove arriverà» e che «i problemi di molti giovani giocatori sono i genitori che li mettono su una strada che non è detto possano percorrere».
«Nel calcio moderno manca l’anima», ha invece detto a Kommersant sostenendo che «ora i giocatori si concentrano più sulla fisica che sulla tecnica» e che questa tendenza «gli fa male». Mentre al sito dedicato alle scommesse sportive Metaratings ha detto che «un tempo i calciatori mostravano più lealtà per i loro club, mentre oggi il calcio è diventato più un business» e confessato il rimpianto di «non essere riuscito a giocare con Ronaldo». Alla domanda su quali fossero i migliori allenatori, ha invece risposto senza esitare: «José Mourinho e Carlo Ancelotti».
Chi dei due vorrebbe vedere sulla panchina della Roma, gli chiediamo dunque noi. Totti prima non si sbilancia: «Io penso che qualunque tifoso della Roma vorrebbe uno dei due sulla panchina. Anche a scegliere chiudendo gli occhi, uno dei due andrebbe bene». Ma incalzato dice: «Mourinho lo abbiamo testato, se Ancelotti dovesse pensarci ben venga».
Totti sul palco senza parlare
Solo una battuta prima della cena di gala che accompagna la premiazione. Antipasti: tris di insalate, con avocado, roastbeef e melanzane, “stracciatella del contadino”. Porta principale a scelta tra lampuga alla griglia e medaglioni di manzo. Dessert a scelta tra la torta al miele “medovik” e un rotolo di meringa con frutti di bosco.
Totti siede con lo staff e i promotori dell’iniziativa. Una band suona musica dal vivo. Alle premiazioni dedicate a sport, scommesse e media, si alternano assurdi sketch. Totti sale sul palco quasi a fine serata accompagnato da un corteo di gladiatori. Sullo sfondo di nuovo il Colosseo. Al presentatore che dice «Stiamo riunendo qui la gente migliore nel settore» risponde «Ti aiuteremo». Poi consegna l’ultimo premio, il più prestigioso, come migliore allibratore dell’anno, all’agenzia di scommesse “Pari”. Non dice una parola. Profilo basso. La contestata visita si chiude così.