ROMA – Sul campionato si allunga un’ombra. Un sospetto mosso da chi, più di ogni altro, ha titolo per avanzarlo: un arbitro. Quando Marco Guida, 43 anni, di Pompei, dice «non arbitro a Napoli: ho una moglie e tre figli, voglio stare tranquillo», dice una cosa grave: per un suo fischio, lui o la sua famiglia potrebbero subire insulti, minacce. O peggio. Guida, che oggi è infortunato, ha raccontato che anche Fabio Maresca, napoletano come lui, ha scelto di non dirigere gli azzurri. Maresca però non l’ha mai detto direttamente e forse non aveva nemmeno intenzione di farlo: lo ha fatto il suo collega.
Guida, la paura di arbitrare a Napoli
Non si è reso conto, Guida, che le sue parole producono conseguenze simmetriche. Se il problema riguarda il Napoli, è chiaro che sia difficile, per il designatore, mandare uno dei due a dirigere la partita delle avversarie degli azzurri nella corsa scudetto senza alimentare veleni e retropensieri.
Arbitri, 571 aggrediti e 371 giorni di prognosi
Che i timori degli arbitri siano legittimi lo dicono i numeri: 571 aggressioni in questa stagione tra tutte le categorie, di cui 156 a livello fisico e 60 ritenute gravi, che hanno prodotto 317 giorni di prognosi. Ultimo, il direttore di gara 19enne preso a calci e pugni da giocatori e staff del Riposto, in provincia di Catania, in una gara under 17: squadra esclusa dal campionato e 10 calciatori squalificati per 5 anni.
Due arbitri non vogliono dirigere le romane
Le sanzioni, anche severe, non bastano. Anche due arbitri romani hanno chiesto di non essere designati per le partite di Lazio e Roma. Un grande nome della categoria per anni chiese di non dirigere l’Inter, non se la sentiva. Ma nessuno di loro lo ha mai dichiarato pubblicamente. Il motivo: non trasformare ogni fischio futuro in un caso. Guida, che legittimamente non vuole arbitrare il Napoli, a ottobre fischiava due rigori in Inter-Juve a favore dei nerazzurri, già allora in lotta con Conte per lo scudetto. Prova che condizionamenti non ne subisce. Ma le sue parole oggi non danno certo una mano al designatore Rocchi.